Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1951 -
45. IL RITIRO MENSILE45
1. Il ritiro mensile è un giorno dedicato alla preghiera, alla meditazione, ai propositi.
Per fare bene il ritiro sono necessarie tre cose: prima dare uno sguardo al mese passato. E' stato buono? abbiamo mancato in qualche punto? Abbiamo fatto un po' di progresso? Il mese di gennaio è stato uguale al precedente? migliore? Abbiamo fatto delle belle comunioni?
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2. Nella scuola si è andati avanti? Se una scolara ha capacità e non va avanti è segno che non si applica. Il fervore è applicazione allo studio, al lavoro e anche alla preghiera.
Nel mese scorso si è progredito nello studio, nell'apostolato, nel suono? Si è diventati più diligenti nel compiere i propri impieghi? Più prudenti nel parlare? Più caritatevoli? si è pregato meglio?
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3. Mancare di progresso è peccato. Mancare di progresso nello studio, nella schiettezza, nell'obbedienza è tiepidezza.
Nella vita noi dobbiamo progredire: abbiamo un tratto di strada da percorrere; ogni minuto bisogna camminare, specialmente voi che siete giovani. Progredire al modo di Gesù; si dice del buon Pastore che "cresceva in età, sapienza e grazia" (Lc 2,52).
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4. Adesso avete un mese in più da aggiungere alla vostra vita. Ma oltre a progredire in età dobbiamo pure crescere in grazia: siamo diventate più buone? La santità sta pure nel compiere il dovere quotidiano.
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5. Non basta accontentarsi di non commettere il peccato. Il continuo progresso si nota, Gesù cresceva in sapienza e grazia presso Dio e gli uomini. Bisogna che le madri notino in voi qualche progresso. Se una persona viene avanti negli anni e non diventa più giudiziosa, prudente, buona, pronta alle disposizioni, questa non ha progredito.
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6. Se invece una progredisce, fa le confessioni con più dolore, in Chiesa non si accontenta di pregare con la bocca ma prega col cuore; migliora nel modo di scrivere, nella pulizia, nello spirito delle pastorelle.
La pastorella in mezzo al gregge acquista questo spirito e si rende capace di aiutare le anime delle giovani ad essere buone mamme di famiglia.
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7. La preghiera viene a noia oppure è desiderata? Si è progredito nello spirito di preghiera? C'è la povertà? Il rispetto alla roba degli altri? Si è delicati? Si teme sempre più il peccato?
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8. Nella seconda parte pensare al presente. Dire: io devo corrispondere a ciò che vuole il Signore da me. Io ho tale vocazione, e il Signore vuole che io corrisponda. Le tentazioni contro questa vocazione verranno, ma il Signore mi vuole in questa strada.
Cosa son venuto a fare? Cosa devo fare perché il Signore sia contento di me? Nella comunione sento che il Signore è contento di me? Se andate davanti alla madre, andate con un certo timore se non avete fatto bene, invece se avete fatto bene andate liete.
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9. Nei riflessi pensate che la vita è breve e può finire presto, forse anche oggi. La morte può venire in qualunque modo, e dopo la morte vi sarà il giudizio. Al giudizio ci possono essere tre sentenze: sempre salvo, sempre dannato, salvo ma prima il purgatorio. Come mi vorrei trovare al giudizio di Dio? Voglio trovarmi in grazia, perché si muore una volta sola.
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10. Che terribile cosa! Non si può dire: Sono morta male una volta, un'altra volta morirò bene. Una sola vita, una sola morte. Dopo la morte l'eternità.
Ancorché sulla terra fossimo stati stimati e apprezzati, che varrebbe se fossimo perduti e non senza rimedio!
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11. Da quell'ultimo respiro dipende l'eternità. Supplicare il Signore che ci dia la grazia di una buona morte. Però per morire bene bisogna viver bene.
Il ritiro ci fa pensare alla morte. Il mio parroco lo chiamava l'esercizio della buona morte e concludeva: state buoni se volete avere una morte buona. Recitare bene la preghiera per la buona morte.
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12. Bisogna pregare che il Signore ci faccia santi; dire bene la coroncina "Vergine Maria madre di Gesù, fateci sante".
La morte ma non i peccati, fare delle risoluzioni ferme.
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13. Nella terza parte dare uno sguardo al mese futuro, come meglio passarlo, se Dio me lo concederà. Centocinquantamila uomini al giorno passano all'eternità. Ogni anima rifletta che cosa deve fare: può essere che debba applicarsi di più nello studio; oppure nell'apostolato; può essere che debba essere più fervorosa, più schietta, più caritatevole; può aver bisogno di pregare di più, di fare con più fervore le visite. Conosciuto ciò che si deve fare, è necessario mettersi seriamente e guadagnare il tempo perduto! Come spendeva la Madonna il suo tempo? Era prudente sempre, semplice, laboriosa, attenta a compiere il bene.
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14. Ognuna ha il proposito principale: riconfermarlo. Per il mese futuro propositi e preghiera!
Ricorrere al buon Pastore, e dire la coroncina; così alla divina Pastora e ai santi Apostoli. Ed è bene che nel ritiro vi apriate e stiate attente non solo alla predica e alle istruzioni, ma ascoltiate pure i consigli delle vostre madri. Domandate ed esponete le vostre cose, proprio quelle che non osate dire in altri tempi.
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15. Ci sono certe che nascondono che il cuore sta per traviare, che la ferita è strana, e se non si aprono come possono essere guidate al bene? Se una va dal medico e dice che sta bene, il medico può dirle: "Ma allora che sei venuta a fare?".
Il diavolo vuol sempre che taciamo per farci ingannare. E' brutto il diavolo della bugia, dell'ipocrisia. Aprirsi quindi con schiettezza e semplicità.

febbraio 1951

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45 Febbraio 1951