Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1953

27 Meditazioni varie.

Esercizi spirituali, Albano - novembre 1953.

Sigla: FSP53

MEDITAZIONI VARIE 1953

Le 27 meditazioni che formano questa sezione, sono state tenute alcune a Roma, altre in Canada, Stati Uniti, Spagna, Francia. Nulla, invece, è pervenuto della predicazione fatta durante il viaggio in Oriente, dal 12 aprile al 22 maggio, mentre Don Alberione e Maestra Tecla visitavano le comunità paoline del Giappone, delle Filippine, dell'India. Abbiamo però di questo viaggio notizie di cronaca date da Maestra Tecla e una relazione importante scritta dal Fondatore stesso1.
La domenica di Pentecoste, all'indomani del suo arrivo a Roma di ritorno dall'Oriente, Don Alberione tiene una meditazione in cripta sull'azione dello Spirito Santo nelle anime e nella Chiesa. Tale meditazione è stata inserita nella presente raccolta (n. 6), pur essendo rivolta a tutta la Famiglia Paolina.
I temi più frequenti, offerti in questo anno alla meditazione, sono ovviamente:
- Le Costituzioni considerate come la via unica, sicura, facile, luminosa per tendere alla santità, per essere veramente sampaoline, per vivere lo spirito paolino che porta due dolcissimi frutti: la santificazione dei membri e lo sviluppo dell'apostolato (n. 3). Le Costituzioni, se penetrate con spirito d'amore, portano ad una maggiore profondità di spirito, aiutano ad innestare la vita in Cristo perché l'apostola produca i frutti di Cristo. È perciò importante: leggerle, capirne il senso, dedicarsi a viverle (nn. 8, 10, 11).
- L'apostolato come luce che si diffonde. Le parole pronunciate ad Alexandria (USA) racchiudono una particolare energia carismatica: Ricordare: 'Di qui voglio illuminare': Gesù vuole illuminare le anime. Il sole illumina la terra; la luce di Gesù Cristo che si riversa sulle anime nostre, si riversa poi sulle anime, sugli uomini. Noi siamo la luce che si riflette dalla
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libreria, dalle parole, come da uno specchio (n. 12), siamo portatrici di Gesù Cristo e del suo Vangelo al mondo, qualunque ufficio compiamo (n. 15).
- Lo spirito paolino come applicazione del Vangelo alla vita (n. 17), come ricerca di profondità, di progresso (n. 10), come fuoco che porta ad amare tutti, ad essere partecipi della missione stessa di Gesù (n. 15), come calamita che attira altre vocazioni (n. 12).
- La santificazione della mente per far fruttare al massimo l'intelligenza, custodirla, risanarla, metterla a servizio del progresso della missione: l'Istituto ha bisogno di menti, cioè di persone creative, piene di iniziativa, che vivono un grande senso di appartenenza alla Congregazione (n. 2).
- La riconoscenza per il dono della vocazione e l'impegno per le vocazioni, affidandole a S. Paolo, protettore delle vocazioni (n. 14) e mettendo a disposizione dell'Istituto tutte le forze (n. 16), facendo rendere al massimo la propria vocazione, mirando al cento. Guadagna il cento per uno la religiosa santa che mette a servizio di Dio tutta se stessa: la sua mente, la sua volontà, il suo cuore, tutte le sue forze, ama davvero il suo Istituto, il suo apostolato (n. 18).
-L'invito ad acquistare maggior profondità di spirito, come presupposto di una azione meritoria (n. 8), ad avere profondo spirito di pietà, profonda fede, profonda speranza, profonda carità, profondo amor di Dio, profondo spirito paolino (n. 10).
Nelle meditazioni di quest'anno, il Fondatore non tralascia di volgere l'attenzione alla salute (n. 11); pone l'accento sul tema dei Novissimi (nn. 5, 13), affermando con convinzione pedagogica: Se osservate i Novissimi, i superiori possono mandarvi ovunque (n. 12). Manifesta inoltre con forza che la vita religiosa deve essere impegno per camminare con i tempi nel nuovo (n. 9), tuttavia è debitore al suo tempo quando, per esempio, afferma che la vita religiosa è immensamente superiore alla vita di famiglia (n. 9).
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1 Cf RA, 5-6 (1953) 1-2; CVV 205.