Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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51.
IL CUORE: cattive amicizie

«Non far male né molto né poco, e da amico non divenire nemico, perché un cattivo nome si attira vergogna e disprezzo; così accade al peccatore, falso nelle sue parole. Non ti abbandonare alla tua passione, perché non ti strazi come un toro furioso; divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, sì da renderti come un legno secco. Una passione malvagia rovina chi la possiede e lo fa oggetto di scherno per i nemici» (Sir 5,15-6,4).

1° Il cuore ben custodito è il tesoro dell’uomo; il cuore sviato è rovina e vergogna dell’uomo. «Corruptio optimi pessima».128 È sviato quando si perde dietro a falsi amori ed amicizie sensuali.
L’amicizia pura è piena di nobiltà e fecondità; ma l’amicizia carnale è una vergognosa e peccaminosa contraffazione. È una febbre fisica e morale che, se arriva al parossismo, brucia la carne; gli occhi schizzano fuoco; i | movimenti sono scomposti; la testa si perde. Allora la persona amata occupa tutto l’essere; spesso anche nel sonno. Il bisogno della sua presenza si fa sentire; si prolungano futili colloqui; si supplisce, quando sono impediti, con ricordi, immagini, lettere... e forse si giungerà a dilettuose129 libertà. L’amore sensuale è cieco. Si perde il tempo in visite, in preoccupazioni, si studiano nuovi incontri. Il cuore è disturbato; le idee sono sconvolte: la vita è disorientata.

2° E come nasce [l’amicizia cattiva]? Secondo i caratteri; i sanguigni si precipitano; i flemmatici sono lenti; gli oziosi, i golosi, i sentimentali si preparano quasi inconsciamente la strada. Letture, spettacoli, sguardi, ecc. danno l’ultima spinta. Il cuore cerca un idolo: non sarà scelto secondo la bontà, la posizione, l’ingegno, la bellezza... ma secondo un frivolo capriccio.
Chi cade in queste cattive amicizie perde il suo tempo, la sua fortuna, la riputazione, la virtù: arriva anche allo scandalo.
Perde il tempo: non si fanno più studi seri; si dimenticano o compiono malamente i doveri dello stato; quella donna che lasciò smarrire il cuore, non si cura più né del marito, né dei figli, né della casa.
Perde la fortuna: la ragione non è più serena e spesso si fanno inconsiderate spese per mantenere il vizio.
Perde la riputazione: prima viene scossa; poi i sospetti, i giudizi, il disfavore si fa | sentire; infine le recriminazioni uccidono ogni stima e distruggono ogni buona influenza sociale. La religione e la virtù fanno naufragio.
Si è cominciato dallo spirito forse, e si è finito nella carne. Dice S. Agostino: «L’amore spirituale spesso genera l’affettuoso; l’affettuoso genera l’ossequioso, l’ossequioso genera il familiare; il familiare genera il carnale». Allora appare evidente lo scandalo: il cadavere è ormai fetente. E più la caduta è dall’alto e più fa rumore e danno. Più la posizione richiedeva di virtù morale e più i danni dello scandalo sono estesi e profondi.

3° Signore, che sarà poi se anime innocenti furono turbate, guastate, deflorate? Si sono aperti solchi non colmabili verso il vizio.
Le minacce contro gli scandalosi, registrate nel Vangelo,130 sono divine e terribili. La stessa religione rallenta allora ogni vincolo: l’anima non è più di Dio; Dio non è più con l’anima. Mio Dio, che io mi studi di preservare ad ogni costo il cuore da tale naufragio! E se mi accorgessi di essere sulla china, che io lo rialzi con qualsiasi sacrificio.

Esame. –
Che mi dice la coscienza a questo riguardo? Come mi comporto nelle amicizie?

Proposito. –
Terrò presente: salvare il mio cuore significa davvero salvare tutto; ed anche salvare molti altri con me. Esaminerò gli affetti delle mie amicizie e sarò pronto ad abbandonare ogni relazione peccaminosa.

Preghiera. – Signore, sono uomo; e come uomo ho un cuore volubile e sensibile. Io debbo esercitare innanzi a qualunque impressione una piena e vittoriosa padronanza su di me. Dovessi pure tagliare la mano, troncare il piede, strappare l’occhio; devo troncare, perché vi è un solo dilemma: o vivere o morire. Vi offro, o Signore, questo cuore. Intendo darvelo ogni giorno; custoditelo. Difendeteci, o Signore, come la pupilla dell’occhio; proteggeteci sotto l’ombra delle vostre ali.
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128 «Ciò che era ottimo, una volta corrotto diventa pessimo»: espressione di Cicerone, ripresa da Gregorio Magno.

129 Da leggersi “delittuose” (come nella seconda edizione).

130 Cf Lc 17,1ss.