Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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232.
LA SANTA MESSA - I42

«Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti, non accetto l’offerta delle vostre mani! Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti» (Ml 1,10-11).

1° La S. Messa è il medesimo sacrificio della croce. Si distingue da esso solo perché la Messa è sacrificio incruento, mentre sul Calvario fu cruento. Infatti «nella Messa abbiamo una stessa e medesima ostia, il medesimo offerente principale: cioè Gesù Cristo, che si serve del ministero sacerdotale, sebbene il modo del sacrificio sia diverso».
Medesima è l’ostia: cioè Gesù Cristo, Dio e uomo. Infatti per le parole della consacrazione si mette Gesù Cristo nella forma e posizione esterna della morte: da una parte il corpo, dall’altra il sangue. Medesimo è il principale Sacerdote, Gesù Cristo, che già sulla croce infiammato di amore e per obbedienza, soffrì e si offerse per noi al Padre.
Così sono una sola e medesima persona il Sacerdote e la Vittima. Egli ordinò ai suoi Ministri di compiere il grande atto in suo nome e nella sua persona. E Gesù Cristo si offre al Padre in ciascuna Messa, con uno speciale atto della sua volontà: per l’ardentissimo desiderio della gloria di Dio e della salute degli uomini, quale ebbe sulla croce.

2° Le diversità sono accidentali: sulla croce la vittima è mortale, passibile, visibile: nella Messa invece è presente nel suo stato sacramentale, immortale, impassibile, invisibile.
Sulla croce unico è il Sacerdote: Gesù Cristo; mentre nella Messa Gesù Cristo è il Sacerdote principale, il prete il suo visibile ministro, ordinato a questo ufficio dalla Chiesa e da essa incaricato di celebrare.
Il Sacrificio della croce è il sacrificio assoluto; anzi l’unico sacrificio assoluto; non è né figura, né memoria, né rappresentazione di altro sacrificio. Invece, il sacrificio della Messa è rappresentativo del Sacrificio della croce sino alla fine dei secoli, in espiazione dei peccati attuali. Il Sacrificio della croce fu offerto una volta sola; mentre la S. Messa si offre ogni giorno ed in tanti luoghi.
Sulla croce è compiuta la redenzione; nella Messa essa viene applicata.
Il sacrificio del Calvario venne offerto per tutti gli uomini; il sacrificio della Messa direttamente soltanto per i membri della Chiesa.

3° Voi, o Gesù Salvatore, siete la vittima monda, di valore infinito, di cui il Padre si compiace. Al Padre non potevano dare condegna soddisfazione per il peccato gli antichi sacrifici, né potrebbero darla tutti i dolori dei martiri, gli atti di virtù e le penitenze dei vergini, confessori, apostoli... Solo il vostro sacrificio d’infinito valore compì una redenzione copiosa, coprì tutti i peccati per quanto gravi e numerosi. | «Quanto più il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza?» (Eb 9,14). Grazie, o Gesù.

Esame. –
Penetro il vero senso della Messa? Faccio miei i sentimenti, le mire, le intenzioni con cui Gesù si immola sugli altari? E con la divina Vittima so offrire me stesso, piccola vittima, per i peccati miei e degli uomini tutti?

Proposito
. – Partecipo alla santa Messa con vivissima gioia: perché in essa viene soddisfatta la giustizia di Dio; coopero alla salvezza degli uomini come corredentore, mi unisco a Gesù Cristo Sacerdote eterno in cielo, sempre intento a presentare al Padre il suo Cuore, il suo Sangue, le sue piaghe.

Preghiera. – O Signore, anche noi tuoi servi, come pure il tuo popolo santo, ricordando la passione di Gesù Cristo tuo Figliuolo, nostro Signore, la sua Risurrezione ed Ascensione, offriamo all’eccelsa tua Maestà l’ostia pura, l’ostia santa, l’ostia immacolata; il pane santo della vita eterna ed il calice della salute perpetua. Sopra di essi con propizio e sereno volto degnati di guardare; e di gradirli come i doni del tuo servo Abele, ed il sacrificio del nostro Patriarca Abramo; e quello che ti offrì il tuo Sommo Sacerdote Melchisedech, santo sacrificio, immacolata ostia. Supplichevoli ti preghiamo, o Dio Onnipotente; comanda che essi per le mani dell’angelo tuo santo vengano portati al tuo sublime altare, al cospetto della tua divina Maestà; affinché quanti | partecipando a questo altare riceveremo il Sacrosanto Corpo e Sangue del tuo Figliuolo veniamo ricolmi di ogni benedizione e grazia.43
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42 In questa prima meditazione dedicata alla Santa Messa, Don Alberione esplicita quanto aveva enunciato, con la consueta sintesi, in DF, p. 76: «La Santa Messa. 1° È la rinnovazione del Sacrificio della croce, in modo incruento, sui nostri Altari». – Cf anche SAC. ALBERIONE, La Santa Messa. Due metodi per ascoltarla con frutto, Roma, FSP 1947, pp. 16, in cui si propone di meditare la Passione di Gesù (primo metodo) e di onorare Gesù Via, Verità e Vita (secondo metodo).

43 Preghiera del Canone Romano, dopo la consacrazione.