Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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326.
LA DIVINA PROVVIDENZA184

«Il Signore è la forza del suo popolo, rifugio di salvezza del suo consacrato. Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici, guidali e sostienili per sempre» (Sal 28/27,8-9).

1° La moltiplicazione dei pani, narrata nel Vangelo di oggi, ci fa ricordare la ineffabile Provvidenza di Dio.
«In quei giorni di nuovo, siccome la folla era molta e non aveva da mangiare, Gesù chiamati a sé i Discepoli, disse loro: Ho | compassione di questo popolo, che già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare. E se li rimando a casa digiuni, verranno meno per la via, essendo alcuni di loro venuti da lontano. E i suoi discepoli gli risposero: Come si potrebbe mai saziarli di pane qui in un deserto? Domandò loro: Quanti pani avete? Risposero: Sette. E ordinò alla gente di sedere per terra. E presi i sette pani, dopo aver rese le grazie li spezzò e li diede ai suoi discepoli, perché li ponessero dinanzi alla folla; ed essi li posero. Avevano ancora pochi pesciolini; e quelli pure benedisse e fece distribuire. E mangiarono e furon sazi e raccolsero degli avanzi sette sporte. Or quelli che avevan mangiato eran circa quattro mila; e li licenziò» (Mc 8,1-9).

2° S. Agostino osserva: Desta in noi ammirazione il fatto evangelico in cui si narra come il Salvatore con sette pani e pochi pesci saziò quasi quattro mila persone. Invece non ci impressiona come il Signore, ogni giorno, sazia l’umanità intera [che risulta, oggi, di oltre due miliardi di persone...].185 Perché? Nel primo caso, il modo, è raro; nel secondo, consueto; eppure il secondo è più grandioso.
Il Signore nutre gli uccelli dell’aria, veste di vaghi colori i gigli; manda il sole e la pioggia per i buoni e per i cattivi; regola l’andamento delle stagioni; pensa agli orfani, ai vecchi, agli infermi. Tutti i suoi figli devono trovare un tetto, una veste, un pane. Devono vivere e guadagnare il Paradiso. Gli uomini tante volte | impediscono l’azione della Provvidenza: vi è l’ozioso che non lavora; l’ingordo che scialacqua; il parassita che succhia il sangue al prossimo; il disonesto che specula sul fratello; il seminatore di rovine che distrugge il dono di Dio. Ciò nonostante la bontà di Dio è invincibile: quando si prega, si lavora, si temperano le sregolate cupidigie... il Signore non manca: «Non ho mai visto il giusto abbandonato sulla terra, né i suoi discendenti in cerca di pane». Le vie di Dio sono ammirabili: d’ordinario il Signore provvede benedicendo il lavoro dell’uomo: a chi non può lavorare, fa giungere il pane attraverso la carità; in casi speciali interviene anche con miracoli. Quindi osserviamo le famiglie che vivono di onesto lavoro, gli istituti e case di beneficenza ove né si semina, né si miete, ma arriva talora anche con abbondanza il pane quotidiano; sacconi straordinari per le straordinarie necessità.
Verso la Divina Provvidenza dobbiamo: fede, riconoscenza, cooperazione, preghiera. Fede: poiché è verità rivelata e proposta a credersi dalla Chiesa. Riconoscenza: deve fiorire nel nostro cuore e manifestarsi al Signore. Cooperazione: poiché dice S. Paolo: Chi non lavora non mangi (2Ts 3,10). Iddio ha dato all’uomo la terra e il potere di coltivarla: «Ut operaretur terram»186 (Gen 3,23).
Preghiera: specialmente è utile la domanda del Padre nostro: «Da’ a noi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11).

3° Sia benedetto il Padre Celeste per la sua | mirabile Provvidenza verso i suoi figli. Chi non ringrazierà, dopo aver mangiato, la Divina Bontà? E quale amore non merita essa per i tanti segni di amore datici durante la nostra vita?

Esame. –
Ho fiducia nella Divina Provvidenza? Sono grato? Mi è familiare il «Deo gratias»?187 Lavoro secondo le mie forze e la mia posizione? Prego il Signore per me e per tutti gli uomini?

Proposito. –
Dalla considerazione dei benefici di Dio mi ecciterò ad amarlo sempre più e servirlo sempre meglio.

Preghiera. – Signore, la cui Provvidenza non viene mai meno nelle sue vie; ti preghiamo di allontanare ogni avversità e concederci invece quanto è utile. Per il Signore nostro Gesù Cristo che con te vive e regna, con lo Spirito Santo per tutta la eternità. Così sia.
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184 Titolo originale: “Domenica VI dopo Pentecoste”.

185 Questo inciso, ovviamente, non è di Agostino.

186 «Per coltivare la terra».

187 «(Rendo, rendiamo) grazie a Dio».