Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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GIACOMO ALBERIONE
ALLE FIGLIE DI SAN PAOLO
Meditazioni e Istruzioni

GLI ANNI
DELLA PRIMA ESPANSIONE

Primo volume 1929-1933
MEDITAZIONI VARIE 1931

La predicazione del 1931 comprende venticinque meditazioni e sei ritiri, predicati da Don Alberione alla Famiglia Paolina di piazza San Paolo in Alba. Le prime meditazioni riflettono la preparazione piuttosto elementare di chi ha preso gli appunti.

Scorrendo queste meditazioni, tenute in circostanze varie, si coglie nel Fondatore l'attenzione a proporre alla gioventù paolina gli esempi di Gesù a Nazaret: silenzio, raccoglimento interiore e preghiera (n. 1); crescita in sapienza, età e grazia, obbedienza, povertà, castità (n. 23); pratica delle virtù familiari, particolarmente dell'umiltà, carità, laboriosità, sincerità e attenzione alle piccole cose (n. 27). È Gesù, dice Don Alberione, nella «vita privata, durata per trent'anni, il vero modello della vita religiosa» (n. 23).
Oltre l'imitazione delle virtù ordinarie che costituiscono il tessuto della vita di ogni giorno, suggerisce l'edificazione vicendevole, la correzione fraterna (n. 29), esorta alla lettura assidua del Vangelo e indica le disposizioni necessarie per ricavarne frutto (n. 31). Ogni occasione gli è propizia per raccomandare la devozione alla Madonna che ci porta «a conoscere, imitare, possedere, trasformarci in Gesù» (n. 15).

Nella predicazione il Fondatore ha sempre presente la finalità apostolica della vocazione paolina, quindi ne sottolinea alcuni aspetti: l'apostolato stampa «viene da Dio ed è voluto da Dio» (nn. 5, 11, 13); è la «continuazione dell'apostolato del divin Maestro» (nn. 2, 5). Esso ha come scopo la diffusione della fede (n. 13). E per «far entrare in tutti gli uomini le verità necessarie per salvarsi» (n. 2,II), per chi non sa leggere, la fede può essere rappresentata anche in figure (n. 3)
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Fra le varie opere, Don Alberione insiste sul catechismo «primo libro da darsi, perché noi la Bibbia non possiamo interpretarla liberamente… le verità dobbiamo impararle dalla Chiesa» (n. 6).
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Il suo sguardo lungimirante continua a fissarsi sul gruppo dei cooperatori da costituirsi in ogni centro così che divengano «come i parroci del paese riguardo alla stampa» (n. 6).
La paolina deve continuamente progredire e sua meta è un alto grado di conformazione a Gesù. La natura stessa dell'apostolato stampa lo esige, pertanto, «innamorata di Dio», protesa verso la santità, impegnata a cercare «la gloria di Dio e la pace degli uomini», «vorrebbe moltiplicarsi, arrivare a tutti» (n. 2,I), come l'apostolo Paolo si è fatto tutto a tutti, per tutti salvare attraverso le opere di zelo (n. 8), come Maria «madre di ogni apostolato che ha dato al mondo l'apostolo Gesù» (n. 3).

Per la formazione dell'apostola, il Fondatore attribuisce molta importanza alla lotta assidua contro la
«passione predominante». Ispirandosi probabilmente al Combattimento spirituale dello Scupoli, considera le nostre passioni come un esercito, per vincere il quale occorre «abbattere il capitano, cioè la passione che domina» (n. 18), e propone come mezzi: l'esame di coscienza, la preghiera, l'impegno continuo (n. 20).
L'importanza e la necessità dell'
esame di coscienza sono espresse da lui con parole forti: «All'esame bisogna dare la parte predominante. Dev'essere l'abitudine di ogni giorno, di ogni settimana, di ogni mese, di ogni anno» (n. 24) e non si deve mai tralasciare (n. 6). È inoltre mezzo efficace per tenere lontano dalla Casa il peccato, l'unico e vero male (nn. 22, 26).
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