Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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PRIMA IL REGNO, POI IL CORPO200

«L’anima mia languisce e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio» (Sal 84/83,3-4).

1° La cura del corpo e la cura dell’anima sono spiegate nel Vangelo della Provvidenza che leggiamo oggi. Il cristiano cerchi per l’anima prima il regno di Dio e la sua santità; abbia cura moderata del corpo; Dio provvederà amorosamente all’uno e all’altra.
Dice il Vangelo: «Nessuno può servire a due padroni; sicuramente o odierà l’uno e amerà l’altro, o sarà affezionato al primo e disprezzerà il secondo. Non potete servire a Dio e a | mammona. Perciò vi dico: non siate troppo solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli dell’aria: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre Celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E chi di voi, con tutto il suo ingegno, può aggiungere alla sua statura un sol cubito? E perché darsi tanta pena per il vestito? Guardate come crescono i gigli del campo: non faticano né filano; eppure vi assicuro che nemmeno Salomone con tutta la sua gloria fu mai vestito come uno di loro. Or se Dio riveste in questa maniera l’erba del campo, che oggi è e domani vien gettata nel fuoco, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? E non vogliate angustiarvi dicendo: Che mangeremo; che berremo, di che ci vestiremo? Tutte queste cose preoccupano i Gentili, ora il Padre vostro sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date per giunta» (Mt 6,24-33).

2° La prima cura è per l’anima: «L’anima non vale più del cibo?» (Mt 6,25). «Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, ed ogni altra cosa vi verrà data in più» (Mt 6,33). S. Agostino dice: «Il Signore vuol farci ricordare che creandoci e formandoci di anima e di corpo ci ha dato molto di più che il nutrimento ed il vestito. Egli non vuole che le cure di queste cose dividano il nostro cuore». Siamo creati per | conoscere, amare, servire Dio; e poi raggiungerlo in cielo. Gli avari cambiano i mezzi in fine. E tutti intenti e attaccati ai beni della terra, non ricordano né amano né cercano Dio ed il paradiso. «Nessuno può servire a due padroni; non potete servire a Dio e al denaro» (Mt 6,24-25).
E per il corpo? Occorre una cura moderata. Colui che ci ha dato l’esistenza ci darà pure i mezzi di sostentamento ed il vitto. Infatti: «Il corpo non è più del vestito?» (Mt 6,25). Il Signore pasce gli uccelli dell’aria che non seminano, né mietono, né accumulano nei granai. Il Signore veste di vaghi colori i gigli del campo; eppure non lavorano né filano. «Ora se Dio veste così le erbe del prato, che oggi esistono e domani sono gettate nel fuoco, quanto più lo farà con voi, uomini di poca fede?» (Mt 6,30). Una cura moderata del corpo è però comandata; né possiamo rimanere oziosi. Chi poi ha responsabilità di altri, deve pure lavorare e provvedere per essi. Cerchiamo che Dio sia conosciuto, obbedito, amato; cerchiamo di conoscerlo, amarlo e servirlo in noi stessi. Il Signore aggiungerà la sua grazia e diverremo santi. Abbiamo fiducia in Dio; lavorando e risparmiando moderatamente, il Signore ci darà quanto è necessario.

3° Io credo in Dio Padre Onnipotente, Creatore e Signore del cielo e della terra; Creatore della mia anima e del mio corpo; Signore provvido per tutti i suoi figli. Concedetemi, mio Dio, | una fede sempre più ferma nella vostra Provvidenza.

Esame. –
Cerco prima il regno di Dio? Ho fiducia per i bisogni dell’anima e del corpo nel Signore?

Proposito. –
Abbandono sereno nelle braccia di Dio.

Preghiera. – Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia.
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200 Titolo originale: “Domenica XIV dopo Pentecoste”.