Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

343.
«SECONDO LA VOSTRA FEDE»212

«Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò; mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore; mi lascerò trovare da voi, dice il Signore» (Ger 29,12-14).

1° Al Signore nulla è impossibile, né si domanda troppo quando si prega; purché la preghiera abbia le dovute condizioni. Le condizioni sono: l’umiltà, la perseveranza, lo stato di grazia e che la preghiera sia fatta per noi. Ma soprattutto è necessaria la fede che genera la fiducia. Ecco i frutti della preghiera fatta con fede.
«In quel tempo: mentre egli diceva loro queste cose, ecco uno dei capi accostarsi, inchinarsi e dire: Signore, la mia figlia è morta or ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei e vivrà. E Gesù, alzatosi lo seguì coi suoi discepoli. Ed ecco una donna, la quale da dodici anni pativa perdite di sangue, accostarsi a lui da tergo e toccargli il lembo della veste. Perché, diceva dentro di sé: Sol ch’io tocchi la sua veste, sarò guarita. Ma Gesù rivoltosi e miratola, disse: Confida, figliola: la tua fede ti ha salvata. E da quell’istante la donna fu liberata. E quando Gesù arrivò alla casa del capo, avendo veduti i suonatori e la turba far strepito, disse: Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme. Ed essi lo | deridevano. Quando poi fu messa fuori la gente, egli entrò e prese la fanciulla per mano, e quella si alzò. E se ne divulgò la fama per tutto il paese» (Mt 9,18-26).

2° Credere alla potenza, alla bontà, alle promesse di Dio. Credere ai meriti di Gesù Cristo e all’intercessione dei santi. Pensare secondo la fede, cioè: che il Signore dà le grazie in ordine alla vita eterna; perciò soprattutto le spirituali.
Dice «uno dei principali» tra il popolo: Signore, or ora mia figlia è morta; ma vieni, imponi la tua mano sopra di essa, e vivrà.
La donna inferma da dodici anni si accosta per di dietro a Gesù e tocca il lembo del suo vestito. Pensava fra sé: solo se io tocchi la sua veste, sarò guarita.
Gesù concesse le due grazie: letteralmente come gli erano state chieste.
«Qualsiasi cosa chiederete pregando, credete che la riceverete» (Mc 11,24): «domandi con fede, senza dubitare?» (Mt 21,21). Non creda di ricevere qualcosa chi dubita.
Gesù dice alla donna che lo pregava per la figlia: O donna, grande è la tua fede, ti avvenga secondo hai creduto. In altri luoghi Gesù dice a chi lo prega: La tua fede ti ha salvato.
Questa fede ottiene le grazie se è perfetta e profonda: «Vi sia fatto secondo la vostra fede» (Mt 9,29), dice ai due ciechi che chiedevano la vista. Se avrete fede e non dubiterete nel vostro cuore, se direte a questo monte: levati e mettiti in mare, esso lo farà.

3° «Aumenta in noi la fede» (Lc 17,5), o Divino Maestro. Essa è il fondamento di ogni giustificazione e di ogni grazia. Ma voi lo vedete, o Signore, quanto è inferma la mia fede.
«Credo, o Signore, ma tu aiuta la mia incredulità» (Mc 9,23). Spesso penso che le grazie che vi chiedo siano troppo grandi... e sbaglio! poiché non sono troppo grandi per la vostra potenza e bontà; anzi quanto più sono grandi, tanto meglio esaltano la vostra gloria. Sono forse troppo grandi per la mia scarsa fede... Ma voi, o divino Spirito, preparate il mio cuore alle vostre grazie, infondendomi una profonda fede.

Esame. –
Come prego? Qual è la causa per cui molte volte non mi credo esaudito?

Proposito. –
Prima della preghiera preparerò l’anima mia: «Prima dell’orazione prepara l’anima tua» (Sir 18,23). Particolarmente mi disporrò in una serena fiducia.

Preghiera. – Signore, voi avete promesso di ascoltare chi vi prega. Voi siete onnipotente e misericordioso. I meriti di Gesù Cristo, mio capo, sono meriti miei. Ecco perché spero in voi, o mio Signore.
Atto di speranza. Mio Dio spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io non resti confuso in eterno.
343

212 Titolo originale: “Domenica XXIII dopo Pentecoste”.