Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33.
GIUDIZIO FINALE

«Dite tra i popoli: Il Signore regna! Sorregge il mondo, perché non vacilli; giudica le nazioni con rettitudine. Gioiscano i cieli, esulti la terra, frema il mare e quanto racchiude; esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi della foresta davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 96/95,10-13).

1° Il Vangelo di S. Matteo (25,31-46) riporta la sentenza finale che Gesù Cristo pronuncerà su tutti gli uomini.
«Or quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà con tutti gli Angeli, sederà sul trono della sua gloria. E si raduneranno dinanzi a lui tutte le genti, e separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e metterà le pecore alla sua destra e i capretti alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: Venite, benedetti dal | Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui pellegrino e mi albergaste; ignudo e mi rivestiste; infermo e mi visitaste; carcerato e veniste a trovarmi. Allora i giusti risponderanno: Signore, quando mai ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, ignudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato, e siam venuti a visitarti? E il re risponderà: In verità vi dico: quando ciò faceste ad uno dei minimi di questi miei fratelli, l’avete fatto a me. Allora si volgerà anche a quelli che sono a sinistra e dirà: Andate via da me, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per gli angeli suoi. Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui pellegrino e non mi albergaste; ignudo e non mi rivestiste, infermo e carcerato, e non mi visitaste. Allora anche questi risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e sitibondo, o pellegrino, o ignudo, o infermo, o carcerato, e non ti abbiamo assistito? Allora egli risponderà loro: In verità vi dico: quando ciò non faceste ad uno di questi minori, non l’avete fatto a me. E questi andranno al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

2° Il giudizio particolare si riferisce all’uomo considerato nei suoi doveri individuali; il | giudizio universale si riferisce all’uomo considerato specialmente nei suoi doveri sociali, che si compendiano nella carità.
L’uomo vive nella società domestica, ove occupa un posto come padre, figlio, servo, ecc. Così nella società civile ha doveri verso gli altri, come sovrano, suddito, operaio, maestro, compagno, ecc. Anche nella Chiesa ogni cristiano ha doveri propri e doveri comuni. Altro è il sacerdote, altro è il semplice fedele; tutti abbiamo doveri verso gli infermi, i poveri, gli eguali, gli inferiori; doveri di buon esempio, di giustizia, di carità, di preghiera, di correzione fraterna.
I semplici cristiani hanno doveri più limitati; doveri più ampi i religiosi; doveri più larghi e più stretti i sacerdoti.

3° Voi, o Gesù Maestro, siete il perfetto esemplare nell’adempimento dei doveri e nella pratica delle virtù domestiche.84 Così siete perfetto esemplare di cittadino e nella pratica delle virtù sociali; della carità, zelo, compatimento, preghiera. Ugualmente avete adempiuto perfettamente i vostri uffici di predicatore, maestro, sacerdote, mediatore.

Esame. –
Che cosa risponderò quando mi esaminerete sui miei doveri e sulle virtù domestiche e sociali? Specialmente quando mi esaminerete sopra la virtù della carità verso gli affamati, gli assetati, gli infermi, i poveri, ecc.?

Proposito. –
Estenderò il mio esame di | coscienza ai doveri di carità; e specialmente a quelli che corrispondono al mio stato.

Preghiera. – Oh! quanto mi fa pensare, o Gesù, la vostra sentenza: Ciò che farete e trascurerete in riguardo ai fratelli, anche minimi, lo ritengo come fatto a me stesso. Dunque, io posso rendervi come debitore verso di me, servendo gli infelici, esercitando verso di essi le opere di misericordia. Con la carità io mi assicurerò la vostra misericordia ed una buona sentenza nel giudizio finale. Datemi, o Gesù, un cuore misericordioso come il vostro.
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84 Cf, nel DF (pp. 39ss), la sezione di Gesù-Via, Gesù «modello a tutti, facile, divino»... Don Alberione ci invita a pregare il Maestro Divino con questi termini: «Fa’ che metta ogni momento il piede sulle tue orme di povertà, castità, obbedienza: ogni altra via è larga... non è tua: Gesù, io ignoro e detesto ogni via non segnata da Te. Ciò che vuoi Tu, io voglio: stabilisci la tua volontà al posto della mia volontà». – Per quanto riguarda le virtù domestiche, vedi DF, p. 42: «Vita privata... È catena misteriosa di obbedienza, di preghiera, di sacrificio, di virtù domestiche».