Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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FASCICOLI - 1965
NEL 1° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELLA VEN.MA PRIMA MAESTRA TECLA
Meditazione del Primo Maestro - Roma, 5 febbraio 1965 1
La santità di un'anima è sempre basata sulle tre virtù teologali: fede, speranza, carità.
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Fede è credere a tutto quello che il Signore ci ha insegnato e a tutto quello che la Chiesa comunica a noi, onde i nostri pensieri siano ispirati dalla luce divina.
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La legge naturale ci impone di ragionare rettamente. Ma oltre la legge naturale, vi sono leggi soprannaturali e le verità che sono state rivelate nella Scrittura e quindi tramandate per mezzo della Chiesa sino a noi.
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La fede ci porta ad aderire agli articoli del Credo: credo in Dio Padre, credo nel Figlio incarnato e nello Spirito Santo, credo la risurrezione finale e la vita eterna. Allora la vita si orienta in senso spirituale, soprannaturale.
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La Prima Maestra Tecla tutto vedeva in Dio, tutto da Dio, tutto ordinato a Dio, tutte le azioni indirizzate alla gloria di Dio. Queste espressioni occorre non solamente recitarle, ma sentirle nell'intimo, nell'unione con Dio. La contemplazione di cui godeva nel suo spirito, tutto era ordinato alla gloria di Dio. Quando si è arrivati a questo punto, allora l'anima è preparata ad entrare in Paradiso, perché il Paradiso è glorificazione di Dio. Le anime che sono in cielo glorificano Iddio e glorificando Dio sono felici. Così l'anima che vive di fede è sempre dominata da questa aspirazione: fare tutto per la gloria di Dio. Allora l'ingresso in cielo è immediato.
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Anche noi dobbiamo vivere secondo la fede, vivere di fede; in questo modo realizzeremo veramente il «Vivit vero in me Christus», perché il Figlio di Dio è in noi, i nostri pensieri sono guidati e ispirati da Gesù Cristo e non cercheremo altro che la gloria di Dio.
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La speranza in Dio. La speranza in primo luogo consiste in questo: sperare di ricevere le grazie per raggiungere la santità; speranza di ricevere aumento di grazia per mezzo della Confessione, della Comunione, della Messa, della visita al SS. Sacramento; speranza che quello che si fa nella giornata serve ad aumentare la grazia e la santità. La Prima Maestra ha esercitato così la speranza: con una vita osservante, indirizzando tutto a Dio, abbandonandosi nelle mani di Dio anche quando la sua salute non era buona. Che la salute fosse buona o un po' meno buona, tutto era ordinato a Dio, tutto era animato dalla fiducia che offrendo a Dio qualunque passo fatto nella giornata, tutto serve ad accrescere la fiducia e la santità.
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Inoltre la speranza riguarda le necessità che abbiamo e cioè la speranza che il Signore ci conceda momento per momento gli aiuti per vincere il male e operare il bene. Quindi la speranza porta la fiducia.
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Ricordo un giorno che eravamo sull'aereo nell'America meridionale, anzi due volte, ma specialmente la prima: il tempo era così cattivo che sembrava che da un momento all'altro l'aereo dovesse cadere a terra, e la Prima Maestra rivolgendosi a me disse: «E se piacesse al Signore che morissimo qui, sia fatta la Sua volontà! Io sono pronta». E questo si è verificato due volte nei viaggi dall'Argentina al Brasile. Tutti gridavano e lei era pienamente serena; non si era conturbata affatto, pregava per tutti.
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Questo è fiducia in Dio, questo è il segno che l'anima è abbandonata al volere di Dio. Sia che viviamo, sia che moriamo, lo dice la Scrittura, tutto per la gloria di Dio! Questo era sempre il pensiero dominante. D'altra parte la sua vita è stata tutta un complesso di occasioni per esercitare la speranza, sempre attaccata alla preghiera.
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Ecco come ha chiuso la sua vita sulla terra un anno fa; ha visto quello che sperava e che sempre aveva sperato: la Congregazione sviluppata come era sviluppata il giorno in cui ella è passata all'eterno riposo.
