Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

137.
ZELO - III

«E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole» (1Cor 12,7-11).

1° Tutti possono zelare: tutti; anche i contemplativi, i capi-famiglia, le persone sole, gli infermi. Ognuno secondo il proprio ambiente e secondo il proprio stato. Lo zelo si esercita con la sofferenza, la fatica, la preghiera, le opere, la parola, la stampa e l’esempio. Ora nessuno è nell’impossibilità di praticare almeno qualcuno di questi apostolati: per esempio la preghiera, l’esempio. Vi sono spesso persone dipendenti: almeno si ha qualche relazione per necessità dello stato, dell’impiego, della vita stessa. Viviamo tutti in società. Anche i contemplativi: essi sono rinchiusi nei chiostri, per vivere più uniti a Dio, per difendere la loro virtù, per crescere nella loro santità. Ma se sono dispensati dalla predicazione, possono pregare; se non governano le anime, possono esercitarsi nella preghiera, nelle virtù. I loro meriti servono per i missionari: i Trappisti preparano le migliori conquiste dei missionari. E le sofferenze ai fini dell’apostolato non sono anche più efficaci? Gesù Cristo è propriamente il Salvatore per la sua passione e morte.

2° L’apostolato è anche doveroso. Per il sacerdote forma il dovere di stato; egli ha ricevuto il mandato speciale per bocca di Gesù Cristo: «Vi ho scelti e vi ho collocati perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16).
I genitori devono santificare la famiglia: e di essa daranno rigoroso conto a Dio. L’impronta che lasceranno nei figli non si cancellerà.
I padroni, i capi-bottega, i capi-azienda possono fare molto per la moralità, il rispetto alla religione, la salvezza dei loro soggetti.
Tutti poi i buoni fedeli devono ricordare: hanno ricevuto la fede, facciano carità di fede; hanno la grazia, concorrano a farla vivere nelle anime; hanno il bene di comprendere che cosa significa vita cristiana e virtuosa, ne estendano la pratica col profumo di Cristo: «Christi bonus odor».138 È atto di equità, se non sempre di giustizia.
Ma è anche carità. Entra nelle opere di misericordia l’istruire gli ignoranti, consolare gli afflitti, consigliare i dubbiosi, convertire i peccatori, favorire le vocazioni, indirizzare bene i giovani, pregare per la Chiesa, per tutti i vivi e i defunti, ecc., ecc.

3° Signore, io dimentico facilmente i miei doveri ed i miei obblighi; oppure, con qualsiasi scusa, anche futile, mi dispenso da essi.
Non so però se queste dimenticanze e queste dispense mi giustificheranno al vostro tribunale. Non posso essere tranquillo per il solo fatto di non aver dato scandalo: devo positivamente giovare all’umanità, alla società civile, religiosa, familiare; come positivamente ho ricevuto del bene.

Esame
. – Nel mio stato adempio i doveri | che ho verso il mio prossimo? Devo soccorrerli diligentemente.

Proposito. –
Ogni sera m’interrogherò: oggi che cosa ho dato? È meglio dare che ricevere.139

Preghiera. – Regina degli Apostoli, Maria, ottenete anche a me un’infusione dello zelo apostolico. O Madre tanto premurosa per la salvezza dei vostri figli, che io possa rassomigliarvi almeno un poco! Che io possa presentarmi al giudizio di Dio con copiosi frutti!
137

138 Cf 2Cor 2,15: «Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo...».

139 Cf At 20,35.