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ZELO - III
«E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole» (1Cor 12,7-11).
1° Tutti possono zelare: tutti; anche i contemplativi, i capi-famiglia, le persone sole, gli infermi. Ognuno secondo il proprio ambiente e secondo il proprio stato. Lo zelo si esercita con la sofferenza, la fatica, la preghiera, le opere, la parola, la stampa e l’esempio. Ora nessuno è nell’impossibilità di praticare almeno qualcuno di questi apostolati: per esempio la preghiera, l’esempio. Vi sono spesso persone dipendenti: almeno si ha qualche relazione per necessità dello stato, dell’impiego, della vita stessa. Viviamo tutti in società. Anche i contemplativi: essi sono rinchiusi nei chiostri, per vivere più uniti a Dio, per difendere la loro virtù, per crescere nella loro santità. Ma se sono dispensati dalla predicazione, possono pregare; se non governano le anime, possono esercitarsi nella preghiera, nelle virtù. I loro meriti servono per i missionari: i Trappisti preparano le migliori conquiste dei missionari. E le sofferenze ai fini dell’apostolato non sono anche più efficaci? Gesù Cristo è propriamente il Salvatore per la sua passione e morte.
2° L’apostolato è anche doveroso. Per il sacerdote forma il dovere di stato; egli ha ricevuto il mandato speciale per bocca di Gesù Cristo: «Vi ho scelti e vi ho collocati perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16).
I genitori devono santificare la famiglia: e di essa daranno rigoroso conto a Dio. L’impronta che lasceranno nei figli non si cancellerà.
I padroni, i capi-bottega, i capi-azienda possono fare molto per la moralità, il rispetto alla religione, la salvezza dei loro soggetti.
Tutti poi i buoni fedeli devono ricordare: hanno ricevuto la fede, facciano carità di fede; hanno la grazia, concorrano a farla vivere nelle anime; hanno il bene di comprendere che cosa significa vita cristiana e virtuosa, ne estendano la pratica col profumo di Cristo: «Christi bonus odor».138 È atto di equità, se non sempre di giustizia.
Ma è anche carità. Entra nelle opere di misericordia l’istruire gli ignoranti, consolare gli afflitti, consigliare i dubbiosi, convertire i peccatori, favorire le vocazioni, indirizzare bene i giovani, pregare per la Chiesa, per tutti i vivi e i defunti, ecc., ecc.
3° Signore, io dimentico facilmente i miei doveri ed i miei obblighi; oppure, con qualsiasi scusa, anche futile, mi dispenso da essi.
Non so però se queste dimenticanze e queste dispense mi giustificheranno al vostro tribunale. Non posso essere tranquillo per il solo fatto di non aver dato scandalo: devo positivamente giovare all’umanità, alla società civile, religiosa, familiare; come positivamente ho ricevuto del bene.
Esame. – Nel mio stato adempio i doveri | che ho verso il mio prossimo? Devo soccorrerli diligentemente.
Proposito. – Ogni sera m’interrogherò: oggi che cosa ho dato? È meglio dare che ricevere.139
Preghiera. – Regina degli Apostoli, Maria, ottenete anche a me un’infusione dello zelo apostolico. O Madre tanto premurosa per la salvezza dei vostri figli, che io possa rassomigliarvi almeno un poco! Che io possa presentarmi al giudizio di Dio con copiosi frutti!
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