Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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251.
LA PENITENZA - VIII

«Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore» (Sal 40/39,7-9).

1° La soddisfazione è parte del Sacramento della Confessione. Essa importa di accettare ed eseguire volontariamente la penitenza imposta dal confessore per riparare l’ingiuria fatta a Dio, cancellare la pena temporale meritata, ed ordinariamente ancora da scontarsi dopo l’assoluzione.
Non sempre è rimessa tutta la pena temporale quando sono perdonate la colpa e la pena eterna: anzi spesso ne rimane ancora da soddisfare. Davide fu perdonato, ma la pena temporale fu ben dura; Mosè ed Aronne furono perdonati, ma non poterono entrare nella terra promessa. Opere soddisfattorie sono specialmente l’elemosina, il digiuno, l’orazione; con queste restituiamo a Dio qualcosa di quanto il peccato aveva tolto. Inoltre con queste opere si mortificano le nostre tre concupiscenze: l’avarizia con l’elemosina; la carne con il digiuno, la superbia con l’orazione.

2° Dice il Signore: «Orsù, convertitevi a me di tutto cuore, nel digiuno, nel pianto, nelle lacrime» (Gl 2,12). «Rimedia ai tuoi peccati con le elemosine ed alle tue iniquità con la misericordia verso i poveri» (Dn 4,24). «Fate degni frutti di penitenza» (Lc 3,8). «Chi vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24); «Adempio nel mio corpo ciò che manca alla Passione di | Cristo» (Col 1,24). E quanto dure erano le penitenze canoniche nei primi tempi della Chiesa!
Si comprende bene: Dio è legislatore e rettore della società. Come saggio legislatore e prudente rettore impone pene per i delitti, perché ognuno abbia maggior orrore del peccato, la giustizia sia riparata, si comprenda quanto male sia la violazione della legge. Il penitente, con la penitenza, rimedia alle cattive abitudini, toglie le reliquie del peccato, cancella la pena del purgatorio.
Dio stesso, per la sua misericordia, permette che molte volte siamo tribolati, oppressi da mali fisici o morali, contraddetti dagli uomini. Queste pene accettate dalla mano di Dio, in unione di Gesù Crocifisso e dell’Addolorata sua Madre, servono mirabilmente come opere soddisfatorie.

3° O Dio, che offeso dal peccato, vieni placato dalla penitenza, guarda propizio alle preghiere del tuo popolo supplicante, ed allontana i flagelli della tua giustizia meritati dai nostri peccati. Per Cristo Nostro Signore (La Chiesa).74

Esame. –
Ho accettato volentieri la penitenza ingiunta dal Confessore? L’ho adempiuta? Nel tempo, modo, misura prescritta? Ho io aggiunto qualche mortificazione volontaria per soddisfare intieramente?

Proposito. –
Accetterò in soddisfazione dei miei peccati, quanto di triste, duro, penoso, il Signore vorrà permettere; specialmente quest’oggi.

Preghiera. – «Nel castigo confessiamo ciò che facemmo di male; e dopo le tue lezioni dimentichiamo ciò che piangemmo. Se tu indugi non ci correggiamo; se tu punisci non tolleriamo. Eccoci avanti a te, poveri peccatori, riconosciamo che giustamente ci affliggi se non invochiamo pietà» (S. Agostino).
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74 Riferimento generico. In realtà, si tratta di una colletta del tempo quaresimale.