Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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18.
LA MORTE, SPECCHIO DELLA VITA

«Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai. Fanne sette od otto parti, perché non sai quale sciagura potrà succedere sulla terra. Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra; se un albero cade a sud o a nord, là dove cade rimane. Chi bada al vento non semina mai e chi osserva le nuvole non miete» (Qo 11,1-4).

1° «Viene il Signore quando si approssima per giudicarci, picchia quando per i dolori e la vecchiaia ci indica vicina la morte. L’uomo subito gli apre se lo riceve con amore. Non vorrebbe aprire al giudice che picchia alla porta chi è in trepidazione ed ansietà a lasciare il mondo e teme di incontrarsi con quel Dio giudice che ha disprezzato in vita. Chi invece è sicuro della sua speranza e delle sue opere compiute in vita subito apre al Signore e si presenta lietamente al giudice; ed avvicinandosi il momento della morte, esulta nel pensiero dell’eterna ricompensa».

2° Se la morte arriva improvvisa e repentina, non vi è tempo per prepararsi. Quella persona che nel sonno, o in un incidente di viaggio, o per una sincope mortale, ecc., passa | all’eternità, come comparirà innanzi a Gesù Cristo Giudice? precisamente come si trovava nel momento di addormentarsi; o nello stato spirituale in cui si trovava viaggiando; o abitualmente viveva quando sopravvenne il malore improvviso. Si morirà come si vive. Chi era ricco di meriti li porta all’eternità. Chi era in peccato, con esso compare al giudizio di Dio. Ché, se la morte è preceduta da malattia o altro preannunzio (come la vecchiaia), l’anima potrà forse riconciliarsi con Dio; o forse non lo potrà, non capirà, non vorrà: o forse non avrà il dolore, la sincerità nell’accusa... Si muore come si visse.

3° Nella migliore ipotesi in cui il peccatore si riconcili con il suo Dio: potrà forse trovare allora i meriti se non li ha accumulati? Chi invece li avrà accumulati con essi andrà lieto al suo Dio giusto rimuneratore. «Opera tua sumus, non te deseremus.44 Siamo tua opera, non ti abbandoneremo». Morrà forse in fervore chi visse sempre tiepido? O morrà nel torpore chi sempre visse nello stato di fervore? O cercherà le creature ed i piaceri in morte chi ne fu staccato in vita?

Esame. –
Sono premuroso di farmi tutti i meriti di cui mi si presenta l’occasione? Cerco di essere sempre in stato di fervore, di buona volontà?

Proposito
. – Voglio assicurarmi una morte pia, buona, santa; uno solo è il mezzo davvero sicuro: fare una vita pia, buona, santa.

Preghiera. – Signore Gesù, per la vostra santissima passione e morte di croce, concedetemi una vita innocente e penitente, perché possa morire nel vostro santo amore.
«O Dio, che condannandoci alla morte, ce ne avete occultato il momento e l’ora, fate che io, passando nella giustizia e nella santità tutti i giorni della mia vita, possa meritare di uscire da questo mondo nel vostro santo amore. Per i meriti di Nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna con voi, nell’unità dello Spirito Santo. Così sia».
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44 Espressione attribuita a San Bernardo, il quale però la riferisce non ai meriti, di cui parla Don Alberione, ma ai peccati! I peccati terranno afferrato il moribondo e gli diranno: «Opera tua sumus, non te deseremus!». Medesimo concetto in san Giovanni Berchmans.