Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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106.
CARITÀ - IV

«Gli rispose: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,37-39).

1° Anch’essa è virtù teologale, purché si ami il prossimo per Dio. Amare il prossimo | unicamente perché ci è utile, o per se stesso, non sarebbe carità.
Dio è nel prossimo perché egli ha stampato nell’uomo la sua immagine, dandogli l’essere, non solo, ma anche l’intelligenza e la volontà. Di più, nel prossimo vediamo dei figli di Dio, delle membra di Gesù Cristo, dei coeredi dello stesso regno celeste. Ché se non fossero in grazia di Dio, possiamo contribuire con l’esempio, la preghiera ed altri mezzi a unirli a Dio.
L’amore verso il prossimo è un modo di amar Dio. S. Giovanni scrive: «Sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli... Chiunque odia il proprio fratello è omicida» (1Gv 3,14-15). «Carissimi, amiamoci l’un l’altro: perché la carità è da Dio; e chi ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama, non ha conosciuto Dio, perché Dio è carità (1Gv 4,7-8). Se ci amiamo l’un l’altro, Dio abita in noi e la carità di lui è in noi perfetta... (1Gv 4,12). Se uno dice: Io amo Dio, ed intanto odia il fratello, è mentitore... (1Gv 4,20). E questo è il comando di Dio: che chi ama Dio ami anche il fratello» (1Gv 4,21).

2° Gesù nel Vangelo dichiara in modo solenne e chiaro che considera fatto a Sé quel tanto di bene che si fa al fratello, fosse pure al minimo: «In verità, in verità vi dico quando faceste ciò ad uno dei minimi di questi miei fratelli, lo faceste a me» (Mt 25,40). È chiaro che Gesù Cristo non si lascia vincere in generosità | e che rende centuplicato con ogni sorta di grazie il minimo servizio che gli si rende nella persona dei fratelli. S. Giov. Eudes scrive: «Guardate il prossimo in Dio, e Dio nel prossimo: ossia guardatelo come dal cuore della bontà di Dio; come partecipazione di Dio, come creato per tornare in Dio, per essere collocato nel seno di Dio, per glorificarlo o con la misericordia o con la giustizia».
Ciò è molto consolante per chi serve gli infermi, fa elemosina, o benefica spiritualmente il prossimo. E lo è ancor più per coloro che consacrano la vita intera alle opere di apostolato e di beneficenza. Costoro rendono ad ogni istante servizio a Gesù nella persona dei fratelli; e Gesù, di contraccambio, lavora l’anima loro ornandola di virtù e santificandola.

3° S. Paolo scrive: «Vi scongiuro, dunque, io prigioniero per il Signore, a procedere in modo degno della vostra vocazione: sopportandovi gli uni gli altri in carità, solleciti di conservare l’unità di spirito nel vincolo della pace. Un sol corpo ed un solo spirito, come foste chiamati ad una sola speranza della vostra vocazione... Un solo Dio, Padre di tutti, che è sopra tutti, che opera per mezzo di tutti, che è in tutti. Saldi nella verità e nella carità, continuiamo a crescere, per ogni verso, in colui che è il capo, Cristo» (Ef 4,1-6).

Esame
. – Ho penetrati bene i motivi per amare il prossimo? La mia carità è | soprannaturale? Miro al fine eterno della salvezza del prossimo?

Proposito. –
Userò verso il prossimo una carità di mente, di cuore, di opere, di parole.

Preghiera. – Considero e prego con le parole di S. Paolo: «Se vi è dunque qualche consolazione in Cristo, se qualche conforto nella carità... rendete perfetto il mio gaudio: abbiate un solo pensiero, un solo amore, una sola anima, un solo sentimento. Nulla fate per spirito di parte, né per vana gloria; ma con umiltà l’uno reputi l’altro dappiù di sé; mirando ciascuno non ai propri interessi, ma agli altrui».38
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38 Fil 2,1ss.