Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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39.
IL PARADISO: amore di Dio

«Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro» (Ap 21,1-3).

1° L’amorosa quiete dell’anima in Dio, sommo Bene, produrrà un’estasi soavissima e una | ineffabile unione con Dio. Per l’estasi i beati, (mente e affetto), saranno così rapiti ed attirati da Dio che, eliminato tutto ciò che è pensiero, cura, amor proprio, sono come morti a se stessi; e vivono solo di Dio, in Dio, per Dio: «Vivit vero in me Christus» (Gal 2,20). Tanto è il bene divino e così potentemente i beati si attaccano a Dio che alcuni scrittori paragonarono questo stato all’atto del bambino affamato che si attacca con impeto alle mammelle materne e ne succhia il latte senza curarsi d’altro; o all’abbandono della sacra Sposa fra le braccia dello Sposo celeste. È una unione prodotta dalla sublime e soave contemplazione della divina essenza; è un’imitazione stretta e continua della vita divina; è una perfetta conformità col divino volere: è una specie di trasformazione in Dio; si accendono talmente del suo amore da sembrare che si sciolgano totalmente per immergersi nell’abisso infinito della Divinità, pur rimanendo sempre da lui distinti.

2° A questo possesso e amore di Dio si arriva con la pratica della divina Volontà. Chi vive unito a Dio sulla terra, osservandone i divini precetti, merita di possedere Dio Bontà infinita. Egli appagherà tutti i desideri perché è Bene che eccede ogni desiderio umano. La volontà di Dio sarà amabile, perfetta, gioconda; luce, bene, segreto di felicità eterna.
Dunque: accettare i comandamenti di Dio, Padre buono: Egli, nel darceli, cercò il nostro | bene.104 Poi: accettare la divina Volontà che si manifesta in quello che Dio permette o dispone a nostro riguardo; Egli ha sempre di mira la nostra eterna felicità. Ripetere spesso: sia fatta la vostra volontà, come in cielo così in terra.

3° Signore, una grande grazia, la maggiore delle grazie io vi domando: di amarvi, amarvi tanto, amarvi per tutta la vita, amarvi per tutta l’eternità. La maggiore virtù è la carità (1Cor 13,13); ed è la virtù che dura in eterno. Questa vi chiedo, o Spirito Santo, che siete il Fuoco del Padre e del Figlio: accendete in me questo amore, e fate che la mia vita sia tutta spesa nell’amarvi.

Esame. –
La mia carità è vera? è operosa? Osservo i divini comandamenti? Trovo la pace nel compiere la volontà di Dio?

Proposito. –
Reciterò più volte nel giorno l’atto di carità. Io posso amare; e questa è la grande grazia, il supremo dono che sempre domanderò a Dio; sicuro che egli lo dà a chi lo chiede.

Preghiera. – Signore, io amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa, voi, Bene Infinito, e mia eterna felicità. Amo il mio prossimo, come me stesso; perdono a chi mi ha offeso; datemi la grazia di salvare qualche anima. Soprattutto concedetemi la grazia di amarvi sempre più.
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104 È questo uno dei temi più cari a Don Alberione. Nel DF, presentando la legge eterna come espressione della volontà di Dio, egli scrive: «cui devo uniformarmi, prendendo come legge suprema e massimo atto d’amore la volontà di Dio» (DF, p. 19). Ogni credente è dunque invitato a percepire la volontà divina come il massimo atto d’amore con cui il Padre lo ama e lo guida; ed esprimerà il suo amore al Padre proprio accogliendo e compiendo bene la sua volontà. Più avanti, questo orientamento viene trasformato in preghiera a Gesù-Via: «Ciò che vuoi Tu io voglio; stabilisci la tua volontà al posto della mia volontà» (DF, p. 40).