Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. LA VITA RELIGIOSA*

Quando si va in una casa penso a quello che fece Maria nella visita a S. Elisabetta. Maria portava con sé Gesù e, fatta pisside del Signore, si recò da S. Elisabetta per portare grazie e benedizioni. S. Elisabetta fu ripiena per Maria di Spirito Santo, conobbe le cose occulte, S. Giovanni Battista fu purificato dal peccato originale e Zaccaria riacquistò la parola e profetò il Benedictus1.
Se volete che la visita della Prima Maestra sia di benedizione, recitate bene il secondo mistero gaudioso e dite tutto a lei. Avere poi fede in quello che vi dice, i superiori sono ispirati e dicono quello che fa per noi, poi mettere in pratica quello che vi è stato detto.
Avere grande profondità di sentimenti che per noi consiste nel vivere bene le Costituzioni. Capirne lo spirito è dono di Dio: capire la vita religiosa, la grazia della vocazione, lo spirito religioso.
Essere profonde vuol dire possedere realmente, e per quanto è possibile perfettamente, le virtù teologali: molta fede, quella dei santi, speranza viva del cielo. La vita religiosa è immensamente superiore alla vita di famiglia perché ci costituisce interamente di Dio. Se avrete profondo spirito di speranza capirete anche negli scoraggiamenti quanto vale il cielo. Basta pregare. Spirito profondo di carità: amore verso Dio e verso le anime. Chi non ha questo spirito non capisce l'apostolato. Le offerte dell'apostolato sono per il mantenimento degli apostoli: il vero frutto è la salvezza delle anime.
Quando si compie l'apostolato soprannaturalmente, allora c'è l'amore alle Costituzioni, alla vita religiosa, il desiderio di praticare le virtù e i voti.
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Profondità vuol dire orrore al peccato, tanto in cose gravi che leggère. Chi è profondo di spirito ama il Signore e apprezza tutti i piccoli atti di virtù, i piccoli meriti, in tutto vede Iddio e le parole sono ispirate dall'amor di Dio. Nell'apostolato portare il cuore di Gesù e di S. Paolo. Quando si leggono le Costituzioni secondo questo spirito, si comprendono bene, quando è entrato nell'anima il primo articolo delle Costituzioni, le suore sono fervorose e non stanno mai ferme nella pietà.
Vivete sempre di più le cose vecchie secondo lo spirito con cui siete nate, mosse continuamente dallo spirito di carità: ci siamo unite nell'amor di Dio e delle anime. Ma camminare anche secondo i bisogni dei tempi: non rendersi immobili riguardo alla tecnica, all'apostolato e immedesimarsi delle necessità degli uomini. Sempre un piede a terra, ossia sempre fisse nello spirito della Congregazione, ma l'altro in cammino.
Le nostre Costituzioni hanno dei punti fissi: vetera; altri mobili: nova2. Ci sono suore che dove vanno portano lo spirito paolino, altre l'immobilismo. S. Paolo è l'apostolo del progresso. Sappiate camminare bene nel mezzo, curando bene i due punti.
Per questo ponete la testa nelle mani della Prima Maestra che vi possa muovere dove vuole, e poi camminate coi tempi: il vecchio è sempre l'obbedienza; il nuovo è l'applicazione del nostro apostolato ai tempi che si vivono. Obbedire sempre come Gesù ha obbedito nelle varie fasi della sua vita, e obbedì fino alla morte di croce.
Meditate bene due passi del Vangelo che sono i migliori: le Beatitudini e quello dell'ultima Cena.
Quanto abbiamo da umiliarci! Se fossimo stati sempre più fermi nello spirito! S. Teresa diceva alle sue novizie: Non vi vorrei tanto donne, ma uomini3: forti nel vincere noi stessi e nel perseverare fino alla fine.
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Domandiamo perdono al Signore, chissà quante grazie abbiamo impedito! Riparare al male fatto a noi, alla Congregazione, alle anime. Non riparazione sterile: dire a Gesù che ripari il nostro male. Chissà quante grazie impediamo, [perché] facciamo da bastoni nelle ruote con la nostra superbia, i nostri ragionamenti, le nostre idee.
Lasciare che il carro4 della provvidenza vada avanti.
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* Meditazione del Primo Maestro, appunti manoscritti presi da sr Antonietta Vivian FSP, fogli 3 (20x25), formato protocollo, stampata nell'opuscolo trentaduesimo citato nella meditazione n. 8, alla nota dell'asterisco, pp. 4-6. Lo stampato riporta la data: Montreal, 21.7.1953. Non essendoci varianti di rilievo, si considera originale lo stampato.

1 Cf Lc 1, 57-79.

2 Vetera: cose antiche; nova: cose nuove.

3 Cf Teresa d'Avila, Cammino di perfezione, cap. 7/8, in Opere complete, Paoline, Milano 1998, p. 704.

4 Probabile allusione al “carro paolino” che si muove sulle quattro ruote: pietà, studio, apostolato, povertà.