Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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263.
LA PREGHIERA - IV

«Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio» (Sal 62/61,6-9).

1° Il Signore ascolta sempre le preghiere ben fatte; nessuna preghiera, benché piccola, è vana. O il Signore darà quanto si chiede oppure darà di meglio. Come mai, però, in pratica molte preghiere sono inefficaci? Risponde S. Agostino: O perché chi prega è peccatore; si metta prima in grazia con una buona confessione.
Oppure perché si chiedono cose cattive, pericolose per l’anima: per esempio, ricchezze, di cui il Signore prevede che si farà abuso. Si | chiedano la salvezza, la fede, il perdono dei peccati, la buona morte, ecc.
Oppure perché si prega male.
Consideriamo per pregare bene tre condizioni specialmente:
È prima l’umiltà. L’umile è intimamente persuaso del suo nulla, della sua indegnità, ignoranza, infermità, povertà in ogni cosa; come sa che Dio è il tutto, è la misericordia, la grazia. Il pubblicano è il simbolo dell’umiltà: stava in fondo al tempio non osando avanzare; il capo chino picchiandosi il petto, dicendo: Signore, usate misericordia a questo peccatore.

2° Dice il Salmo: «Il Signore ascolta la preghiera dell’umile» (Sal 102/101,18). «Dio resiste ai superbi; agli umili dà la grazia» (1Pt 5,5; Gc 4,6). Altrove nella Scrittura si legge: La preghiera di chi si umilia penetra le nubi... e non ridiscende se l’Altissimo non l’avrà ascoltata: e Dio non tarderà ad esaudirla (Sir 35,21). Dice il Signore: «A chi mi piegherò se non al poverello, al pentito, a chi mi teme? Il Signore è vicino ai tribolati, e ascolta gli interiormente umili». «Dio non rigetta il cuore contrito ed umiliato» (Sal 51/50,17).
I Niniviti, in profonda umiltà, fecero penitenza alla predicazione di Giona; ed il Signore li risparmiò. Il pubblicano umiliato, tornò a casa giustificato; il fariseo superbo, con una maggior colpa per la sua alterigia.
Dice l’Imitazione di Cristo: Il Signore protegge e libera l’umile, consola ed ama l’umile; verso l’umile si piega con bontà; all’umile dà grande grazia; dopo la confessione lo innalza a grande gloria; all’umile rivela i suoi segreti; invita a sé ed attrae l’umile; all’umile comunica la grazia della divozione.90

3° Mediterò le parole di S. Giovanni Crisostomo: «Il pubblicano avendo accusati i suoi peccati, venne santificato; il fariseo avendo enumerato i suoi meriti, restò a mani vuote. Vedi quale danno reca la compiacenza delle opere buone, e quale vantaggio dà l’umile accusa. E con ragione; chi ricorda i propri meriti, esalta se stesso, e disprezza gli altri; ed il fariseo non sarebbe arrivato a dire: Io non sono come tutti gli altri uomini (Lc 18,11), se non avesse ricordato i suoi digiuni e le decime. Invece il ricordo dei peccati abbassa il concetto di noi medesimi, ritiene nell’umiltà e per mezzo di essa conquista la divina benevolenza».

Esame. –
Come prego? In istato di grazia? Per chiedere cose di gloria di Dio? Od utili per la mia eterna salute? Nel pregare imito il fariseo od il pubblicano?

Proposito. –
L’umiltà prepara il posto alle grazie, come la valle è il ricettacolo delle acque. Mi umilierò prima di cominciare l’orazione.

Preghiera. – Signore, voi avete creato il mondo per la vostra gloria; e come potreste | esaudire chi invece cerca la propria? Toglietemi, dunque, il mio cuore così superbo; e datemi un cuore umile. Io mediterò sempre le parole della mia Madre Maria SS.ma: Dio riguardò il nulla della sua serva... La sua misericordia è sopra chi lo teme... rimanda a mani vuote i superbi di mente e di cuore.
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90 Imitazione di Cristo, L. II, c. 2.