Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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7. FESTA DI SAN PAOLO*

Benediciamo il Signore, perché quest'oggi ci allieta con una celebrazione solenne. Ricordiamo quattro cose e delle quali dobbiamo ringraziare il Signore.
La prima è l'ordinazione sacerdotale del primo sacerdote polacco1, il quale è passato per vie difficili, ma sempre costante, sempre fisso verso la meta, e finalmente oggi è arrivato all'altare. Le persecuzioni che si aggravano sulla Polonia ci obbligano a pregare tanto il Signore per quella nazione così tribolata e nello stesso tempo eroica nel sostenere la propria fede ed anche la propria indipendenza, e non da pochi anni, ma da secoli. Il novello sacerdote, che è un vero fiore di quella nazione, possa in quella nazione stessa sviluppare la Pia Società San Paolo, giacché i sacerdoti italiani sono stati esiliati e sono dovuti rientrare in patria. Il buon seme che è rimasto può nascere e può produrre tanto per uno, e voglia il Signore che sia non solo il trenta o il sessanta, ma il cento per uno.
In secondo luogo ringraziamo il Signore perché in questi giorni è avvenuta l'approvazione della quarta Famiglia Paolina, cioè delle Suore Pastorelle2, e ieri e questa mattina abbiamo celebrato ad Albano le funzioni di ringraziamento. Possano esse entrare nelle masse del popolo, entrare come il lievito il quale si diffonde in ogni parte della massa e la fa tutta lievitare. Già i frutti sono stati notevoli, ma molti altri, molti altri se ne attendono.
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Possa questa Famiglia crescere di giorno in giorno spiritualmente per virtù, e nello stesso tempo per zelo per la salute delle anime.
In terzo luogo abbiamo la vestizione di un buon numero di nuovi chierici, i quali speriamo che un giorno possano ascendere a quello che già pensano, a quello che desiderano: all'altare. Non solo, ma sul pulpito delle edizioni, cioè sul nostro pulpito, e nello stesso tempo con l'esempio, con la pietà, con la preghiera possano essere sale della terra, luce del mondo, città posta in alto, come a indirizzo di questa umanità travagliata e in parte fuorviata da dottrine e ideologie che sono così contrarie alle dottrine […]3 del Vangelo, della Chiesa.
In quarto luogo abbiamo la vestizione di buon numero di Figlie di San Paolo. La loro missione è difficile e in parte anchenuova nella Chiesa di Dio, in parte invero è anche antica. È il modo che è nuovo, più di tutto, e ora, trovandosi per una via che ha del nuovo, occorre che abbiano tanta grazia e tanta benedizione da Dio.
Ecco, ieri facendo il calcolo delle persone che sono nelle Famiglie Paoline, ho sentito maggiormente la responsabilità, e certamente con me la sentono tutti i sacerdoti e tutti i maggiormente responsabili nelle nostre Famiglie Paoline. Oltrepassano i quattromilacinquecento: i sacerdoti, i professi, le professe, le novizie e gli aspiranti. Dunque, di quattromilacinquecento persone già nelle nostre case, noi dobbiamo rispondere a Dio. Io supplico che tutti si uniscano in preghiera, perché da queste quattromilacinquecento persone molti santi abbia la Chiesa, abbia la Congregazione. Ed essi, questi quattromilacinquecento, siano anche seme che produce abbondantemente, onde la Famiglia Paolina, anzi le Famiglie Paoline diano gloria al Signore, attendano a perfezionarsi ogni giorno mediante l'osservanza dei voti e della vita comune, e nello stesso tempo, dedicate all'apostolato, possano illuminare le anime, orientarle verso il cielo, perché queste anime siano membra vive nella Chiesa, membra vive e operanti. Oggi non basta più la vita comune, è necessario l'eroismo, perché le difficoltà si sono moltiplicate e
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gli esempi cattivi sono tanti. E allora, solamente i forti, solamente le persone scelte combatteranno valorosamente e vinceranno. I religiosi, le religiose che hanno grande spirito, sono come una calamita che attirano altri religiosi e altre religiose. I religiosi e le religiose di poco spirito abbassano il livello morale e allontanano ancora i chiamati. I nostri ideali ci sono presentati dalla Chiesa oggi: S. Pietro e S. Paolo.
