Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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MEDITAZIONI VARIE 1948

7 Meditazioni varie.
Esercizi spirituali, 20-28 agosto, in HM II/8, pp. 113-191.

Sigla: FSP48

Il 1948 è ricco di vari fascicoli che contengono Ritiri e meditazioni di autori diversi. Come già si è detto per il 1947, i vari interventi spesso sono stampati senza data e senza autore. Di qui il delicato lavoro di riconoscimento compiuto consultando fonti e varie persone, tra cui i possibili predicatori. Si è giunti così a distinguere gli interventi sicuramente del Fondatore da quelli che non sono suoi anche se in precedenza a lui attribuiti1. Oltre gli Esercizi di agosto, di cui si tratta più avanti, sono stati raccolti sotto il nome di Meditazioni varie , sette interventi pubblicati: tre sulla Circolare interna, uno in fascicolo, raccolto in HM I/4, uno in foglio, due rimasti a livello di dattiloscritto.
Sono rivolti alla comunità di Roma e Alba, alle propagandiste venute a Roma per gli Esercizi, alle studenti, alle novizie.
I temi sono vari: la memoria del Maestro Giaccardo, morto il 24 gennaio, l'orientamento per le elezioni politiche del 18 aprile 1948, la propaganda e le propagandiste, le Costituzioni, la formazione intellettuale, le vocazioni.

Le costanti di questo magistero feriale sono abbastanza evidenti:

La devozione a Gesù Maestro: crescere in essa, facendo propria la grande eredità lasciata dal M. Giaccardo (n. 1); qualificando la pietà, che deve mirare a «penetrare sempre meglio la dottrina sul divino Maestro» (n. 3).

La natura della propaganda: essa si ispira alla visita di Maria a santa Elisabetta e ha il medesimo obiettivo: portare Gesù (nn. 4, 5); è un vero ministero a servizio delle anime che richiede: grazia, lumi di intelligenza, saggezza (n. 5).
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La formazione della mente: poiché tutto l'apostolato è docente, la formazione della mente è essenziale per tutti, comprese le novizie, che devono imparare «da tutto e da tutte» per abilitarsi veramente all'apostolato che ha un campo infinito (n. 7).

La coscienza dei tempi: servendosi di un articolo de La Civiltà Cattolica, don Alberione mette davanti alle FSP la grave situazione del momento, particolarmente per l'Italia, prossima alle votazioni politiche, le prime a suffragio universale. Usa le parole durissime del tempo per indicare il blocco comunista, contrario alla Chiesa e alla fede; invita alla preghiera intensa e all'azione (n. 2).
Poche meditazioni, che riflettono però un vissuto intenso: forte ripresa dell'apostolato diffusivo in un contesto culturale di grandi contrasti; apertura ai nuovi mezzi di apostolato, particolarmente il cinema: il 1948 è considerato l'anno del cinema con l'avvio di 32 agenzie e servizio alle sale parrocchiali2; primo tentativo nell'apostolato radio3. Questo allargarsi di orizzonti spinge a guardare al futuro con speranza: «Il mezzo, la stampa, può ridursi e subentrare più abbondantemente il cinema e la radio, ma rimane sempre il far conoscere Gesù; il mezzo ce lo darà il tempo, l'ingegno umano, la Provvidenza divina... Sempre col pensiero alle anime; nessun minuto perduto!... Contate molto sulla grazia della vocazione... Avanti sempre!» (n. 6).
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1. IL SIGNOR MAESTRO CONTINUA A VIVERE*

In questi giorni passati è stata una gara di premura e di affetto, sia per assistere il Signor Maestro infermo e sia per suffragarne l'anima. E i suffragi continuano: i sacerdoti celebrano molte Messe (circa seicento in tutto). In queste Messe mettete le intenzioni che vi suggerisco. Nella Messa il principale offerente è sempre Gesù Cristo; poi il sacerdote, e infine coloro che vi assistono nello spirito con cui la Madonna offerse Gesù sul Calvario.
I fini della Messa sono quattro:

1) Adorare Iddio padrone e conservatore della vita. Unirsi alla preghiera di Gesù nell'orto del Getsemani: «Non la mia, ma la tua volontà sia fatta»1. L'accettazione della morte è un grande atto meritorio. Dio ci ha dato la vita, ce la conserva, ma non sappiamo fino a quando. Ogni giorno moriamo un poco. La morte, che è castigo del peccato2, è anche mezzo di restaurazione, di espiazione. Accettiamo la nostra morte in Cristo entrando in spirito con lui nel Getsemani, e dicendo: O Signore, che ci hai condannati a morire: tutto ciò che ha i disposto è ben fatto. Signore, io accetto quella morte che hai destinato per me. Offriamo Gesù Cristo che nella S. Messa rinnova misticamente la sua morte sul Calvario e assieme offre anche noi con lui, in lui e per lui.

2) Ringraziare Dio per gli innumerevoli benefici che egli ha elargito al nostro Istituto per mezzo di quest'anima eletta, che è passata in mezzo a noi, come passano i santi, nascondendosi come la viola tra l'erbetta e mandando un soave profumo di giglio. Dagli ultimi Esercizi in poi, in modo tutto speciale aveva fatto mirabili ascensioni: ci si accorgeva come egli accelerasse il
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passo verso l'alto. La sua orazione e unione con Dio erano continue: sembrava la personificazione di quella frase di S. Paolo: «Conversatio nostra in coelis est»3.

