I funeraliRivestita degli indumenti sacerdotali, la cara Salma venne trasportata nella piccola Cappella di Casa Generalizia, dove a turni, giorno e notte, si succedettero le rappresentanze delle varie comunità, per pregare, vegliare e tributare gli ultimi segni di affetto.
La notizia della morte comunicata dai giornali cattolici di Roma, nella mattinata della Domenica, richiamava verso l'Istituto numerose testimonianze di cordoglio da parte di Cooperatori, di Amici e di Benefattori.
S. E. Rev.ma l'Abate di S. Paolo, che già il sabato sera aveva fatto visita alla Salma ed espresso le condoglianze e la promessa di suffragi propri e della Comunità Benedettina, accoglieva benevolmente la domanda nostra di poter svolgere le esequie e la Messa in Basilica.
Giungevano frattanto da varie Case i Confratelli Sacerdoti e le Superiore delle Figlie di S. Paolo e delle Pie Discepole, per testimoniare ancora una volta la riconoscenza e l'amore che li legava al Caro Defunto.
La mattina del 26, verso le ore nove, si snodò il corteo funebre da Grottaperfetta a S. Paolo.
La bara, portata a spalla dai Sacerdoti, dai Chierici e dai Discepoli, ondeggiava in continuato suono di canti e di preghiere sopra le lunghe file delle bianche cotte del numeroso Clero e i neri veli delle Suore delle Comunità femminili.
Le scuole elementari della Parrocchia del Buon Pastore, l'asilo delle Colline Volpi e Tranvieri, il Collegio delle Ancelle del Santuario e l'Istituto delle Suore di S. Anna intervennero con una numerosa rappresentanza ai funerali e alla Messa.
L'ingresso del corteo nella Patriarcale Basilica per il quadriportico della facciata principale, segnò il trionfo dell'umile Sacerdote Sampaolino.
Egli che amava «le processioni belle», «le belle processioni», fu l'oggetto in quella sua ultima passeggiata terrena sulle spalle valide dei suoi figli, di una processione quale non si sarebbe immaginata mai da vivo.
In fondo; alti nell'aureo catino, Cristo e gli Apostoli luminosi nella diffusa luce dei riflettori, parlavano a noi, ancor pellegrinanti tra le tentazioni e le miserie terrene, della buona accoglienza che si prepara ai servi fedeli in cielo, più festosa, più (gioconda, più radiante di quanto arte e mosaico secolare possano figurare.
La S. Messa e l'Assoluzione alla Salma ebbero termine alle ore 11. Il Primo Maestro pronunciò brevi e commosse parole di addio al suo primo Collaboratore e ricordò per nostra edificazione i tre gradini di virtù che il caro Estinto in vita aveva salito: la obbedienza, la carità, la pietà.
Il corteo si ricompose e seguì il carro funebre per un lungo tratto della via Ostiense.
Alle 12, il Primo Maestro al Campo Verano benediceva, per l'ultima volta, la bara che veniva collocata nel loculo della Pia Società,, nella Cappella dei Trapassati, accanto a quella di D. Manera, di D. Santacaterina, di D. Restelli e del Chierico Pelliccia.
Sac. P. L. Occelli