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Ora quelle che entrano non hanno più da fare questo esercizio, ma allora era necessaria una speranza eroica.
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Soprattutto l'amore al Signore. L'amore al Signore sta nel compiere il volere divino. Ti amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa.
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Ho già detto altre volte, che la santità consumata consiste proprio nel cercare soltanto la gloria di Dio. La Prima Maestra era arrivata a questo punto, specialmente negli ultimi anni e negli ultimi giorni della sua vita terrena.
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Allora l'anima si immedesima con i pensieri di Dio e con le intenzioni di Dio: questa è la perfezione. Quanto amava il Signore! Quanti sacrifici per questa chiesa, cioè per questo Santuario! E quanta diligenza, e quante cure, sia per l'erezione del tempio e sia ancora per tutto, tutto quello che è ornamento del Tempio e quello che serve per le funzioni.
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Tutti quelli che erano a conoscenza più diretta sanno quante attenzioni usava per procurare tutto ciò che serviva per il Santuario!
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Oh l'amore a Dio! L'amore al canto sacro, alle funzioni sacre, alle pratiche di pietà ben compiute!
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L'amore al prossimo: come amava le sue figlie, e quante attenzioni, quanta diligenza, e quanta insistenza perché ci fosse il progresso spirituale e che l'apostolato si compisse sempre meglio! Pensava, si può dire, in continuità alle figlie vicine e a quelle lontane. Nel suo cuore c'erano tutte.
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E in quante occasioni ha dato aiuti a persone esterne, sia ad Istituti e sia a varie famiglie.
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Questo non deve però farci dimenticare di mandare suffragi. Non sappiamo quello che è l'incontro dell'anima con Dio. Quando lasceremo la terra noi, come sarà il nostro incontro con Dio?
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E' doveroso mandare suffragi, sempre, ma specialmente nella giornata presente, e questo fino a che non ci sia il riconoscimento da parte della Chiesa, con la beatificazione.
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Quindi continuare a suffragare.
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Veniamo ora alla conclusione: imitare le virtù della Prima Maestra. Che tutte le Figlie di San Paolo si modellino sui suoi esempi, la imitino nella diligenza con cui compiva le azioni della giornata, nelle relazioni con le persone.
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Imitare. Si cammina sempre sulla strada della santificazione se si vive di fede, di speranza, di carità verso Dio e verso il prossimo. La carità verso il prossimo la si esercita specialmente nell'apostolato, quando si porta la parola di Dio, la parola di salvezza alle anime.
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Oggi giornata di suffragio, oggi giornata di propositi.
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Se tutte le Figlie di San Paolo si modelleranno sopra la Prima Maestra Tecla, quanto progredirà la Congregazione, e quante sante darà la Congregazione!
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Dobbiamo guardare sempre in alto, al nostro fine, alla nostra vita eterna, lassù in cielo. Diamo troppa importanza alle cose del mondo e della vita presente. Dobbiamo vivere di fede, vivere col pensiero rivolto al Paradiso.
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Concludere con buoni propositi di imitazione e con abbondanti suffragi.
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Avanti con fede! Se volete fare un piacere alla Prima Maestra Tecla in Paradiso, dovete cercare di vivere secondo gli esempi che ella vi ha lasciato, e se veramente l'amate dovete ascoltare i suoi insegnamenti.
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La sua vita è veramente un esempio eccezionale di santità: un'anima contemplativa e attiva. In lei c'era la contemplazione e c'era la cura delle minime cose necessarie nella vita di comunità. In ogni sua conferenza c'è da imparare ed esaminarsi...
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1 Sedicesimo, che raccoglie la meditazione di don Alberione tenuta a Roma e quella di don Dragone tenuta ad Albano, tenute entrambe in occasione del Primo Anniversario. In ultima pagina il tipo e data di pubblicazione: "Tip. Figlie di S. Paolo - Roma - Febbraio 1965. C'è la registrazione.