Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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31. AMORE AL VANGELO*

Voi conoscete già l'ossequio portato al Bambino Gesù in questa notte: la sacra Scrittura, che è lì davanti all'altare fra i ceri.
In questi giorni abbiamo pregato, e pregheremo oggi, il Bambino a voler ricompensare tutti quelli che hanno contribuito con l'innocenza delle loro mani, con l'affetto del cuore e la sapienza delle loro menti a fare [questo] ossequio a Gesù Bambino. L'opera è a metà, ora preghiamo gli angeli che assistano coloro che ne procureranno la diffusione: «Pedes evangelizantium»1, e assistano e fortifichino i lettori con la grazia, la santità e l'onestà, ab aeterno!
Sarebbe bene scrivere, dopo questo omaggio, ai piedi della Regina degli Apostoli le parole di S. Epifanio: «Ave liber incomprehensus»2. O Maria, tu sei un libro non ancora compreso, che hai presentato al mondo il Libro perché venga letta la sapienza di Dio!
Com'è bello e commovente vedere il quadro che rappresenta la santa Madonna che insegna al figlio Gesù la lettura delle sacre Scritture!
Oggi la Chiesa ci propone tre Vangeli, perché tre sono le Messe che si celebrano. Prima del Vangelo, nella prima Messa, ci fa pregare così: Gesù Cristo Figlio di Dio ci illumini e ci faccia penetrare le parole del santo Vangelo. Questa è la sapienza di Dio, che si è fatta carne in Gesù3, carta nelle sacre Scritture, santità e amore attraverso le anime.
Nella seconda Messa preghiamo così: In forza delle parole sante del Vangelo siano cancellati i peccati. Chi porta con sé il Vangelo è eccitato al pentimento e alla compunzione, perché la lettura del Vangelo fa piangere i peccati, orienta verso il modello
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divino: Gesù. Il Vangelo è una remissione continua dei peccati e un efficace esame di coscienza.
Nella Visita, nei primi venti minuti, si legge il Vangelo e, nei seguenti venti minuti, si considera ad esempio la pazienza di Gesù che ha detto: «Beati i miti»4. E chi non si sentirà eccitato al dolore delle sue mancanze? Chi non detesterà le sue impazienze?
Nella terza Messa preghiamo: La lettura del Vangelo sia a noi di onore e protezione. Padri di famiglia, mettete nelle vostre case il Vangelo, tenetelo esposto, esso allontanerà dalle vostre case il demonio e ne farà l'oggetto delle compiacenze di Dio che vedrà lì la sapienza del Figlio onorata e amata. Un padre mi diceva che erano da invidiare i tempi in cui i cristiani tenevano nelle loro case l'Eucaristia, perché questa era una protezione continua per quella casa e un aiuto sicuro nei momenti difficili. Oggi si può avere ancora questo aiuto sicuro e questa protezione portando in casa il Vangelo, la sapienza di Gesù, e questo la Chiesa non solo lo permette, ma esorta a farlo.
Il Vangelo aiuta a vincere le tentazioni, specialmente quelle di superbia, di avarizia e di sensualità; chi lo tiene in casa o addosso, in qualche modo, ha uno scudo contro le tentazioni.
Il Vangelo è «salus et protectio». Provatevi a toccare il Vangelo che tenete in casa o in tasca, quando c'è una cosa difficile da fare o una cosa in cui non riuscite, provate a mettere una mano sul Vangelo in atto di preghiera e sarà come se ad un tratto accendeste una luce viva in una camera oscura, avrete subito una gran luce. Ma abbiate fede, fede ci vuole, e amate il Vangelo!
Abbiate un gran rispetto per il Vangelo, come lo ha la Chiesa che ci fa fare il segno di croce: sulla bocca prima di leggerlo perché le nostre labbra confessino il Vangelo e si aprano ad annunziarlo, sulla fronte perché la nostra mente si pieghi docile agli insegnamenti del Maestro, sul petto perché la nostra volontà sia fortificata dagli esempi del Maestro Gesù e il nostro cuore sia acceso.
O Vangelo, sapienza eterna di Dio, che abiti in mezzo agli uomini, vero «liber incomprehensus», sconosciuto ai più, che racchiudi luce e vita per noi!
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Stasera vi parlo del Vangelo anche per un'altra intenzione, perché comprendiamo bene le tre disposizioni con cui dobbiamo leggerlo.

