Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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Anno XLII
SAN PAOLO
Gennaio 1967
Roma Casa Generalizia,

AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI (S. EPIPHANIUS EP.)

1967: XIX CENTENARIO DEL MARTIRIO DI SAN PAOLO APOSTOLO

PRIMA MEDITAZIONE
San Paolo: la redazione

In quest'anno 1967 ricordiamo e solennizziamo il XIX centenario del martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo.
La nostra Famiglia Paolina, sotto la protezione di san Paolo, deve dare una particolare solennità a tutto l'anno 1967: conoscere, amare, imitare, pregare il nostro Protettore e Maestro.
Fra gli ossequi: progresso della redazione, con i mezzi della comunicazione sociale.

L'apostolo Paolo, grande predicatore e grande scrittore: protettore e modello da imitare. Per questo la Pia Società San Paolo fu messa sotto la sua protezione ed esempio.
L'uso degli strumenti della comunicazione sociale si sviluppa sempre più rispetto alla parola orale.
È stato scritto che San Paolo è nato come predicatore ed insieme come scrittore. Il Signore aveva su di lui disegni di grazia e di salvezza per l'umanità.
Paolo, prima persecutore, convertito a Gesù Cristo, dopo una decina di anni dalla sua conversione, divenne il grande apostolo. Sua missione particolare: la conversione dei Gentili.
Nell'anno 45 iniziò i suoi viaggi missionari, partendo da Antiochia.

Fondò molte Chiese, preparò e vi stabilì a capo Vescovi; sopportò continue sofferenze.
Comunicava la sua parola nella predicazione; e quando si trovava lontano, arrivava con le sue Lettere.
Il suo modo di scrivere era personalissimo, vero specchio di un'anima fatta per dominare: ardente, fiera, sicura della verità, affettuosa come una madre e forte come un padre.
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Le Lettere di San Paolo sono un preziosissimo commento al Vangelo.
San Pietro le riconobbe come Sacra Scrittura (II Pt. III, 15); scrisse: «Pensate che la pazienza di nostro Signore è la vostra salvezza, come in precedenza ha scritto Paolo, nostro caro fratello, secondo quella sapienza che a lui è stata data e com'egli fa in tutte le sue lettere nelle quali parla di queste cose. Le sue lettere contengono dei punti difficili a comprendersi, il significato dei quali, come di altri passi della Scrittura, viene dagli ignoranti e dai deboli sconvolto, per loro perdizione».
San Paolo da solo scrisse più pagine di quante ne abbiano scritto assieme nei tre Vangeli, Matteo, Marco e Luca.
San Paolo predica sempre con le sue Lettere immortali; saranno l'ammirazione di tutti i secoli, sempre a consolazione, istruzione ed edificazione nella Chiesa.

a) Lettere scritte nel secondo e terzo viaggio missionario:
I-II ai Tessalonicesi, da Corinto, nel 51-52
Ai Galati, da Efeso, tra il 53-55
I ai Corinti da Efeso, nel 56
II ai Corinti, da Filippi, nel 57
Ai Romani, da Corinto, tra il 57-58.

b) Lettere scritte durante la prima prigionia (61-63); da Roma:
Ai Filippesi, a Filemone, ai Colossesi, agli Efesini

c) Lettere scritte dopo la prima prigionia:
I a Timoteo, dalla Macedonia, verso il 65
A Tito, dalla Macedonia, verso il 65
Agli Ebrei, dall'Italia, tra il 64-65.

d) Lettera scritta nell'ultima prigionia:
II a Timoteo, da Roma, nel 67.

Le Lettere di San Paolo hanno un valore apologetico, sempre sicuro. Lettere che sono delizia dei cristiani; e conquistano le anime.
Molta parte ebbe egli nel creare la terminologia cristiana, anche facendo esprimere a parole profane e comuni le sublimi verità del cristianesimo.
San Paolo è il Teologo del Nuovo Testamento, sopra i grandi misteri dell'Incarnazione, Redenzione e Giustificazione.
L'intento di San Paolo: formare dell'umanità tutta una Chiesa, senza distinzione di razze e classi.
San Paolo dà il medesimo valore tanto alla sua predicazione orale, quanto a quella scritta nelle sue Lettere.

