Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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26.
IL PURGATORIO: pene

«I suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva. Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò; per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata» (Ap 18,5-8).

1° Il Purgatorio priva l’anima temporaneamente della vista di Dio. L’anima uscita | dal corpo, ha un desiderio unico, vivissimo, continuo di Dio. Nessun altro bene l’attira né l’appaga. E Dio si nasconde, si allontana, la rigetta da Sé. È come un figlio che vorrebbe vedere il Padre Celeste, un affamato che potrebbe venir saziato solo da quel pane divino, un assetato che soffre una sete ardentissima di Dio; ma non può venir saziato. Vede nel cielo tante anime che furono subito introdotte in quella beatitudine; altre anime che pur avendo peccato ne hanno scontata la pena in vita; anime care di amici, parenti, benefattori; da lontano, vede gli Angeli, i Santi, la SS. Vergine in un tripudio di festa... L’anima è esclusa dal convito; la sua veste ha ancora qualche macchia; Dio vede in lei delle macchie. È pienamente certa della salvezza; è rassegnata al divino volere; ma soffre un penosissimo martirio.

2° Dicono i Dottori della Chiesa che la minima pena del Purgatorio supera ogni più violenta pena della terra. Pensiamo alle tante ambasce,66 trafitture, angosce di cuori umani, innanzi alle ingratitudini degli uomini, alle incertezze, ai distacchi, ai timori... il Purgatorio è assai più doloroso. Pensiamo alle sofferenze dei martiri, spirati nei67 carceri, sui roghi, su le croci, oppure annegati, sepolti vivi, decapitati; od anche divorati dai lupi e dai leoni... Tutto questo non equivale ancora al Purgatorio. Pensiamo alla pena del fuoco: quanto acerba e penetrante. Meditano le anime purganti come quaggiù con leggere penitenze avrebbero potuto | liberarsi da tutte quelle pene; e per pura negligenza non l’han fatto; né hanno liberato altre dal Purgatorio con suffragi, né ebbero cura di acquistare le indulgenze... Tutto questo sarà uno sconforto, un rimorso, una tristezza indicibile.

3° Signore Gesù Cristo, Re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene del Purgatorio, e dal profondo abisso; liberale dalla bocca del leone, affinché non le inghiottisca il tartaro68 e non cadano nel buio; ma il vessillifero S. Michele le presenti in quella luce santa che un giorno promettesti ad Abramo ed alla sua discendenza. Ostie e preghiere ti offriamo, o Signore; tu ricevile per quelle anime di cui oggi facciamo memoria; falle passare, o Signore, dalla morte alla vita che una volta promettesti ad Abramo ed alla sua discendenza.69

Esame. –
Ho il cuore pio, sensibile, misericordioso verso le anime del Purgatorio? Quali suffragi quotidiani, settimanali, annuali offro per esse?

Proposito. –
Reciterò ogni sera, almeno, il De Profundis;70 e più volte durante il giorno il Requiem aeternam.71

Preghiera. – Vi raccomando, o Signore le 140.000 persone che ogni giorno passano all’eternità: cioè 97 al minuto; 51 milioni ogni anno. Molte di esse non sono così pure da meritare l’immediato ingresso in Paradiso; e tuttavia non sono così perverse da meritare la | condanna eterna. La vostra giustizia e la vostra misericordia, o Signore, hanno creato il Purgatorio, per prepararle al Paradiso. L’eterno riposo dona loro, o Signore; splenda ad esse la luce perpetua. Riposino in pace. Così sia.
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66 Difficoltà, sofferenze, travagli, ecc.

67 Più esatto: nelle.

68 Regno dei morti.

69 Dalla Liturgia delle Messe per i defunti, antifona all’Offertorio.

70 «Dal profondo (a te grido, Signore)» (Sal 130/129,1).

71 «L’eterno riposo...».