KURIAN ALAPATT
Novizio DiscepoloIl 7 settembre scorso il livello del Gange si alzò di parecchi metri, le acque lasciarono il loro letto e si estesero per chilometri, fino a raggiungere i cortili della nostra Casa di Allahabad.
Tutta la comunità, festosa, si riversò verso le nuove sponde del fiume a dare il benvenuto alle acque apportatrici di pane alle terre arse da due anni di siccità. Era un gioioso accorrere da ogni parte della città per godere il grandioso spettacolo.
Sacerdoti, Chierici e Discepoli andarono a bagnarsi nel fiume, e qualcuno azzardò spingersi un po' avanti, quando un'invocazione di aiuto richiamò l'attenzione dei presenti. Il novizio Kurian Alapatt stava scomparendo sotto acqua. Un lieve fruscio, poi il silenzio. Ogni soccorso fu vano. Pochi istanti, e la sua anima volava al Creatore. Vigili del fuoco e di pubblica sicurezza arrivarono tempestivamente, ma purtroppo solo per costatare la morte del caro giovane.
Kurian Alapatt aveva 22 anni. Nato a Kuravilangad (Sud India) il 22 maggio 1945, era entrato nel maggio 1964 nella Pia Società San Paolo a Bombay. Dopo tre anni fu ammesso al noviziato. Per questo si trasferì ad Allahabad, dove, il 25 dello scorso luglio, fece l'ingresso. In quella circostanza i novizi furono ricevuti dal Vicario Generale Don Damaso Zanoni, allora in visita alle nostre Case dell'India.
Al momento della chiamata del Signore, il nostro novizio aveva speso bene la sua giornata, in serenità. Aveva da poco terminata l'ora di adorazione, fatta la Confessione, e una breve ricreazione con i compagni.
Preghiere di suffragio si sono protratte per tutta la notte e il giorno seguente, sino al momento della deposizione della salma nel cimitero. Clero, Religiosi, Seminaristi, amici, benefattori parteciparono al lutto della Famiglia Paolina. Anche numerosi amici non cristiani si susseguirono a mormorare riverenti una preghiera. Nella loro semplice fede di Hindù erano contenti che il Gange avesse rapito un'anima... Il Vescovo di Allahabad, nel suo discorso funebre, ha avuto parole di conforto per tutti, invitando alla gioia perché un'anima era stata trovata degna del premio, e congratulandosi con la Congregazione perché, in tempo così breve, aveva preparato il giovane Kurian per il Cielo e ora aveva un nuovo intercessore presso Dio.
Da quando entrò in «San Paolo», specialmente dal noviziato, il caro Fratello s'impegnò seriamente e totalmente alla propria formazione religiosa, sollecito a scoprire in sé i minimi difetti per correggerli; docile al maestro e a tutti coloro che lo guidavano nella strada della perfezione paolina.
Umile, sorridente, generoso godeva gran pace di coscienza. Passato all'eternità la vigilia della Natività di Maria, di cui era tanto devoto, confidiamo sia stato degno di celebrare in Cielo il compleanno della Madre!
D. MAURO FERRERO