Così Paolo ha predicato ed ha scritto:
La parola orale;
La parola tecnica.
Gli argomenti sono innumerevoli. In primo luogo sono da trattarsi le materie sacre: fede, morale, liturgia, ed accessorie.
Occorre rivolgersi alle persone di alta cultura, di media cultura, e alle masse di cultura popolare.
Così si può trattare la Teologia, le scienze umane, riviste, catechismo, bollettino parrocchiale, ecc.: vi sono le possibilità ad ogni sacerdote.
Vi sono anche le traduzioni.
Conclusione: al Sacerdote Paolino duplice compito: la parola orale e la parola tecnica.
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I Padri Gesuiti nel corso dell'anno 1966 hanno trattato lungamente l'uso degli strumenti della comunicazione sociale, redazione per libri, periodici, pellicole, radio, televisione, ecc.

Preparazione alla redazione:

1) In tutti i corsi di studio, dalle classi elementari sino al ministero, compreso l'anno di Pastorale, con intenso insegnamento ed esigenza dagli alunni.

2) Uno dei segni di vocazione paolina è anche l'inclinazione agli studi letterari, secondo i corsi.

3) Coltivare la propria lingua ed insieme lo studio di altre lingue estere, anche con esercizi di traduzione.

4) Grande vantaggio se l'insegnante è scrittore, il quale abbondi in prove e correzioni agli alunni.

5) Letture di buoni libri, sotto la guida degli insegnanti.

6) Superati gli studi, ogni Sacerdote si eserciti, secondo le possibilità, con esperimenti graduali di redazione.

7) Nell'anno di Pastorale per i Sacerdoti Paolini si divida il tempo tra il ministero e la redazione.

L'apostolato della redazione è un vero sacrificio, particolarmente all'inizio e nelle materie più difficili.
Ai Sacerdoti Paolini si dice: «Andate e predicate», o con la parola orale, o con la parola tecnica.
Il Sacerdote Paolino può compiere l'uno o l'altro, od anche entrambi.
Da un libro del Cojazzi per conclusione è stato detto:

1) «Gli scritti del Nuovo Testamento formano un genere letterario a parte, eccezionale, senza confronti presso nessun popolo, né antico né moderno. Sono scritti sincerissimi, oggettivi al cento per cento, alieni affatto da declamazioni, da retorica, da insincerità, da preoccupazioni per impressionare il lettore. Niente quindi esclamazioni o interiezioni umane, dove parla lo Spirito Santo.

2) San Paolo è così denso di pensiero e così ardente di sano entusiasmo, da non poter venire letto di seguito. Poche facciate per volta quindi e poi riflessione e intervallo di qualche giorno. Affrontarlo tutto di seguito, come si suol fare per i romanzi o per i libri leggeri, oltre che offesa al santo Apostolo e ai suoi scritti che sono divinamente ispirati, darebbe inevitabile sazietà con disgusto conseguente e abbandono definitivo del libro.

3) L'Autore principale dei libri sacri è Dio; mentre autori secondari sono coloro di cui i libri portano i nomi».
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SECONDA MEDITAZIONE
San Paolo Apostolo

Dice Gesù Maestro: «Son venuto a portare la vita, e la vita più abbondante».
Parole simili sono di San Paolo: «Il Sacerdote è mandato per gli uomini e per le cose che riguardano Dio».
Dunque: due problemi ha il Sacerdote, la gloria di Dio e la salvezza delle anime. In San Paolo: l'ardore della fede e l'ardore delle anime.
Considerando le condizioni del mondo pagano San Paolo sentiva il suo «continuus dolor cordis».
La vita di San Paolo può essere divisa in varie parti.