3) Offrite la Messa in soddisfazione, qualora egli avesse ancora qualche debito da soddisfare presso la divina giustizia. È vero che ha cercato di purificarsi con molti esami di coscienza e sincero dolore, ma ha pure avuto tanti impegni. Offrite la Messa anche in riparazione per la mancata corrispondenza alle sue cure, a quell'abbondante direzione che veniva da lui. Egli ebbe tante mansioni, ma in ognuna vi portava molta diligenza. Se uno mi chiedesse: Chi è il vero paolino? Io gli risponderei: Il vero paolino è stato il Maestro Giaccardo; fa' come lui, e vivrai.

4) Offrite la Messa per avere la grazia di seguirlo nell'amore al Maestro divino, alla Regina degli Apostoli, e nella devozione filiale a S. Paolo. Ieri, nella Basilica, la sua salma ha fatto l'entrata «trionfale», immagine di quella che l'anima sua avrà fatto in Paradiso, accolta da S. Paolo.
Dal Paradiso egli penserà a noi, alle nostre anime; anzi dobbiamo sentircelo vicinissimo ovunque e sempre: in tipografia e in propaganda; sentirlo che con la sua carità cerca di sostenerci quando siamo vacillanti, di sollevarci se caduti, di aiutarci a progredire.
Egli progredì sempre: la sua vita fu una continua ascesa. Da quando fanciullo gli consigliai di fare la Comunione frequente, e se voleva quotidiana, non mancò più alla consegna. Inquadrare dunque la S. Messa di suffragio nei fini generali di essa, di «adorazione, di ringraziamento, di propiziazione, di impetrazione». Adoriamo i disegni di Dio. Siamo tutti persuasi che il Maestro faccia di più adesso che è in Paradiso. Vi benedica e vi sia sempre vicino.
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2. PREGARE E LAVORARE PER LE ELEZIONI*

La meditazione di stamattina è sopra la necessità dei tempi attuali: l'aiuto che noi aspettiamo da Maria SS. e la preghiera che dobbiamo innalzare a lei.
«Pregate e lavorate, diceva il Santo Padre1 lanciando a tutto il mondo i suoi ammonimenti e il suo appello. La gravità dell'ora è tale che esige la collaborazione di tutti. Ma tra le molteplici forme in cui questa va attuata ve n'è una sola sulla quale non si richiamerà mai abbastanza l'attenzione. Non si tratta di un'azione esteriore o di un piano campale, propriamente detto, di resistenza: ad altri il compito di organizzare i modi e di reclutarne i volontari. Si tratta invece di una crociata nascosta, apparentemente la più debole e addirittura irrisoria agli occhi di chi non stima che la forza dei mezzi umani; ma essa è tale, che principalmente con lei si possono e si dovranno decidere le sorti del nostro paese»2.
Voi vivete serene e tranquille nella vostra casa religiosa, e tuttavia non mancano le occasioni per conoscere qualcosa di ciò che avviene fuori della nostra casa, nei vari paesi d'Italia. La campagna elettorale è prossima: cosa sarà l'Italia fra sei, otto, dieci mesi? Sarà governata secondo i principi cristiani, ovvero avremo un'Italia comunista? Il pericolo è gravissimo e il Santo Padre se ne è mostrato preoccupatissimo ed ha invitato tutti gli Istituti religiosi a mobilitarsi nella preghiera e nel lavoro, per il buon esito delle elezioni.
Si tratta di lottare e di salvarci dai senza Dio, da quelli che sono senza cristianesimo, senza cattolicesimo, che riducono l'uomo allo stato di bestia. Il pericolo è gravissimo. Non è solamente che domani dobbiamo temere il ritorno di un partito totalitario, ma ispirato a principi cristiani; ma di un partito totalitario e senza
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Dio, che impone alla gioventù di far lotta contro la Chiesa, contro Dio.
Chi salverà l'Italia da tanto grave pericolo? Chi nel secolo XVI impedì al protestantesimo di stabilirsi in Italia? La SS. Vergine. Sulle Alpi, in vari punti c'è una statua di lei che custodisce i confini dell'Italia. Noi temiamo il bolscevismo non tanto come armata avversaria, ma come popolo senza Dio, per la lotta che muove alla religione. La Madonna salverà l'Italia.

