Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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295.
IL GRANO E IL LOGLIO134

«Noi invece, che siamo del giorno, dobbiamo essere sobri, rivestiti con la corazza della fede e della carità e avendo come elmo la speranza della salvezza. Poiché Dio non ci ha destinati alla sua collera ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui» (1Ts 5,8-10).

1° Il tratto di Vangelo ci insegna a considerare l’andamento morale del mondo da un punto di vista altissimo e nella luce di un orizzonte larghissimo: il tempo e l’eternità.
Dice infatti: «In quel tempo Gesù propose loro questa parabola, dicendo: Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò del buon seme nel suo campo. Ma nel tempo che gli uomini dormivano venne il suo nemico a seminare del loglio nel campo e se ne andò. Come poi il seminato germogliò e granì, allora apparve anche il loglio.135 E i servi del padrone di casa andarono a dirgli: Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come mai dunque c’è il loglio? Ed egli rispose: Qualche nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo ad estirparlo? Ma egli: No, ché, cogliendo il loglio, non estirpiate con esso il grano. Lasciate che l’uno e l’altro crescano fino alla mietitura: e al tempo della messe dirò ai mietitori: raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci per bruciarlo; il grano, poi, riponetelo nel mio granaio» (Mt 13,24-30).

2° Lo Spinto Santo dice: «Considera le opere dell’Altissimo». Vedrai sempre un’opposizione sulla terra e nell’eternità. Il Vangelo ci mostra di fronte al cielo, l’inferno; di fronte alla ricompensa, il castigo; di fronte al tempo, l’eternità. | Il mondo è un vasto campo; Gesù Cristo, il buon Seminatore, vi getta in piena luce quello che S. Paolo chiama «la parola di Dio»; questo seme ha per frutto la pace di Cristo. Il demonio, cattivo seminatore, getta di nascosto altro seme: il loglio, l’erbaccia. I servitori del padre di famiglia sono gli angeli, che vorrebbero separare i buoni dai cattivi; ma siccome le radici del loglio e quelle del frumento sono intricate le une nelle altre e non possono essere separati che alla mietitura, la giustizia divina distinguerà i buoni dai cattivi solo al giudizio universale. I cattivi, come paglia inutile, saranno bruciati; i buoni, liberati dai persecutori e dai derisori, saranno in cielo con Gesù. «Radunate il grano nel mio granaio», egli dirà agli angeli.
Tenendo presenti queste verità, comprendiamo perché con i buoni vivano i cattivi; come alla fine ognuno avrà quello che ha meritato. Dio aspetta i cattivi a penitenza; ma guai a chi non si arrende ai suoi amorosi inviti. Ma i buoni sopportino, non si lascino deviare dagli esempi dei tristi. Il bene è di chi se lo fa; il male cade sul capo di chi si stima. Nella rete si trovano pesci buoni e pesci cattivi; ma alla fine i buoni sono conservati; i cattivi sono buttati fuori.

3° Ogni cristiano è chiamato alla santità. Gesù Cristo ha dato alla Chiesa un magistero di Verità, un’autorità per guidare, un ministero di grazia per tutti santificare e condurre a salvezza. Ma l’uomo, dotato da Dio di libertà, può | diventare nemico di Gesù Cristo e mettersi dalla parte di Satana. La potenza del male, con la cooperazione consapevole o incosciente dei cattivi, non può nuocere ai buoni. Anzi, questi esercitano la pazienza e l’apostolato per opporsi al male: sperano che la zizzania o il loglio si convertano in buon grano. Essi vogliono vincere il male con il bene. Nulla sarà perduto di quello che operano tanto i figli di Dio come i figli del demonio; seguirà rispettivamente premio o castigo.

Esame.
– Ritengo per certa questa verità: il trionfo di un’ora dei tristi sarà mutato in sconfitta eterna? So valutare e misurare le cose con vedute soprannaturali ed eterne?

Proposito.
– Giudicherò non secondo le apparenze, ma secondo l’eternità: le sofferenze temporanee cederanno il posto alla felicità eterna.

Preghiera. – Io non preferirò più che giustizia sia fatta sulla terra; attenderò con fiducia la vostra misericordia e la vostra giustizia, o Signore. Chi sopravvivrebbe se voi, o Signore, puniste subito chi pecca? «Se guardi le colpe, o Signore, Signore, chi potrà reggere?».
Sopportare l’apparente vittoria degli erranti non significa cedere innanzi all’errore e al predominio dei cattivi; non significa che il bene venga sopraffatto. Nonostante tutto, voi, o Dio, avete sempre le ore segrete ed ineluttabili: l’ora del granaio e l’ora del fuoco.
Signore, per tutti, misericordia: perdona al tuo popolo e non ti adirare in eterno con noi
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134 Titolo originale: “Domenica V dopo l’Epifania”.

135 Pianta graminacea dai chicchi velenosi.