Prima parte. Nato a Tarso, da Giudei della tribù di Beniamino, fariseo e cittadino romano fu educato a Gerusalemme sotto il famoso Gamaliele. Non ebbe occasione di conoscere personalmente Gesù Cristo.
Nato nei primi anni dell'Era Volgare, si distinse per il suo odio e l'animosità contro il Cristianesimo nascente.
Quando i nemici di Stefano lo lapidarono, Saulo custodì le loro vesti.
Saulo ottenne dal principe dei sacerdoti le più ampie facoltà giudiziarie. Perseguitò i cristiani, anche fuori di Palestina.

Seconda parte. Gesù lo aspettò sulla via di Damasco! e trasformò il persecutore in uno zelante apostolo. Era circa l'anno 35 di Cristo; e Paolo era sulla trentina d'anni.

Terza parte. Paolo passò una decina d'anni in ritiro, in preghiera, in studio, in lavoro, in meditazione, considerando la vita di Cristo, la redenzione e la diffusione del Vangelo.

Quarta parte. I viaggi missionari: dal 45 al 67, circa 22 anni, di cui almeno cinque passati nelle due prigionie.
San Paolo stabilì Antiochia come centro di partenza e di ritorno dei suoi viaggi: Metropoli dell'Oriente, in relazione con tutti i popoli d'allora.

a) Primo viaggio missionario di San Paolo, dal 45 al 48-49: ricevuto il carattere episcopale, andò a Cipro, nella Panfilia, nella Pisidia, nella Licaonia, ecc. E ritornò ad Antiochia, dopo grandi conquiste.

b) Secondo viaggio missionario, dal 49 al 52: subito dopo il Concilio di Gerusalemme, partì da Antiochia e, lasciato Barnaba, già compagno del primo viaggio, prese con sé Silvano ad evangelizzare Frigia e Galazia; passò quindi in Europa, e fondò Chiese a Filippi, a Tessalonica; passò in Grecia, fondò Chiese a Corinto, ospite di Aquila, scrisse le due Lettere ai Tessalonicesi. In seguito, passando da Efeso, da Cesarea e da Gerusalemme, tornò ad Antiochia.

c) Terzo viaggio missionario, dal 54 al 58: visitò le Chiese già stabilite; quindi soggiornò per tre anni ad Efeso; andò in Macedonia, passò in Grecia, tornò a Corinto, ove dimorò tre mesi. Partì per Gerusalemme dopo aver attraversato la Macedonia, la Troade, Mileto e Cesarea. In questo terzo viaggio scrisse le due Lettere ai Corinti; quindi la Lettera ai Galati e quella ai Romani.

d) Quarto viaggio missionario, da Cesarea a Roma, per essere giudicato dal tribunale. Due anni di prigionia a Cesarea; quindi, mandato a Roma, superò il naufragio presso Malta, giunse a Pozzuoli e infine a Roma; ove si fermò due anni; rimesso in libertà nel 63.
In questi anni vegliò sulle Chiese dell'Asia, evangelizzò Roma, scrisse le Lettere agli Efesini, ai Colossesi, ai Filippesi, a Filemone.
Liberato dal carcere, si crede che si sia recato in Spagna e in Francia. Tornato in Oriente, ripassò a Colossi, a Troade, Mileto, Creta, e andò in Macedonia...
Tornato a Roma, non si sa come, nel 66, fu arrestato, fu trattenuto in orrida prigione, fu decapitato nel 67 sulla Via Ostiense, il 29 giugno, secondo la tradizione.
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Paolo appena convertito, a Damasco, già aveva cominciato la predicazione.
Era andato ad arrestare i cristiani, e invece fu convertito. Battezzato, con ardore prese a predicare Gesù Cristo; ma dovette partire, calato dal muro, perché lo cercavano a morte.