La Civiltà Cattolica del 3 gennaio riporta: «Mentre satana crede sia giunta l'ora del suo trionfo, Dio prepara il suo e mediante un particolare intervento di Maria. È una persuasione che si va diffondendo tra le anime, e che Dio stesso sembra alimentare con le intime mozioni della sua grazia. Nel primo decennio di questo secolo, quando il Portogallo venne a trovarsi completamente rovinato dalla tirannia del governo massonico, chi avesse detto: Tra breve la Vergine salverà il Portogallo, sarebbe passato per un ingenuo o per un pazzo. Nel 1917 entrano in scena i fatti di Fatima. Contro quelle visite di Maria, come si era fatto per Lourdes, tutto fu mobilitato dalla massoneria. Ma tutto fu vano. Ed il Portogallo si presenta oggi come un paese civilmente e cristianamente rigenerato.
Quello che la Madonna ha fatto per il Portogallo può farlo anche per l'Italia. Essa non attende che la nostra preghiera. Anime che vanno sollecitando questo materno intervento ve ne sono tante. Se non fossimo sacerdoti forse nemmeno lo sospetteremmo. Ma è necessario che queste anime oranti si moltiplichino. È necessario che tutti i migliori Italiani cadano umilmente e tempestivamente in ginocchio davanti alla Madre di Dio, perché l'Italia ottenga di levarsi forte e cristianamente grande dinanzi al mondo.
Non tocca a noi suggerire le forme come attuare questa crociata di preghiera. Quello che qui ci importa è che noi Italiani ci rendiamo consapevoli di questa potentissima arma, e che la Vergine venga a riprendere nel pensiero, nel cuore, nella vita degli uomini più responsabili come dei più umili il posto che ebbe tra i nostri padri in secoli più cristiani»3.
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Pio X in una sua Enciclica4 diceva che la restaurazione in Cristo dell'Italia e del mondo avverrà per mezzo di Maria SS.

Cosa possiamo fare noi?

1) Diffondere la convinzione che è, in coscienza, obbligatorio presentarsi alle urne e votare per quel partito che dà maggiore affidamento di un buon governo. Poi verranno indicati i mezzi con cui lavorare.

2) Riparare i peccati che si sono commessi, specie nell'immoralità, negli affari. Da oggi al giorno delle elezioni nessun peccato, ma molte preghiere. Ascoltiamo ciò che dice il Papa.

3) Raccomandare ogni giorno al Signore il giorno delle elezioni, giorno decisivo per la civiltà cristiana. Il rosario della Visita può essere detto secondo questa intenzione.
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3. STUDIO E APOSTOLATO*

Le Figlie che sono destinate a studiare devono essere la gioia della Congregazione: la gioia e non il fastidio. Studiare la sacra teologia è studiare Dio, e studiare Dio è studiare la verità più bella che ci possa essere. È quindi una grazia grande, ma a questa grazia bisogna corrispondere. In particolare:

1. Nella pietà. Le suore che hanno studiato devono penetrare meglio la dottrina sul divino Maestro. Nessuno è in grado di comprenderla e di penetrarla meglio di loro.
In questi ultimi tempi, la S. Congregazione dei Riti ha avuto tre proposte: c'è chi vuol considerare Gesù Maestro come predicatore; chi come modello dei professori di università; altri lo vogliono considerare come la Sapienza eterna. La proposta che finora è stata presa in considerazione è la nostra: considerare Gesù Maestro come Via, Verità e Vita. La vostra pietà dovrebbe penetrare bene questa dottrina: quando sarà ben compresa, non ci saranno più difficoltà nel fare i propositi, la meditazione, la Visita.
Dobbiamo fare come il Signor Maestro, di cui ammiravamo tanto le belle elevazioni e la vita: portare, come faceva lui, la scienza nella pietà. Egli non si fermava mai alla sola speculazione; la conoscenza delle verità gli serviva per alimentare la pietà.
Quelle suore che hanno studiato credono talvolta di dover andare in cerca di chissà quali metodi, quali direzioni, quali confessori... Sembra che amino complicare le cose. La nostra pietà deve invece essere semplice, bene illuminata, non confusionaria, non complicata. Quanto più si sa, tanto più si deve trovare tutto semplice. Quanto più l'anima si avvicina a Dio, tanto più diventa semplice, divina: Dio è semplicissimo, è atto purissimo! Tutto si riduce ad una sola cosa: amare Dio.
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Quando i discepoli di S. Tommaso videro avvicinarsi l'ultima ora del maestro e gli chiesero un ultimo ricordo, egli incominciò il commento al Cantico dei Cantici: non sapeva più parlare che di amore. Sapere molte cose, fare molte obiezioni non vuol dire aver molta pietà.

