In memoria di
Fr. INNOCENZO M. MANOLINONato a Baldissero (Torino) il 10 febbraio 1914.
Battezzato il 14 dello stesso mese.
Cresimato il 10 giugno 1925.
Entrato in Congregazione ad Alba il 10 dic. 1938.
Vestizione religiosa il 15 agosto 1934.
Noviziato dal 4 febbraio 1934 al 4 febbraio 1935.
Prima professione il 10 febbraio 1935.
Professione perpetua il 19 marzo 1941.
Deceduto ad Alba il 30 settembre 1967.
Entrato in «San Paolo» quasi ventenne, trascorse in Casa Madre gli anni della sua formazione paolina. Fin dopo la professione perpetua compì il proprio apostolato nella cartiera.
Per un anno, dal 1942 al 1943, fu impegnato nella propaganda a Sanremo. Passò quindi alla Casa di Sacile nel Veneto, dove fu libraio e propagandista.
Dal 1952 sino alla morte spese tutte le sue forze nella Libreria di Alba.
Di Fratel Innocenzo Manolino possiamo ben dire che ha vissuto la sua Professione religiosa, la donazione al Signore pienamente e generosamente.
Pur nella debolezza e nella fragilità della natura umana, Fratel Manolino ci ha lasciato un magnifico esempio di fedeltà e generosità nel servizio di Dio.
Di lui ricordiamo la pietà sentita e sincera. Al mattino prestissimo, per poco che le forze glielo permettessero, lo vedevamo in chiesa, per le pratiche di pietà.
Ricordiamo la sua squisita carità, che per lui e da lui era concretizzata nel servizio ai Fratelli.
E Fratelli per lui non erano soltanto i membri della Famiglia Paolina, ma tutti coloro che avvicinava nel campo del suo apostolato, nella sua libreria.
Tutti lo sappiamo, e possiamo testimoniarlo senza tema di esser smentiti: "Era veramente servizievole".
Quale stima e quanta benevolenza Fratel Manolino si è acquistata, da tutti quelli che lo hanno conosciuto e avvicinato nella libreria!
«Abbiamo perduto un amico del Seminario», dicevano i Superiori del Seminario Diocesano.
«Una dedizione al proprio dovere veramente eroica», diceva un degnissimo Sacerdote che occupa un posto distinto nella Diocesi.
La libreria era veramente per lui il campo di apostolato, il pulpito da cui dispensare la parola di Dio, la Chiesa dove si sforzava di fare del bene a tutti. Non risparmiava fatiche, rasentando veramente il limite delle umane possibilità e delle sue forze.
Era veramente difficile imporgli un po' di riposo, solo la vera impossibilità lo faceva desistere.
Si preoccupava di non disturbare, di non far pesare sugli altri le sue sofferenze.
Fratel Manolino soffriva e soffriva moltissimo, specialmente negli ultimi anni. Era però difficile sentirlo lamentarsi dei suoi mali. Sempre, a quanti lo interrogavano sul suo stato di salute, rispondeva di stare bene. Solo nei momenti più acuti delle varie crisi, si lasciava sfuggire qualche lamento.
Tutti coloro che lo hanno conosciuto ricordano qualche cosa di edificante.
Le parole della Liturgia: «Non entrare in giudizio, o Signore, con quest'anima fedele, perché nessuno si può dichiarare di essere senza colpa davanti a te», ci animano ad essere generosi nei nostri suffragi.
D. CIRILLO TOMATIS