Dopo i dieci anni di preparazione alla sua missione, Paolo sentì la voce di Gesù Cristo: «Esci da Gerusalemme, perché non ti ascoltano; va', che io ti manderò lontano, ai Gentili.
Durante i suoi viaggi, pur riconoscendo che il servitore del Vangelo poteva con giustizia vivere del Vangelo, egli non volle; ma preferì lavorare di notte nell'umile mestiere di tessitore di tende, per guadagnarsi il pane, e poter predicare di giorno.
Rispetto ai predicatori che lo hanno seguito a Corinto scrisse: «Io sono più di loro; anch'io sono discendente di Abramo, ministro di Cristo, io lo sono più di loro». «Più di loro nelle fatiche, più di loro nelle prigionie, immensamente di più sotto le battiture e spesso nei pericoli di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte e un giorno nell'abisso. Quanti viaggi a piedi e pericolosi! Pericoli dei fiumi, pericoli degli assassini, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli dai Gentili, pericoli nella città, pericoli nelle solitudini, pericoli dal mare, pericoli dai falsi fratelli: nelle fatiche e nelle avversità, sovente in prolungate veglie, nella fame e nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità. E oltre a ciò il mio peso quotidiano e l'ansia per tutte le Chiese. Chi è ammalato senza che non lo sia anch'io? Chi è che subisce scandalo, ed io non ne arda? Se c'è da gloriarsi, io mi glorierò della mia debolezza».
Da gli Atti degli Apostoli: persecuzioni ad Iconio, a Listri, a Derbe, a Filippi, Salonicco, Gerusalemme, Roma: in più carceri.

In realtà la salvezza delle anime dipende dal sacrificio e dalla morte di Gesù Cristo in primo luogo. In secondo luogo i sacrifici del Sacerdote nella vita pastorale come ministero e apostolato con gli strumenti della comunicazione sociale.
Formarsi una vita comoda, a proprio piacere, non produce né la propria santificazione, né la salvezza delle anime.
La nostra vita quotidiana non ha generalmente estreme difficoltà; ma applicarsi allo studio, all'apostolato, al ministero ordinario. Vi è l'insegnamento scolastico, la redazione, le confessioni, la predicazione, l'ufficio personale, i doveri quotidiani, le contrarietà esteriori e le pene interiori.
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A scegliere il minor sacrificio, seguirà il minore premio.
Il Sacerdote non è un Discepolo Religioso, ma, posto più in alto, ha doveri più alti.
Se vi è una certa libertà, si usi per operare di più.
È infelice colui che evita la fatica.
Formarsi una personalità, conforme alla vocazione ed ai talenti.
«Qui vult venire post me, abneget semetipsum, et tollat crucem suam et sequatur me». Paradiso!
San Paolo ai Colossesi scrive che a ogni cristiano il Cristo assegna parte dei suoi dolori per chi ama: «Attualmente con gaudio soffro per voi e nel mio corpo do compimento a quella porzione di patimenti che il Cristo mi ha riservato per il bene della Chiesa. Di questa io fui costituito ministro, secondo l'incarico che Dio mi diede per voi, per riempire tutta la terra con parola di Dio... Tale mistero è il Cristo per voi speranza di gloria e che noi andiamo predicando, che richiama ogni uomo dai cattivi costumi. Egli insegna tutta la sapienza per renderlo perfetto nel Cristo. A tal fine io compio ogni sforzo confidando non in me stesso ma nel Cristo, la cui grazia in me opera».
La vita paolina si conforma al nostro Maestro e protettore San Paolo: Predicava e scriveva.
Per noi: La maggior penitenza, con il duplice compito del sacerdozio e dell'apostolato; così l'osservanza della vita paolina.
Gli orari, gli uffici, i ministeri, la redazione, un quotidiano studio, la convivenza, le difficoltà interiori ed esteriori, sono per accumulare le ricchezze di meriti.
L'Imitazione di Cristo insegna: non penitenze straordinarie, ma comuni, ordinarie. Guidare il nostro io, richiede un continuo dominare la fantasia, i sentimenti, i sensi esterni.
San Paolo a Timoteo, seconda Lettera: «Io sopporto tutto per il bene degli eletti, affinché raggiungano la salvezza».
«Sforzati di presentarti davanti a Dio come uomo provato, quale operaio che non ha vergogna, ha niente da vergognarsi».
Dice di sé: «quanto a me, mi sento sacrificato: ed il tempo della partenza si avvicina. Ho combattuto la buona battaglia, ho compiuto la mia corsa, sono stato fedele. Non mi resta che ricevere la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi darà».
I Paolini riceveranno pure la corona.
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TERZA MEDITAZIONE
San Paolo: Lettere pastorali