1. Con coraggio. Per questo, o figliuoli, la Chiesa ci fa alzare in piedi al primo e al secondo Vangelo5, per insegnarci che dobbiamo professare la nostra fede con coraggio. Nelle catacombe, quando il vescovo incominciava la lettura del santo Vangelo, i cristiani si alzavano in piedi come un solo uomo, pronti a dare la vita per il Vangelo e ad essere fatti cibo dei leoni, ad affrontare il martirio, ma con il Vangelo in mano.
Il martirio oggi è raro, ma vincere il rispetto umano è cosa di ogni momento. Bisogna confessare il Vangelo, senza rispetto umano, con coraggio, davanti al mondo che non lo vuole ricevere perché non lo conosce.
S. Stefano, di cui domani celebreremo la festa, ci ammaestra. Sepolto sotto una gragnuola di sassi, ha l'occhio rivolto al cielo da cui gli viene la luce e ancora trova la forza di pregare: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che si fanno»6.

2. Il 27 celebreremo la festa di S. Giovanni il discepolo dell'amore, per imparare a leggere il Vangelo con il cuore. Chi ama Gesù capisce il Vangelo. La Chiesa vuole che, dopo la lettura del Vangelo, il sacerdote stampi su di esso un bacio ed il beato Cottolengo, anziché un bacio, vi stampava un bacione.
Chi ama Gesù ne capisce le parole. S. Giovanni, che amava Gesù, ne ha inteso le parole, posandogli il capo sul petto adorabile per sentirne i palpiti. Altra prerogativa del suo amore: rimane ai piedi della croce sfidando tutti e riceve in consegna, non solo la Madre, ma il cuore stesso di Gesù, perché S. Giovanni doveva diventare il predicatore dell'amore.

3. Il 28 ricorrerà la festa dei santi Innocenti: «Cor mundum crea in me, Deus»7. Chi purifica il suo cuore capirà le parole di Gesù e le metterà in pratica. Chi dice l'Atto di dolore prima di leggere il Vangelo si prepara ad intenderlo veramente.
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Alla domenica, prima di sentire la spiegazione del Vangelo, dite: Gesù mio, misericordia. Mettetevi alla presenza di Gesù con dolore dei peccati e chiedetegli luce: «Magister, doce nos»8.
Nell'anima macchiata non entra la sapienza di Dio, ma «initium sapientiae timor Domini»9. L'innocenza intende la parola di Dio e la mette nel cuore. Canterete ora in ringraziamento per l'opera compiuta, per chi vi ha contribuito in modo più o meno appariscente, per chi vi ha lavorato con innocenza ed amore e per chi deve completare l'opera con la diffusione: In principio erat Verbum...10.
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* Istruzione, in dattiloscritto, carta normale, fogli 2 (21x31), tenuta ad Alba il 25.12.1931, dal Primo Maestro. Nell'originale il titolo è: “Istruzione del Primo Maestro (Vespro di Natale)”.

1 Cf Rm 10,15: «I piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene».

2 Epifanio, vescovo di Salamina, Grecia (IV sec.).

3 Originale: Vangelo.

4 Cf Mt 5,5.

5 Fino alla riforma liturgica postconciliare si concludeva la celebrazione eucaristica con la lettura del Vangelo di Gv 1,1-14, indicato come «secondo Vangelo».

6 Cf At 7,60.

7 Cf Sal 51,12: «Crea in me, o Dio, un cuore puro».

8 Cf Lc 11,1: «Maestro, insegnaci…»..

9 Cf Sal 111,10: «Principio della saggezza è il timore del Signore».

10 Gv 1,1: «In principio era il Verbo».