2. Nell'apostolato. Il vostro apostolato sia semplice, svelto, chiaro. Dato i vostri studi, voi dovete occuparvi della redazione, fare scuola o quegli altri uffici che vi vengono affidati. A proposito dell'apostolato, dovete fare due cose:
a) Non nascondere il talento. Questo non sarebbe neppure umiltà: «Fecit mihi magna qui potens est»1: e la beata Vergine disse questo senza il minimo sentimento di vanità. Bisogna che i superiori non abbiano nessuna difficoltà a collocarvi. Non è neppure il caso che vi perdiate in sciocchezze o in fantasie.
b) Occorre inoltre che cerchiate vocazioni scelte: figliuole di buon spirito, e che abbiano anche studiato. Voi potete tenervi in relazione con loro, aprire loro il campo che esercita maggior attrattiva. Cercate buone vocazioni, vocazioni istruite, di famiglia distinta. Non dico di escludere i poveri, altrimenti dovreste escludere Gesù. I poveri sì, sempre: ma non la poveraglia, le persone di basso sentire, troppo attaccate ai beni materiali. Si può essere poveri ed avere un alto sentire, un modo di pensare elevato e questa nobiltà di sentimenti si manifesta anche esternamente con la buona educazione.
Naturalmente, per accogliere vocazioni distinte ci vuole un ambiente adatto, ma il primo ambiente è quello che formate voi. Quando c'è un nido in cui regna la carità, la pietà ben vissuta l'ambiente è ottimo. Finora in Casa non ci sono ancora tutte le distinzioni e le formalità. Queste verranno in seguito: in tutte le opere c'è chi ha il compito di dar vita e chi ha il compito di compìre, perfezionare; se si aspettasse ad iniziare quando tutto è perfetto, non si comincerebbe mai.
Nella scelta delle vocazioni cercate anche e soprattutto che siano veramente buone perché se hanno solo la testa sviluppata c'è pericolo che siano più di fastidio che di vantaggio all'Istituto. Io vorrei che voi foste le più intime di spirito e, quanto all'apostolato, le più generose.
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3. Nella vita religiosa ben vissuta. Voi dovete essere quelle che vivono meglio la vita religiosa, danno buon esempio, consolano i superiori, si prestano nelle occasioni migliori. Se io, avendovi incamminate nella via degli studi avessi reso più difficile il governo delle Maestre, avrei fatto un'opera a rovescio.
Comprendendo di più, dovete far meglio l'obbedienza, obbedire di più a Dio; voi dovete capire bene ciò che significa obbedienza, unità nell'Istituto. Dovete essere le più religiose fra le religiose, le più Paoline fra le Paoline. Siate sempre pronte a tutto: nessuna distinzione tra lavare i piatti e scrivere un articolo: tutto è servizio di Dio.
Raccomandiamo la cosa al Signor Maestro che aveva ben capito, ben spiegato e che ha ben vissuto lo spirito della Società San Paolo. Sia lodato Gesù Cristo.
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4. LA PROPAGANDA*

C'è un proverbio che dice: «Il libro scritto è meno che niente se il libro fatto non rifà la gente». Non basta scrivere e stampare: bisogna diffondere. E per questo abbiamo il mezzo della propaganda. Andare in propaganda volentieri. Qualche volta sarete un po' stanche; ma anche Gesù «defatigatus ex itinere»1: si sentì stanco dal viaggio, dal cammino. Ricordate l'esempio della Madonna: «Andò in montagna con sveltezza»2. Nella visita a S. Elisabetta portava quello che portate voi: Gesù. E andò svelta,anche su per le montagne.
Quest'anno in modo speciale pregare per la propaganda: 1) perché si faccia con retta intenzione; 2) perché si compia con letizia di animo, ma anche con raccoglimento, in maniera che una non si distragga compiendo l'apostolato. È distrazione quando si pensa ad altro. Ma se una durante l'apostolato, mentre parla non può pregare o fare una comunione spirituale non si faccia scrupolo. Io non conservo l'unione con Dio: l'unione si conserva facendo bene il dovere. Si supplisce dopo, in tanti altri modi. E il dovere è penitenza. Così che se una di voi mi dicesse: Mi lasci flagellare; io risponderei: Va' a scopare!. Ne avete di penitenze se le fate bene! Propaganda, ma bene! Certo che se una chiacchiera di argomenti che distraggono, allora non conserva l'unione con Dio. Perciò fare l'apostolato bene, interiormente! E poi farlo bene anche esteriormente, prendendo tutti i mezzi che si sanno e industriandosi nel trovarne dei nuovi. Se voi vi impegnate nell'apostolato, vi aumentate il merito. Dove si può dare un foglio, bene! Ma dove si può fare di più, farlo. Fate quel che vi dicono le Maestre, le quali vi guidano bene.
E ancora, fate l'apostolato con sapienza e cioè: conoscere, presentare, adattare! Non è cosa tanto facile. Ma pregate e impegnatevi nell'obbedienza, fecondando tutto con tanta pietà.
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5. MARIA E LA PROPAGANDISTA*

Dice il Vangelo che Maria andò con sollecitudine a visitare S. Elisabetta1 e questo significa: con prontezza, senza ritardo, con zelo. Nell'esercizio dell'apostolato si presentano spesso occasioni di arrestarsi, cioè di impiegare le forze in cose accidentali o fuori dell'obbedienza: in queste occasioni bisogna imitare la Madonna.
La Madonna andò da S. Elisabetta per servire. Il nostro apostolato è un servizio che si fa alle anime: si è servi di chi serve Dio. Molti fanno a noi dei servizi materiali, morali e intellettuali; noi pure dobbiamo servire il prossimo e il nostro servizio è nobile e alto: è un lavoro che si fa per zelo, dobbiamo quindi farlo bene senza perdere tempo.
Inoltre, la Madonna andò a visitare S. Elisabetta per motivo di carità. La sua fu una carità silenziosa, senza pretese. Non tutti gli uomini hanno le grazie che abbiamo noi: dobbiamo saper compatire. Quando si vede qualche disordine, preghiamo per questa povera umanità. E ripariamo anche: allora la Comunione riparatrice del primo venerdì del mese prende un senso più largo e più sentito2. Ringraziamo poi il Signore che ha voluto a noi tanto bene: ci ha tolte dal mondo, ci ha prevenute e ci previene con grazie speciali.
L'ufficio della propagandista è un ufficio faticoso, delicato e importantissimo. Le propagandiste hanno tanto bisogno di grazie: quelle che stanno a casa preghino per esse, mandino gli angeli custodi a custodire quelle che si assoggettano a questa fatica,
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di modo che ci sia scambio di carità, di preghiera, di buoni esempi. È necessario stimarsi vicendevolmente, apprezzarsi, volersi bene, aiutarsi con carità industriosa.
L'ufficio della propagandista richiede molta grazia, molti lumi di intelligenza: non è solo andare a fare una commissione, ma è qualche cosa che può essere compìto così come S. Paolo compiva il suo ministero. Bisogna cooperare con le propagandiste poiché esse possono riferire molto circa i bisogni delle anime e le esigenze particolari dell'apostolato.
Le propagandiste devono portare nel loro ministero: intelligenza, ordine, saggezza. Questo richiede molte industrie per diffondere i libri secondo i bisogni delle anime, per curare le vocazioni, le opere dell'Istituto, come ora è la chiesa3. Con l'opera delle propagandiste si compie un lavoro capillare: si arriva ai singoli ed è proprio ciò di cui c'è ora maggior bisogno.
La Vergine SS. ci conceda, per i meriti della sua visitazione che il lavoro della propaganda sia compiuto sempre più efficacemente, sempre più sapientemente, così sempre più grande sarà il bene che si fa e il merito della vostra Congregazione.
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6. COSTITUZIONI E PROPAGANDA*