San Paolo nel prologo della Lettera ai Romani dice: «Paolo servo di Gesù Cristo, chiamato dal Signore ad essere apostolo, per annunziare il Vangelo di Dio...»; in fine dice: «quanti siete prediletti di Dio, chiamati ad essere santi». Parole che possono essere applicate a noi.
Tra le 14 Lettere di San Paolo Apostolo ve ne sono tre dette pastorali: due a Timoteo e una a Tito. Hanno tale nome, pastorali, perché indirizzate a Pastori di anime, e dànno regole relative al governo della Chiesa.

Gli Atti degli Apostoli descrivono, al capitolo XVI, l'incontro tra San Paolo e Timoteo. Nato nella Licaonia, Timoteo era già cristiano e molto stimato, quando arrivò San Paolo. Lo prese con sé, compagno e collaboratore nel lavoro apostolico. Da quel momento Timoteo non abbandonò più il suo Maestro. Spesso San Paolo lo inviava alle diverse Chiese come suo rappresentante. Lo seguì anche nella prima prigionia di Roma, da cui San Paolo venne poi liberato.
Dopo questa liberazione, quando San Paolo passò ad Efeso, lasciò come Vescovo Timoteo stesso.
San Paolo, forse temendo di non rivederlo, gli scrisse una prima Lettera, tra il 64-65. Le due Lettere indirizzategli da San Paolo sono molto familiari. L'Apostolo si sentiva vicino a passare all'eternità.
La seconda Lettera, dall'ultima prigionia, per invitarlo ad assisterlo ed ancora istruirlo. Non sappiamo se Timoteo abbia avuto la gioia di trovare San Paolo ancor vivo.

Tito fu convertito da San Paolo dal Gentilesimo.
L'Apostolo era accompagnato sovente da Tito, anche al Concilio di Gerusalemme; e nel terzo viaggio missionario. San Paolo incaricava spesso Tito di visitare or questa or quella Chiesa.
San Paolo, dopo la prima prigionia romana, evangelizzò con Tito l'isola di Creta. Poi San Paolo lasciò Tito ad organizzare le Chiese fondatevi.
Forse da Nicopoli San Paolo scrisse la Lettera a Tito, che lo raggiungesse e per dargli istruzioni.
Sembra che questa Lettera sia contemporanea della prima a Timoteo, come si rileva dai medesimi pensieri, ed insieme dal quasi medesimo argomento pastorale.

