Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. VIGILATE ET ORATE *

Nella ristampa del Libro delle preghiere si è omessa la giaculatoria: Ab omni peccato, libera nos, Domine, ma conviene dirla ugualmente: Da ogni peccato liberaci, o Signore. E significa: dal peccato mortale e dal peccato veniale; da quello che dà la morte all'anima e da questo che la ferisce, le reca danno. Per evitare il peccato sono due gli avvisi che ci ha dato Gesù: «Vigilate et orate»1. Vigilanza e preghiera, vigilanza sopra di noi e sopra i pericoli esterni. Navighiamo in un mare pieno di scogli: il pilota in un mare pieno di scogli non può dormire, come non può dormire l'autista di una macchina. Sì, l'uomo saggio è sempre presente a se stesso, vigila sul suo interno e sul suo esterno: Che cosa penso adesso? Cosa dico adesso? Quali sentimenti ho in cuore?
Vigilare vuol dire evitare le occasioni. Cosa significa occasione? Occasione è la possibilità di fare un bene o un male e ciò si può applicare ad ogni comandamento. Si dice: l'occasione fa l'uomo ladro. L'occasione fa l'uomo disonesto, fa l'uomo bugiardo, ecc. L'occasione può essere un discorso, un libro, una pellicola, una trasmissione, può essere una persona amica della famiglia, può essere l'ozio, l'abitudine a soddisfare la gola. Occasione può essere una cosa sacra di cui l'uomo è portato ad abusare. Parlando delle pellicole, [può essere occasione] tutto quello che si dà nelle parrocchie e che non serve per le suore. Non è che si deve dire: Abbiamo ricevuto la tale pellicola, non l'abbiamo mai vista, dunque vediamola. No, specialmente se si tratta di persone giovani, e perché è essenzialmente diverso
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avviare una persona al matrimonio o alla vita religiosa. Le vostre belle ricreazioni non siano turbate, un piccolo turbamento in un'anima non sappiamo dove va a finire. Dove è possibile, la visione di un film non si dia dopo cena: la notte è fatta per dormire e, buona notte! Svegliarsi presto al mattino, fatta eccezione per chi è malato.
Occasione può essere un libro; così noi non possiamo leggere tutti i romanzi che diffondiamo, perché la suora è chiamata ad una vita più perfetta. Certi libri bisogna lasciarli a chi ha davanti a sé un'altra via: è essenzialmente diverso costruire per una via o per un'altra.
Vi può essere occasione di persone: saranno buone, ma il diavolo è astuto e dietro a ciò che è santo può nascondere qualcosa che non è santo. Brevi in libreria, pur trattando bene le persone che devono essere servite. Brevi nelle visite, brevi nelle lettere, queste siano più meditate perché ciò che si mette sulla carta può avere delle conseguenze. Le lettere devono essere sottoposte a revisione che deve essere fatta in modo materno. Se c'è da tenere in casa qualche medicina e una di esse è anche veleno, lo si scrive sopra.
Voi avete una buona norma: essere [sempre] in due2, perché la Congregazione deve proprio dare questo aiuto: i membri devono unirsi per santificarsi e, così assieme, difendono l'una l'innocenza dell'altra. Vi sono però delle persone che vedono dei pericoli dappertutto. Se dovessimo non incontrare pericoli, dovremmo uscire da questo mondo: il corpo, i sensi, la fantasia li abbiamo sempre con noi e bisogna rendere remoti i pericoli con la preghiera.
Vigilare sull'ozio. Quando qualcuna non sta bene, bisogna aiutarla maternamente, ma la suora che non sta bene deve lavorare in quanto può per una, se non può fare di più, e non deve chiacchierare. Così se ha dei capricci, ha la luna, bisogna trattarla bene, ma non dare troppo retta ai suoi capricci, non assecondare le sue chiacchiere. Qualcuna alle volte ha il culto della malattia: la soverchia cura della salute fa anche diventare ammalate.