Ringraziamo il Signore per tutte le ispirazioni, i lumi, i conforti, sentimenti di pietà, la buona volontà che vi ha dato nei giorni degli Esercizi spirituali. Ringraziamo il Signore che ci ha chiamate ad una vocazione così bella, di cui non basterà questa vita per ringraziarlo; attendiamo il cielo. La preziosità si comprenderà meglio alla luce dell'ultima candela e al lume eterno, quando il Signore illuminerà l'anima sulla bellezza dei voti sacri e dei meriti. Ringraziamo il Signore perché ogni anno ci dà modo di fare un piccolo passo nella via della santità; ci fa meditare il passato, per riprendere il lavoro di perfezionamento con più lena e più coraggio, man mano che ci avviciniamo alla fine della vita. Non sappiamo ciò che ancora ci rimane... altre sorelle sono già arrivate al premio... noi siamo per la strada. Coraggio! La vita di comunità è per aiutarci vicendevolmente. La Congregazione è una società composta di persone che vogliono conquistare un Paradiso più bello; e ci si aiuta a vicenda con i buoni esempi, le preghiere, l'istruzione, ecc.

Osservanza delle Costituzioni

Negli ultimi Esercizi, per grazia di Dio, si sono meditate le Costituzioni1. Il vero amor di Dio sta nell'osservanza delle Costituzioni. Il compimento della volontà di Dio sta nell'osservanza delle Costituzioni. La vera spiritualità delle Figlie di San Paolo è descritta in esse; non vi siano deviamenti. La strada sicura per arricchirsi di meriti è l'osservanza delle Costituzioni. È certissimo che chi osserva le Costituzioni si salva; si fa santo; non farà Purgatorio, perché ogni giorno s'immola al Signore, diventa
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più paolina; corrisponde più perfettamente alla sua vocazione. L'errore di alcune anime sta qui: quando si dice corrispondenza alla vocazione, intendono l'entrare nell'Istituto, fare vestizione, noviziato, professione temporanea e perpetua. No, tutto questo porta sul campo del lavoro; lì incomincia la corrispondenza, l'esecuzione. Quando una studia da maestra, il diploma vale per aprirle la scuola: sarà maestra buona quando farà scuola bene; migliorerà sempre nella sua missione.
Prendere le Costituzioni come il libro di lettura spirituale più caro. Conoscerle, amarle, viverle: ecco il compito di ogni Figlia di San Paolo. Non è l'abito che costituisce la paolina e nemmeno l'abitare nelle case delle Figlie di San Paolo; ma l'osservanza delle Costituzioni nella lettera e nello spirito. Nell'osservanza delle Costituzioni si esercita continuamente l'obbedienza. Le Costituzioni prese in sé sono come lo scheletro: vi sono però le circolari, gli avvisi, le disposizioni quotidiane che le interpretano e che stabiliscono i particolari della vita paolina.
Questa continuità di obbedienza è l'omaggio più prezioso che possiamo rendere a Dio. Non è più prezioso prendere una Messa in più, ma è più preziosa l'obbedienza. La preghiera è il grande mezzo per praticare le virtù. La Messa dà gloria a Dio in sé, perché è il Figliuolo di Dio che s'immola al Padre. Ci giova quando la incominciamo come Gesù: «Non mea, sed tua voluntas fiat»2, e si chiude con lui: «Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio»3.
Non pensiamo tanto alle grandi obbedienze! Sono le cosette piccole, quotidiane, continue; allora muore ogni nostro gusto e si può dire: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me»4. Le piccole resistenze alla volontà di Dio sono punte di spillo che dissanguano l'anima e che le tolgono il fervore e il miglior merito. Le piccole obbedienze sono un continuo attizzare il fuoco di amore a Dio nell'anima. Non crediamo a spiritualità che nutrono il sentimento, e forse un velato amor proprio. Vero amor di Dio ci vuole, vero spirito religioso. Che alla fine il Signore si possa compiacere di noi come del Figlio suo: «Questo è il mio
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Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto!»5. Sì, siete state dilette nel Battesimo, nella Cresima e nella vocazione religiosa. Siate sempre dilette perché preferite in tutto il volere di Dio. Gli saremo tanto più vicine in cielo quanto sarà più continua e generosa la dedizione a lui. In questo è l'obbedienza; è l'osservanza delle Costituzioni e di ciò che ne è il contorno.