Prima Lettera a Timoteo. Dopo un breve prologo, San Paolo esorta Timoteo a combattere i falsi dottori; gl'insegna come diportarsi nella preghiera pubblica e nel culto; quali doti debbano avere i sacri ministri, Vescovi e Sacerdoti; come diportarsi con gli eretici e con le varie classi di cristiani; quindi parla dei falsi dottori e chiude con avvisi particolari. Esorta San Timoteo a dare buon esempio e a santificarsi.
Descrive come debba comportarsi con le vedove, con i Sacerdoti, con gli schiavi; come comportarsi da uomo di Dio; evitando ogni disordine; e i doveri da inculcare ai ricchi.
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Dalla I Lettera a Timoteo:
San Paolo, parlando della sua conversione: «È verità sicura e degna di essere accettata da tutti senza riserva, che Cristo Gesù è venuto in questo mondo a salvare i peccatori, dei quali il primo sono io» (I, 15-16).
«Questa è la raccomandazione che io ti rivolgo, o Timoteo, figlio mio, in armonia con le predizioni già fatte a tuo riguardo, affinché da quelle sostenuto, tu combatta la buona battaglia, conservando la fede e una buona coscienza» (I, 18-19).
«Ti scrivo queste cose nella speranza di venire ben presto a trovarti, e così qualora io dovessi tardare, tu sai già qual è la condotta che devi tenere nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della verità» (III, 14-15).
«Nessuno disprezzi la tua giovinezza ma sii modello a tutti i fedeli nella parola, nella condotta, nella carità, nella fede, nella purità. In attesa della mia venuta, applicati a leggere la Sacra Scrittura, all'esortazione e all'insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato dato in seguito a particolari rivelazioni, con l'imposizione delle mani, dall'assemblea dei presbiteri» (IV, 12-14).
«Non riprendere con asprezza chi è vecchio, ma esortalo come un padre, i giovani come fratelli, le donne anziane come madri, le giovani come sorelle, in tutta purezza» (V, 1-2).
«Gli anziani che governano bene, meritano di un doppio onore, soprattutto coloro che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento» (V, 17).
«Non imporre le mani a nessuno con troppa fretta, né renderti complice dei peccati altrui. Tu conservati puro» (V, 22).
«Tutti coloro che sono sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, affinché non si dica male del nome di Dio, né della sua dottrina» (VI, 1).
«Ma quelli che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell'inganno e in molti desideri insensati e dannosi, che travolgono gli uomini nella rovina e nella perdizione» (VI, 9).

La seconda Lettera a Timoteo fu scritta nel 67, da Roma, durante l'ultima prigionia, poco prima di morire. Fu pure l'ultima Lettera di San Paolo.
Timoteo era rimasto Vescovo ad Efeso. Dal carcere San Paolo scrive per l'ultima volta; dice che la sua morte è vicina e sicura; e chiama a sé il suo discepolo prediletto per essere incoraggiato e dargli gli ultimi ricordi.
Questa tenerissima Lettera unisce esortazioni a profezie sulla propria morte e sull'avvenire della Chiesa, miste a notizie personali. San Paolo esorta il suo discepolo a vivere santamente il sacerdozio, seguendo l'esempio stesso di Paolo. Istruzioni: come combattere le eresie, seguendo fermamente la dottrina ricevuta, nella predicazione del Vangelo, e nell'adempimento dei propri doveri.
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Dalla II Lettera a Timoteo:
«Io rendo grazie a Dio, a cui servo come i miei antenati, con pura coscienza quando notte e giorno di continuo penso a te nelle mie preghiere e, rammentando le tue lacrime, provo un vivissimo desiderio di rivederti, per essere riempito di gioia» (I, 3-4).
«Perciò ti esorto a ravvivare il dono di Dio, che tu hai ricevuto da me con l'imposizione delle mie mani» (I, 6).
«Non ti vergognare dunque della predicazione del Vangelo di nostro Signore, né di me suo prigioniero, ma soffri con me per il Vangelo, confidando nella forza di Dio, che ci ha salvati e chiamati con una vocazione santa...» (I, 8-9).
«Prendi per modello le sane dottrine, che tu hai ricevuto da me, nella fede e nella carità, che è in Cristo Gesù» (I, 13).
«Tu dunque, o figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù, e quanto hai udito da me alla presenza di molti testimoni, confidalo a uomini fidati, capaci d'insegnarlo ad altri» (II, 1-2).
«...per il quale io soffro fino al punto d'essere incatenato, quasi fossi un malfattore; ma la parola di Dio non è legata. Ecco perché tutto sopporto per il bene degli eletti, affinché essi pure raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù e la gloria eterna» (II, 9-10).
«Ricordati di queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le dispute di parole, le quali servono solo alla rovina di chi le ascolta» (II, 14).
«Ma tu rimani fedele a quello che hai imparato e di cui sei pienamente convinto... ma anche perché sin da fanciullo hai conosciuto le sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù» (III, 14-15).
«Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, che deve giudicare i vivi e i morti e per la sua venuta e per il suo regno, predica il Vangelo, insisti a tempo e fuori di tempo, riprendi, minaccia, esorta, sempre con pazienza e con piena dottrina» (IV, 1-2).
«Il Signore mi libererà da ogni opera cattiva e mi conserverà per il suo regno celeste. A Lui sia gloria nei secoli dei secoli! Così sia» (IV, 18).

