26. ODIO AL PECCATO*
Ho letto in un libro che in una casa abitavano due figli ed uno di essi, avendo perduto un po' l'amore alla famiglia, se ne era allontanato; capita sempre così per chi vuole scapricciarsi e si allontana dall'ubbidienza. Non si legge che in quella casa vivesse ancora la madre, forse vivendo questa, quel figlio non avrebbe commesso quell'errore fatale perché la madre gli avrebbe dato tali consigli, gli avrebbe guadagnato il cuore con l'affetto così che quel figlio non sarebbe divenuto cattivo.
Ma, conclude il libro, o cristiani, noi abbiamo una madre: è la Madonna. Vedete quanto amore ci porta, le cure che ha per noi! Ricorrendo a lei non scapperemo, non andremo lontani dal Signore, ella non lo permetterà. Figliuoli, se vogliamo schivare il peccato, ricorriamo alla Madonna e saremo sicuri di essere custoditi.
È utile stamattina fermare la meditazione su un punto speciale, perché non basta dire: schivare il peccato, ma bisogna odiarlo, avere paura anche del nome di peccato. Chi è compreso di odio feroce per il peccato, certamente lo fugge, ma chi viene a patti con esso o lo rasenta, finisce con il lasciarsi guadagnare. [Consideriamo:] 1) Cosa significa odiare il peccato. 2) Come si conosce che un'anima odia il peccato.
Vi sono due giovani: uno non prega mai, in chiesa dice qualche orazione quando è osservato, in ricreazione sta lontano o si ritira nella sua stanza o in qualche posto dove non è osservato, o altrimenti sta negli angoli tenendo d'occhio chi assiste affinché possa vedere cosa fa o se si avvicina a lui. In confessione [fa] sempre accuse generiche: Sono cattivo, ho offeso il Signore, sono superbo, ecc. Questo giovane ama il peccato.
Ditemi: Che esame di coscienza fa? Come si comporta nelle tentazioni? Quali sono i suoi pensieri abituali? Quando commette un errore quanto aspetta a mettersi a posto? Ditemi: Ha paura
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del male o del rimprovero per il male? È proprio tranquillo nell'andare alla Comunione? Quali mezzi adopera per fuggire il peccato? Ditemi: Quale libro adopera per formare il suo spirito? Esaminiamo il libro su cui prepara il suo esame di coscienza. Il suo piacere qual è? Come facilmente sconfina con gli occhi? Il suo piacere è la boria o la compiacenza quando è lodato? Queste cose avvicinano al male e alla superbia specialmente.
Vi è un altro giovane assai devoto. Seguitelo. Come sta in chiesa? Che libro adopera? Come tiene le mani? Seguitelo specialmente quando non è osservato: quante orazioni nel giorno, nel far le scale, in tutti i ritagli di tempo, quante aspirazioni appena alzato! Seguitelo nell'intimità della coscienza: gli sembra di non aver trovato mai abbastanza le sue mancanze, l'accusa è diligente e il confessore è costretto a dirgli: «Questo non è peccato, su questo non esaminarti più, sta' tranquillo!». Seguitelo ogni volta che esce da casa per andare a passeggio o va in licenza: quali sono i suoi modi di parlare, l'atteggiamento con queste e con quelle persone, la compostezza del corpo, i movimenti degli occhi? Vedete che riservatezza, che moderazione! La sua anima è uno specchio terso perché al confessore si manifesta interamente, mentre l'altro rumina, fa da sé ed è un cieco che guida un altro cieco, un cieco stolto che guida un io superbo e cieco e tutti e due vanno a cadere nel fosso.
Ecco, davanti all'Immacolata nostra madre dichiariamo odio al peccato. Quando avete davanti l'immagine dell'Immacolata, avete fatto attenzione che tiene il piede sul capo del serpente? Cosa vuol dire, che lo liscia come se fosse un usignolo o un capretto? La santa Madonna non ha fatto come il ciarlatano che si mette il serpente attorno al collo, l'ha messo sotto i piedi. Quando la Vergine fu annunziata da Dio, questi adoperò le parole: «Verrà una Vergine che sarà la grande nemica del peccato. E al serpente: Porrò inimicizia fra te e la donna»1. Tutte [queste] parole indicano il grande odio della Madonna al peccato. Il Signore non ha detto solo inimicizia o odio all'impurità, ma inimicizia a tutto: alla superbia, ira, impurità, ecc., perché la Madonna odia tutti i peccati.