La propaganda

Vi è un punto in cui voi osservate l'obbedienza, anche se qualche volta dura: la propaganda. L'apostolato nostro ha le sue tre parti: redazione, tecnica e propaganda. La più importante è la propaganda. Le propagandiste fanno l'ottimo, la parte migliore nella Congregazione. Per questo ho scritto le Beatitudini delle propagandiste6; sono piene di senso e di verità.
La propaganda è preziosa per due motivi: 1) per il bene, il merito che procura a chi la esercita; 2) per il bene che porta alle anime. Il Signore non ci ha detto di fare alte speculazioni, trovare dottrine nuove, ma: «Andate e predicate a ogni creatura. Andate nel mondo intero»7. Se una Figlia di San Paolo desidera di essere messa in un ufficio in cui guadagnare più meriti, aspiri alla propaganda. Le sorelle che scrivono o stampano devono considerarsi serve delle propagandiste, in quanto devono sapere da esse quello di cui le anime necessitano e prepararlo a loro. Se vi piace una vita di grandi meriti, aspirate alla propaganda. Non si accende la lucerna per porla sotto il moggio, disse Gesù, ma si mette in alto perché illumini tutti quelli che sono in casa8. La tecnica e la redazione accendono la lucerna; chi la scopre e la innalza perché illumini è la propagandista.
Questo è nel fine particolare dell'Istituto: far conoscere Gesù Cristo, la sua dottrina, il suo culto. Il mezzo, la stampa, può ridursi e subentrare più abbondantemente il cinema e la radio, ma rimane sempre il far conoscere Gesù. La Chiesa cammina, noi
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camminiamo con essa; il mezzo ce lo darà il tempo, l'ingegno umano, la Provvidenza divina.
Chi va in propaganda diretta, in libreria o a domicilio, dev'essere come invidiata, e le altre devono collaborare. Chi non può fare passi, lavori da casa, preghi, scriva, registri, ecc. Quando si ritorna nelle case, si prepari lo spirito, la mente, perché la propaganda sia fatta con cuore, con spirito soprannaturale e con intelligenza sempre maggiore. Vorreste forse pensare che io parli così, perché ci sono tante propagandiste che ascoltano? No: è la verità! Intendo dire che tutte devono collaborare, questo è il nostro fine; non potrebbe essere migliore.
Sempre col pensiero alle anime; nessun minuto perduto! Come organizzare l'opera dei cooperatori? Le nostre pubblicazioni arrivino in maggior numero possibile; escogitare ogni mezzo perché la parola di Dio sia letta da tutti. Trovate cooperatori, per farli lavorare nei periodici, biblioteche, scuole, associazioni, centri di diffusione, ecc.
Vi sono nelle parrocchie persone, affidiamo ad esse qualche nostra iniziativa. Quello che più importa nella propaganda è l'amore; raccogliere tutte le forze per conquistare, per far del bene con la parola e con l'esempio. L'amore è inventivo, persuade, conquista. Chi è svogliato nella preghiera non prega mai fuori tempo; anzi in chiesa sta con fatica. Chi ne è amante ci pensa spesso, ne parla, desidera il momento e prega anche fuori tempo, così è della propaganda.

Ultima cosa: avere confidenza, fiducia. Il Signore vi ha chiamate. Egli quando manda a fare una cosa dà i mezzi. Contate molto sulla grazia di stato. Vi sono persone che fanno un bene grandissimo: questo avviene per l'applicazione, per maggiore buona volontà; ma ancor più è necessaria la grazia, sentire: «Non temete, io sono con voi»9. La propaganda costa molto e il demonio punta lì i suoi sforzi.
Quante tentazioni! E tante volte sotto l'aspetto di bene, quasi che la propaganda fosse inutile o cosa materiale! Fosse pure un angelo che vi dice cose contrarie alle Costituzioni, non date retta; vestito da angelo, ma non viene da Dio. Le Costituzioni dicono
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bene il grande posto che ha la propaganda. Fiducia dunque nella vostra vocazione. Quando eravate giovani avete studiato bene la vostra vocazione; ora è decisa. Potete dire serenamente al Signore: Sono qui perché tu mi hai chiamata, ora confido in te. Il Signore aiuterà; a poco a poco piegherà le anime.
Là vi sono peccati da riparare, ebbene la propaganda è riparazione. La propaganda è suffragio per le anime purganti del paese dove andate; è preghiera per tutti i viventi onde si salvino. È incalcolabile il bene che una suora fa quando si presenta ad una famiglia. Sebbene lì per lì ottenesse nulla, può mettere nelle anime un buon pensiero e irradiare una luce, che a suo tempo porterà il suo effetto. È incalcolabile il bene che si fa anche all'anima che rifiuta: pianta nel cuore una spina, il rimorso della cattiva condotta; getta un raggio di luce che fa conoscere la bruttezza del peccato, la bellezza della virtù.
Avanti, dunque ogni giorno! Il diavolo dello scoraggiamento è tanto brutto, abbiatene paura. Avanti sempre! E sul letto di morte raccoglierete nel vostro spirito tutte le vie percorse. Nessun passo sarà lasciato senza premio. Un foglietto di Vangelo vale più di un bicchier d'acqua; eppure anche il bicchier d'acqua avrà il suo premio10: quanto dunque sarà grande il vostro? Quando la suora sul letto di morte deporrà vuota la sua borsa di propaganda, l'angelo la riempirà con tutte le preziose gemme raccolte in vita e la porterà egli stesso a Gesù per l'eterna ricompensa.
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7. FORMAZIONE DELLA MENTE*