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Chi non può lavorare non deve neanche parlare fuori tempo. Le malate non sono dispensate dal silenzio, non devono parlare più delle altre.
Vigilare sull'ozio e sulla curiosità: voler vedere tutto, sapere tutto, incaricarsi anche del lavoro degli altri mentre ne abbiamo tanto del nostro, è occasione di male.
Evitare le tiepide: trattare bene tutte, ma non avere amicizie particolari con nessuna. Quando entra in cuore qualche cosa che si può chiamare simpatia, quello che fa o dice la persona che è simpatica, tutto è buono, tutto è bello, fosse pure una sciocchezza, mentre quello che fanno o dicono gli altri non è bello né buono. Vigilare sulle simpatie e sulle antipatie che travolgono il giudizio. Alle volte succede questo: in una stessa casa vi sono suore giovani che sono più portate all'obbedienza e suore anziane che hanno buone idee, ecc. Vedere che non ci sia troppa simpatia per le giovani, ma ricordare che le anziane hanno buone esperienze da comunicare e poi hanno già lavorato di più per la Congregazione.
Attendiamo a noi impegnandoci nell'ufficio che abbiamo, senza tante fantasticherie. Può essere che una persona sia buona, che ci aiuti, ma se poi ci fa perdere lo spirito... Se, dandoci un aiuto materiale fa danno allo spirito, dobbiamo lasciarla. Alle volte si dice: Io non peccherò; ma il mettersi nell'occasione è già peccato. Quando un'occasione è necessaria, ci sia un'altra [persona] assieme e, se non si può, rendere remota l'occasione con la preghiera. Quando si è irrobustite dalla preghiera, l'occasione fa meno male. Fare come gli uccelli: scappare subito appena appare il pericolo. Tanto più quando viene [qualcuno] in libreria e parla di cinema, di pellicole e non se ne va più. Non accendere il fuoco, perché il fuoco acceso brucia. Dici che preghi, ma quando puoi fare a meno dell'occasione, devi farlo; non basta pregare se in una stanza arde il fuoco; il Signore non farà il miracolo di impedire che il fuoco bruci. Da principio l'occasione si affaccia, poi si manifesta più decisamente, poi comanda e infine costringe. Non sei più padrona, hai un bel da dire che non vuoi…, è una questione psicologica questa!
Fare l'esame di coscienza e vedere se, avendo avuto qualche disturbo, è dipeso dalla mancanza di vigilanza: ricordare
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l'esempio di S. Pietro3. Bisogna temere l'occasione. Siccome alcune di voi hanno già una certa responsabilità, devono evitare le occasioni. Evitarle anche perché una superiora non può concedersi più di quanto concede alle altre. Considerare quanto dicono a questo riguardo le Costituzioni. Notare che alle volte il diavolo ci illude e sotto pretesto di maggior bene, ci inganna.
Quando si fa la confessione si deve anche sempre proporre di fuggire le occasioni, se no, non si può avere l'assoluzione.
Anche i tratti troppo liberi da sole possono essere occasione di farci arrivare là dove non vorremmo. Sempre custodirci, mai lasciarci andare a libertà, neppure per un minuto: «Vigilate et orate, ut non intretis in tentationem»4.
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* Meditazione, in dattiloscritto, carta vergata, battitura recente, fogli 3 (22x28). A mano sul dattiloscritto è stato aggiunto: Primo Maestro - Esercizi 1953 - Roma. Non è indicata la data. Non sono pervenuti gli appunti originali. Dal contesto è chiaro che si tratta di predica tenuta alle superiore durante un corso di Esercizi, ma non è stato possibile determinare se fa parte del corso del 15-24 settembre 1953; comunque si inserisce di seguito alle meditazioni precedenti.

1 Cf Mc 14, 38: «Vegliate e pregate».

2 Cf Costituzioni della Pia Società Figlie di San Paolo, ed. 1953, artt. 278, 279, 282.

3 Cf Gv 18, 25-27.

4 «Vegliate e pregate per non cadere in tentazione».