Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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35.
L’INFERNO - II

«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc 9,43-47).

1° Una terribile ed eterna meditazione farà l’anima dannata in mezzo a quelle pene angosciose. Cinque saranno specialmente i soggetti di tale meditazione, secondo S. Alfonso de Liguori.
a) Mi sono perduta per cose da nulla, vili, che non diedero una vera soddisfazione: | ambizione, bestemmie, sfoghi bestiali, un po’ di denaro lasciato poi ad altri in morte.
b) Con pochissima fatica potevo salvarmi; un po’ più di preghiera, la fuga di quell’occasione.
c) Bastava adempissi i doveri del mio stato, come tanti altri facevano.
d) Eppure sono precipitato qui: non per ingiustizia, né per colpa di altri; né per mancanza di grazie ed aiuti; ma solo per mia colpa, per mia grave colpa.
e) E questa dannazione è irrimediabile, eterna: sempre tra queste fiamme, non uscirne mai più.

2° Alla fine, nell’eternità, i giusti staranno con sicurezza di fronte ai cattivi che li oppressero. I cattivi invece saranno agitati da orribile spavento e saranno meravigliati della inattesa salvezza dei buoni.
Diranno tra sé, pentiti e gementi per l’affanno: Ecco, quelli che noi perseguitavamo! Stolti che siamo stati, giudicavamo la loro vita una pazzia89 e senza onore la loro fine; ed invece essi sono tra i figli di Dio e tra i santi. Dunque ci siamo ingannati. Ci affaticammo nelle vie del peccato e della perdizione. A che ci servirono la superbia, la boria, le ricchezze? Tutte cose passate come ombra... Così ragionano nell’inferno i peccatori. Infatti la speranza dell’empio è come paglia al vento, come fumo che si disperde... Ma i giusti vivranno in eterno; la loro ricompensa è presso l’Altissimo.

3° Mio Dio misericordiosissimo, mi getto ai | vostri piedi. Dove dovrei trovarmi a quest’ora? Se non sono ancora caduto nell’inferno lo devo alla vostra misericordia. Ma voi, o Gesù Crocifisso, aggiungete misericordia a misericordia; fatemi conoscere il pericolo in cui vivo; convertitemi una buona volta. Salvatemi, o Madre mia Maria.

Esame. –
Ho qualche legame, qualche passione, qualche cattiva abitudine per cui mi trovo in pericolo di dannazione? Quale sforzo devo compiere per assicurarmi l’eterna salvezza? Seguo quelli che vivono bene? Quali scuse potrei trovare al giorno del giudizio?

Proposito. –
Devo vincere la passione dominante; potrebbe essere il laccio che mi trascina in quell’orrendo carcere.

Preghiera. – Signore mio Gesù, vi prego con S. Agostino: Sottomettetemi durante la mia vita ad ogni pena e ad ogni dolore; purché mi salviate da quegli eterni rimorsi. Infondete in me un gran timore dei vostri castighi; qui tagliate, bruciate, punite; ma risparmiatemi per l’eternità.90 «Liberaci, Signore, dalle pene dell’inferno! Dalla morte perpetua, liberaci, o Signore. Nel giorno del giudizio, liberaci, o Signore, ti preghiamo che le anime nostre, dei fratelli, dei vicini e dei benefattori nostri, siano liberate dalla dannazione eterna; esaudiscici».91
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89 Cf Sap 3,1ss.

90 «Hic ure, hic seca, hic non parcas, ut in aeternum parcas» (Sant’Agostino).

91 Dalle Litanie dei Santi.