Il noviziato è al settimo mese; vuol dire che non è trascorso tutto, ma una buona parte; l'ultima però, è la più fruttuosa. Infatti, sul principio, si è un po' smarrite, si richiede un po' di tempo per ambientarsi, per orientarsi, orientare la mente, il lavoro spirituale. Ma ora siete ambientate e dovete lavorare di più nello spirito e nell'apostolato.
Voglio dirvi un pensiero solo; e voi reciterete poi tanti rosari per comprenderlo. Generalmente si crede che il noviziato debba formare soltanto il cuore, soltanto la volontà religiosa-paolina. No! Il noviziato deve formare anche la mente religiosa-paolina. Vi raccomando, perciò, di dare grande importanza alla formazione intellettuale.
In noviziato bisogna imparare bene su che cosa si fonda la vita religiosa, su quali massime del Vangelo. Ci sono tante anime buone nel mondo, tanti santi secolari: Contardo Ferrini1, Maria Goretti2, e stanno lavorando per la causa di beatificazione di Bartolo Longo3. Sì, anche nel mondo ci si può fare santi. Però, la preferenza di Gesù è per la vita religiosa, perché nella vita religiosa ci si può fare più santi; lo stato religioso importa, oltre l'osservanza dei comandamenti di Dio, anche l'osservanza dei consigli evangelici.
Alle volte, potrebbe venire in mente: Ma non potevo farmi santa anche nel mondo? Senz'altro! Ma in religione posso farmi una santa più grande; posso dimostrare molto di più il mio amore a Gesù di quanto avrei potuto fare in famiglia. In famiglia si vive religiosamente; qui, da religiose.
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Inoltre, avere ben chiaro in che cosa consistono i voti di castità, obbedienza, povertà. La loro estensione, i loro obblighi, il loro merito. Sapere dove e quando si manca contro il voto, dove e quando si manca contro la virtù. Sapere bene quando Gesù nel Vangelo si mostra istitutore, maestro, esemplare della vita religiosa; essere bene istruite, in modo che se doveste convincere una figliuola a farsi suora, sappiate che cosa dire.
Imparare tutto quello che vi dicono le anziane a scuola, a catechismo. È d'immenso valore conoscere il vostro apostolato. Le Figlie di San Paolo hanno un campo di apostolato infinito. Pensate alla redazione: che estensione! Pensate alla tecnica: che progresso! Pensate alla propaganda: quale organizzazione e quale sviluppo! Vedete un po', se sapete un po' di brossura, di legatura, di tipografia, di propaganda. Ah, che campo inesplorato il vostro apostolato! Che strada da percorrere! Non facciamo mica tutto bene nell'apostolato!
Imparare anche tutte le altre cose: tenere bene la casa, essere buone massaie, saper cucire, cucinare, governare le galline, far bucato, ecc. Perché noi, non viviamo come gli angeli in cielo. Essi non hanno bisogno di far cucina, di tenersi riguardati dalle correnti; invece noi che viviamo sulla terra, con un essere composto di anima e di corpo, dobbiamo fare e pensare a tante cose.
Imparare a frenare le passioni, a guidare il cuore, a tenere a bada la fantasia, a dirigere la volontà: è un'arte difficile questa, in cui si può sempre progredire, far sempre di più.
Ecco, vi suggerisco di domandare una grazia al Signore: che vi dia testa, intelligenza! Dal vostro sapere, dipenderà il bene che farete nella vita. Per farsi santi, occorre conoscere l'arte: l'arte di farsi santi s'impara in noviziato. Il noviziato non si deve fare solo con il cuore e la volontà; anche con la mente.
Il vostro Istituto è eminentemente docente: insegna le verità che si devono credere per salvarsi, la via che si deve percorrere per giungere al cielo, i mezzi per mantenersi in grazia. Ma perché l'Istituto insegni bene, bisogna che i membri progrediscano nel sapere.

Benediciamo e ringraziamo il Signore, ché molte cose le avete già imparate, ma ve ne rimangono molte da imparare. Tempestate di domande chi vi guida, cominciando dalle cose più semplici: come si fa, per es. la pulizia, fino al metodo di far
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l'esame, e la meditazione, la Visita, ecc. Domandate! Domandate! Non stancatevi di domandare.
Approfittate delle scuole che avete. Imparate da tutto e da tutte. Passate vicino alle macchine da stampare? Interessatevi che cosa stampano. Avete in mano una rivista, un libro? Guardate com'è fatto! Passate fra le suore anziane? Imparate da loro come si parla, come si ragiona, come si fanno i lavori. L'Istituto è una scuola continua da mattina a sera.
Vi benedica il Signore e vi dia più testa, più intelligenza. Vi dò la benedizione e voi mediante la recita di bei rosari, domanderete la grazia di capire quanto vi ho detto.
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1 Nella bibliografia di Damino sono attribuiti a don Alberione: Gesù Maestro, Ritiro di giugno 1948; Le male lingue, entrambi tenuti da don Fedele Pasquero che ne ha riconosciuto la paternità. Il Ritiro: Il Divin Maestro non è stato tenuto in novembre 1948, ma ai primi di agosto del 1949 (cf Presentazione, Meditazioni varie 1949).