Lettera a Tito: dopo il saluto, San Paolo esorta con la predicazione a vivere nella fede.
Il primo argomento della Lettera riguarda i requisiti che devono avere i Vescovi e i Sacerdoti, e ne descrive i doveri. Poi le istruzioni da darsi al popolo: ai vecchi, alle vecchie, ai giovani ed agli schiavi, esortando a compiere ciascuno il proprio dovere.
Due doveri, e cioè: obbedienza all'autorità e carità verso il prossimo, trattando con amore e mansuetudine.
San Paolo saluta tutti i collaboratori e i cristiani di Creta.
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Dalla Lettera a Tito:
Al Vescovo e Sacerdote: «sia ospitale, amico del bene, prudente, giusto, santo, temperante, ben fermo nella vera dottrina, che è conforme all'insegnamento» (I, 8).
«Perché la grazia di Dio si è manifestata col portare la salvezza a tutti gli uomini, insegnandoci a vivere, in mezzo al secolo presente con moderazione, giustizia e pietà, rinnegando l'empietà e le cupidigie mondane. Tutto ciò in attesa della beata speranza e della gloriosa manifestazione del grande Iddio e Salvatore nostro Gesù Cristo, che sacrificò se stesso per noi, per redimerci da ogni iniquità e prepararsi un popolo eletto, zelante di opere buone. Parla così, esorta e riprendi, con piena autorità: nessuno ti disprezzi» (II, 11-15).
«Ricorda loro di essere sottomessi ai magistrati e alle autorità, di obbedire e di essere pronti ad ogni opera buona, di non dir male di nessuno» (III, 1).
«Questa è la verità ed io voglio che su tali cose tu sii ben preciso, affinché quelli che hanno creduto in Dio, si decidano a primeggiare nella pratica delle opere buone» (III, 8).

Meditazione ed istruzione per la pratica della Pastorale nel tempo attuale. San Paolo Apostolo praticò la pastorale-missione esercitata eroicamente, in molte nazioni. Per vari secoli erano i cristiani a cercare il Sacerdote; ma ora in questo tempo, è necessario che il Sacerdote cerchi i cristiani e i non cristiani.
Queste tre Lettere sono da leggersi e meditarsi, applicandole al tempo presente. In molti luoghi e tempi seguire gli esempi di San Paolo, San Timoteo, San Tito.
Consigliabile il libro del Rossano: «Meditazioni su San Paolo» (è uscito il primo volume che tratta delle Lettere ai Tessalonicesi e ai Corinti). Scrive l'Autore: «Il Nuovo Testamento contiene essenzialmente la biografia di due personaggi: quella di Gesù nei Vangeli e quella di Paolo negli Atti e nelle Lettere».

Leggere e meditare le Lettere di San Paolo. In principio è necessario qualche sforzo. La maniera di scrivere di San Paolo non è comune, non seguendo egli lo stile classico. Ma presto ci si adatta e si prende un vero gusto alla lettura, con piena soddisfazione spirituale.
Per il catechismo e la predicazione, sempre alimentati dalle Scritture, si avrà una viva luce e conforto.
La vita religiosa in particolare troverà sempre un'elevazione dello spirito nella lettura della Bibbia, principalmente nel Vangelo e nelle Lettere di San Paolo.
Per il sacerdote e l'apostolo, specialmente nel tempo attuale materialista, è tanto necessario dare un alimento spirituale.
Si comunica lo spirito quando arriva la voce dello Spirito Santo. Sono anche utili buone conferenze, ma non vi è paragone.
In questo tempo post-conciliare evitare alcune tendenze e commenti che servono più a perder tempo che ad illuminare ed operare. Vi è il Pastore che guida.
Vi è la pastorale di Gesù Cristo: «Io sono il Buon Pastore»; vi è la pastorale di San Paolo, predominante tra i dodici Apostoli.
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Nella Famiglia Paolina:
1) Si consacra il mese di giugno a San Paolo.
2) Ogni mese si consacra a San Paolo il primo lunedì.
3) La recita frequente della Coroncina a San Paolo.
4) Lettura della vita e Lettere di San Paolo.
5) Le lodi (canti) a San Paolo.
6) Altre sei particolari preghiere a San Paolo.
7) Nei principali locali esporre il quadro o la statua di San Paolo.
8) La solennità della Conversione e del Martirio di San Paolo.