Gesù odia il peccato? Egli è il grande distruttore del peccato, annunziato dagli angeli, «Colui che è venuto a distruggere il peccato:
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Qui tollit peccata mundi»2. Ma la Madonna non lo odia meno di lui.
Ma non basta: «Tu, o demonio, insidierai alla purità della Vergine, ma potrai solo insidiare al suo calcagno ed ella ti schiaccerà il capo con il suo piede». Questo vuol dire che la Madonna schiaccia la testa al peccato, lo fa morire.
Veniamo alla pratica, vediamo se nella nostra anima c'è l'odio al peccato o se ci andiamo accostando; per questo bisogna pregare perché è difficile e bisogna andare [fino] in fondo a cercare. Salve Regina...
1. Vi è l'odio al peccato? Vediamo se nelle confessioni siamo molto diligenti ad eccitarci al pentimento. Quante confessioni mancano di dolore! Vi è la cura per eccitare proprio il pentimento? Piangiamo qualche volta i nostri peccati o andiamo a recitarli come la lezione?
Vi sono dei giovani che fanno venir lacrime di consolazione a vedere come si confessano! In certi giorni, specialmente al ritiro, agli Esercizi, quasi non riescono a dire i loro peccati e li accusano con parole roventi. Altri giovani vanno a confessarsi, stentano anche a fare l'esame di coscienza, ma dolore niente. Quante confessioni nulle per mancanza di dolore! Confessioni che non servono a correggere per l'avvenire né a rimettere i peccati passati: nulle davanti a Dio!
Altri si pentono di qualche peccato, ma la passione principale, quell'animo travagliato, quella mira tenuta nel cuore da tanto tempo, quei sotterfugi, non li detestano! Uccidono i serpentelli: la bugietta, la distrazione, ma il serpente grosso lo lasciano nel cuore! E quell'inganno, quella pigrizia continuata, quell'accidia, quella superbia, quella falsità, perché non la distruggono? La tengono cara come l'idolo del pagano. Bisogna distruggere la passione predominante, la più cara, carissima, preziosa come l'occhio, che sembra ci serva come piede.
2. [Come] si odia il peccato? Si fugge solo a sentirne il nome?
Figliuoli, se nel vostro cortile apparisse una tigre, cosa fareste? Chi scapperebbe di qua, chi di là, chi correrebbe a nascondersi, chi a chiedere aiuto fuori: in quel cortile prima così animato,
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si farebbe tutto deserto. Bisogna aver così paura del peccato, paura di accostarlo perché morde ed uccide. Vi sono dei giovani che vanno fin sull'orlo del peccato. State attenti perché se il diavolo ci mette dentro la coda, poi entra tutto intero. Bisogna resistere alla tentazione appena appare: «Ricevuto quell'avviso mi è venuto un impeto di superbia, di scusa, ma sono subito ricorso alla Madonna ed ho vinto».
Resistere alla tentazione, non fare come Eva che vide il serpente, ne ascoltò la parola dolce e ne restò persuasa. «Fin qui non è peccato». Sì, ma poi?...Resistete alla tentazione fin da principio.
Vi è molto pentimento nella confessione? Piangiamo i peccati? I nostri occhi adoperati ad offendere il Signore, li abbiamo poi adoperati per lavare l'anima, le sue macchie? Potrete fare il bucato senza il sapone, ma senza l'acqua no. Lavare l'anima senza dolore è impossibile.
Le nostre confessioni danno frutto? Ve ne accorgerete dalla conversione che ne segue. Si resiste da principio alle tentazioni? Vi è veramente inimicizia fra noi e il peccato? Bisogna che l'espressione: «La morte ma non peccato»3 parta dall'anima.
Recitiamo tre Ave Maria all'Immacolata perché ci conceda un grande odio al peccato e di fare le nostre confessioni con molto dolore.
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* Meditazione probabilmente rivolta ai giovani della SSP, in dattiloscritto, carta vergata, fogli 2 (21x30), tenuta ad Alba il 7.12.1931, dal Primo Maestro. L'originale porta come titolo: “Meditazione del Primo Maestro”.
1 Cf Gen 3,15.
2 Cf Gv 1,29.
3 Espressione caratteristica del giovane S. Domenico Savio (1842-1857), piemontese, aspirante salesiano, formato alla scuola di S. Giovanni Bosco, canonizzato nel 1954.