2 Cf C. Martini, op. cit., pp. 263-264.

3 Cf CVV 148.

* Meditazione stampata in RA, 3 [1948] 3-4. L'autore è espressamente indicato: “Primo Maestro”. Dal testo si può dedurre che la meditazione è stata tenuta il 27 gennaio 1948, il giorno dopo il funerale del Signor Maestro, celebrato il 26 gennaio nella Basilica di San Paolo fuori le mura. Un profilo del B. Timoteo Giaccardo è stato scritto da don Alberione e pubblicato nei numeri straordinari del San Paolo e Regina Apostolorum, febbraio 1948 (cf CVV 136).

1 Lc 22,42.

2 Cf Rm 5,12.

3 Fil 3,20: «La nostra patria è nei cieli».

* Meditazione stampata in foglio (21x29,5). L'autore e la data sono espressamente indicati: “Meditazione del Sig. Primo Maestro - Roma, Sabato 14 febbraio 1948” (cf anche CVV 138). Le elezioni si tennero il 18 aprile 1948.

1 Cf Pio XII, Radiomessaggio natalizio sul ritorno a Dio nella veracità, nella generosità, nella fraternità (24 dicembre 1947).

2 D. Mondrone, Colei che salverà l'Italia, in CivCatt, 1948, I, n. 2341, pp. 13.16.

3 D. Mondrone, art. cit., p. 24.

4 Pio X, E supremi apostolatus, 4 ottobre 1903: sulla restaurazione di tutte le cose. in Cristo.

* Dattiloscritto, carta vergata, copia, fogli 2 (23x29). È una conferenza alle studenti. Il titolo originale è: “Conferenza del Sig. Primo Maestro”. La data è espressamente indicata: “Roma, 1 aprile 1948”.

1 Lc 1,49: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente...».

* Frammento stampato in RA, 7 [1948] 3, nella rubrica: “Il nostro apostolato”. In calce si specifica: “Da un'esortazione del Primo Maestro alle Figlie di San Paolo, Alba, 3 maggio 1948”.

1 Gv 4,6.

2 Lc 1,39.

* Frammento stampato in RA, 8-9 [1948] 3, nella rubrica: “Il nostro apostolato” con il titolo: “La propaganda”. In calce si specifica: “Da una esortazione del Sig. Primo Maestro; Sabato 24 luglio 1948”.

1 Cf Lc 1,39.

2 La comunione riparatrice faceva parte della devozione in onore al Cuore di Gesù e consisteva nel comunicarsi il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, secondo la promessa di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque, per ottenere la conversione e la perseveranza nel bene. Don Alberione ha orientato questa devozione, molto diffusa nella prima metà del secolo XX, secondo la spiritualità paolina (cf Le Preghiere della Famiglia Paolina, Coroncina al Sacro Cuore).

3 Si allude al santuario Regina degli Apostoli, in costruzione.

* Meditazione stampata in ottavo, color seppia. Autore e data sono espressamente indicati nello stampato: “Predica del Sig. Primo Maestro - Settembre 1948”. Fa parte anche della raccolta di fascicoli di cui si compone HM I/4. La meditazione è stata tenuta nel corso di Esercizi di settembre rivolto alle propagandiste, di cui riferisce la cronaca: «Con l'animo ancora colmo delle belle parole rivolte dal Sig. Primo Maestro alle propagandiste in occasione degli ultimi esercizi spirituali» (RA, 10 [1948] 5).

1 Sono gli Esercizi alle Maestre, tenuti dal 20 al 28 agosto 1948 e pubblicati in HM II/8, 113-191, pp. 533-587.

2 Cf Mt 26,39: «Non come voglio io, ma come vuoi tu».

3 Lc 23,46.

4 Gal 2,20.

5 Mt 3,17.

6 Testo inviato alle FSP per Natale 1946. Fu stampato in VN, 1 [1947] 4 (cf CVV 118) ed è anche riportato in una edizione di Le Preghiere della Famiglia Paolina, 1985, p. 231.

7 Cf Mc 16,15.

8 Cf Mt 5,15.

9 Questa espressione dell'alleanza acquista un senso tutto particolare per la FP (cf AD 152).

10 Cf Mt 10,42.

* Dattiloscritto, carta vergata, fogli 1, bianca e volta (21x30,8). È una conferenza rivolta alle novizie. Il titolo originale è: “Conferenza del Sig. Primo Maestro”. La data è indicata: “Roma 10 ottobre 1948”.

1 Contardo Ferrini (1859-1902). Celebre giurista, autore di numerose opere; permeò la cultura giuridica dello spirito cristiano. Beatificato nel 1947.

2 Maria Goretti (1890-1902), italiana, vergine e martire, canonizzata il 24 giugno 1950.

3 Bartolo Longo (1841-1926), beatificato nel 1980, giurista. Il suo nome è legato al Santuario di Pompei e alla stampa periodica.