LIBRI SU SAN PAOLO
Biografie etc. edite dalla Pia Società S. Paolo (oltre alle esaurite del Baumann, Gratilli, Rops, Salvini):
- A. Penna
: San Paolo - Alba -
- A. Brunot: San Paolo e il suo messaggio - Catania
- C. Spicq: La spiritualità sacerdotale in San Paolo - Roma
- G. Holzner: San Paolo e la storia delle religioni - Roma
- Bruin-Giegel: Paolo conquistatore del mondo - Roma
- J. H. Newman: La mente e il cuore di un grande - Bari
- Amiot: Meditazioni sui Vangeli e S. Paolo - Pescara
- Bonsirven: Il Vangelo di Paolo - Roma
- Rossano: Meditazioni su S. Paolo (vol. I) - Milano
- Dupont: Testamento pastorale di S. Paolo - Milano
- Cantinat: Vie de St. Paul Apôtre - Parigi
- Salvini: San Pablo Apostolo - Mexico -
- Salvini: São Paulo Apóstolo - Brasile
- De Oliveira: Paulo Apóstolo de Christo - Lisbona.
- Penna: Saint Paul - Londra
- Newman: The mind and heart of St. Paul - Londra
- St. John Crysostom: In praise of Saint Paul - Boston FSP
- etc., etc.


Altre pubblicazioni, italiane ed estere:
- Ricciotti
: Paolo Apostolo - Coletti
- Holzner: L'Apostolo Paolo - Morcelliana - C.Augrain: L'Apostolo Paolo, maestro di vita spirituale - Ancora
- Cipriani: Le Lettere di S. Paolo - Pro Civitate - Assisi
- Giordani: Paolo Apostolo Martire - Salani -
- Cojazzi: Paolo Apostolo - Ave -
- Cojazzi: Autobiografia e Lettere di S. Paolo - SEI
- Duperroy: Il Cristo nella vita cristiana secondo San Paolo - Morcelliana
- Caminada: Avviamento alla catechesi paolina - LDC
- De Ambrogi: Paolo, Apostolo delle Genti - Arti Grafiche Rovigo
- Manzini: San Paolo - Ghirlanda
- Tresmontant: San Paolo - Mondadori
- Zampini: Paolo di Tarso - Hoepli
- Caserta: Il Dottore delle Genti - ITA-Roma
- Tondelli: Il pensiero di San Paolo - Vita e Pensiero
- San Paolo pastore di anime - Daverio -
- Prat: La teologia di San Paolo - Sei
- Rops: St. Paul conquérant du Christ - Paris, Arth. Fayard
- Fouard: St. Paul - Ses missions - Paris, Gabalda
- Fouard: St. Paul - Ses dernières années - idem
- Allo: Paul Apôtre de Jesus Christ - Paris, Du Cerf
- Soubigou: L'einsegnement de St. Paul dans les Epîtres de l'année liturgique - Paris, Lethielleux
- Holzner: Autours de St. Paul - Paris, Colmar
- Prat: La théologie de St. Paul - Paris, Beauchesne.
- Thils: Pour mieux comprendre Saint Paul - Paris, Desclée
- etc., etc.
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