Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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252.
LA PENITENZA - IX

«Poiché io sto per cadere e ho sempre dinanzi la mia pena. Ecco, confesso la mia colpa, sono in ansia per il mio peccato... Non abbandonarmi, Signore, Dio mio, da me non stare lontano; accorri in mio aiuto, Signore, mia salvezza» (Sal 38/37,18-19; 22-23).

1° La confessione frequente è mezzo utilissimo per emendare i difetti ed accrescere la grazia. Al Clero ed ai Religiosi la Chiesa chiede la confessione settimanale. Alle anime pie che intendono davvero progredire nella virtù, i libri di ascetica, i predicatori e i confessori consigliano unanimemente uguale frequenza.
Chi si confessa ed è già in istato di grazia, accuserà peccati veniali, ovvero peccati della vita passata. Con questo mezzo previene e si assicura da cadute gravi. Per due ragioni: da una parte il Sacramento dà all’anima come un diritto presso Dio a grazie attuali ed una speciale forza ad evitare anche le piccole cadute. Inoltre il detestare le venialità ed i peccati passati, pure già rimessi, è sempre unito al desiderio ed al proposito di evitarli per l’avvenire, usando i mezzi necessari. Vi furono santi che si confessavano due volte per settimana ed anche ogni giorno.75

2° La confessione frequente produce, inoltre, una più sicura remissione dei peccati veniali. Questi si possono rimettere in molte maniere; ma la più efficace è sempre il Sacramento della Penitenza. È il grande mezzo appositamente istituito da N. S. Gesù Cristo.
Ogni volta che si riceve questo Sacramento si ha un aumento di grazia, di santità, con il diritto ad una maggior gloria in cielo. Quale facilità e quale sicurezza hanno qui le anime di ricevere una più copiosa partecipazione ai meriti di Gesù Crocifisso! È il suo preziosissimo Sangue che viene applicato all’anima. E si comprende quello che avviene in pratica; cioè che queste anime abitualmente schivano le colpe gravi.
Di più: in queste frequenti confessioni viene rimessa parte della pena temporale. L’anima sempre più si umilia, detesta e piange le sue colpe. In essa si forma una coscienza sempre più chiara e giusta del gran male che è il peccato, fosse pure veniale. Si forma allora una coscienza delicata, attenta, vigilante per evitare ogni imperfezione involontaria. Dice la Scrittura che vi sono persone «pulchritudinis studium habentes»76 (Sir 44,6); hanno un grande impegno di conservarsi belle e monde agli occhi di Dio. Esse saranno poi molto più sicure nel presentarsi all’esame del Giudice supremo; al quale si renderà conto anche di una parola oziosa.

3° Abbia misericordia di me il Signore | Onnipotente e, condonati tutti i miei peccati, mi introduca alla vita eterna.
Dio, che è misericordioso e che tutto può, mi conceda l’indulgenza, l’assoluzione e la remissione di tutte le mie iniquità.
Il Signore Gesù Cristo mi sciolga da ogni vincolo di scomunica, sospensione ed interdetto.

Esame. –
Mi confesso spesso? Evito il pericolo di contrarre una dannosa abitudine? Ho sempre propositi ben particolari di evitare determinate mancanze? E specialmente il difetto principale?

Proposito. –
In ogni confessione dirò sinceramente a me stesso: da l’ultima volta riconosco un progresso; oppure, nessun progresso; oppure, un peggioramento.

Preghiera. – La passione del Signore Nostro Gesù Cristo, i meriti della Beata Vergine Maria e di tutti i Santi, quello che farò di bene, o sopporterò di pena, mi servano per sconto dei miei peccati, per aumento di merito e grazia, e per premio nella vita eterna.
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75 Dal diario inedito del suo segretario apprendiamo che lo stesso Don Alberione, negli ultimi anni di vita, si confessava ogni sera.

76 «Che hanno il desiderio della bellezza».