In tre punti, specialmente, essi ci sono di esempio: primo, nel corrispondere alla loro vocazione, all'invito di Gesù con generosità; secondo, nel formarsi, prepararsi alla missione con fedeltà, con umiltà, nel silenzio, nello studio, nella preghiera; e terzo, nel donarsi alla Chiesa e alle anime, e spendere tutti i giorni, anzi tutti i momenti della loro vita, per Gesù Cristo, per gli uomini.
Come Gesù venne «propter nos homines et propter nostram salutem»4, così questi campioni che oggi ricorda la Chiesa con grande letizia e solennità, ecco «propter nos homines et propter nostram salutem» si sono spesi e sopraspesi.
Pietro risponde all'invito di Gesù: lasciato il padre e le reti, seguì il Maestro. Paolo, sulla via di Damasco, quando intende qual è la vera strada, immediatamente si arrende, e arresosi, si prepara al grande ministero che poi esercitò durante la sua vita. E Pietro rimase alla formazione, attese alla formazione seguendo il Maestro divino in tutti i tre anni del suo pubblico ministero. Anche Paolo si ritirò nel deserto dell'Arabia per circa tre anni per la sua formazione: preghiera, meditazione, lavoro, esercizio costante di virtù, progresso quotidiano. Ed eccoli Pietro e Paolo preparati alla loro missione! Gesù Cristo prima di salire al cielo dice a Pietro: «Pasce oves meas»5. E quindi a un certo punto, ecco che Paolo, preparato, viene indicato, designato dallo Spirito Santo: «Separatemi Saulo e Barnaba per il ministero al quale li ho destinati»6. E separati, ecco che ordinati vescovi, Barnaba e Paolo entrarono nella loro missione con grande generosità.
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E in terzo luogo corrisposero. Quante Chiese hanno fondato Pietro e Paolo! Come hanno organizzato la Chiesa! Ognuno di essi aveva poi una particolarissima missione, ma le due particolarissime missioni collimavano in una sola, e cioè: «Andate e predicate il Vangelo, insegnate a fare ciò che io vi ho detto, santificate per il Battesimo»7, in sostanza per mezzo di tutti i sacramenti. E furono fedeli. Quante catene portarono, quanti maltrattamenti subirono, quante fatiche e fatiche di ogni giorno, quanti nemici! Ebbene, la loro vita fu anche incoronata dal martirio. Fedeli fino alla morte! Paolo decapitato presso le Tre Fontane8, e Pietro crocifisso presso il Vaticano9. Ecco come si amano le anime! Ecco di chi siam figli! Ecco la strada segnata!
Occorre, ho detto, eroismo. Sì, eroismo nel corrispondere generosamente all'invito di Dio, e i novelli vestiti10 hanno corrisposto. Eroismo nel formarsi bene, perché occorre vincere noi stessi e all'io sostituire Dio, cosicché Gesù Cristo viva in noi. Ed eroismo poi nello stare fedeli, nel camminare risolutamente, nel resistere alle varie difficoltà, alle varie tentazioni. Ma se ci siamo donati a Dio, ritirarsi è come un furto: dopo aver dato il cuore a Dio, la vita a Dio, riprendersela. Occorre allora tener sempre presenti le promesse che Gesù Cristo fece a Pietro, e che son fatte [anche] a noi: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, riceverete il centuplo»11. Ah, le consolazioni di Dio, quanto sono migliori delle consolazioni e dei beni del mondo che poi lasciano illusi e delusi! Ma Iddio, Iddio è il bene eterno, Iddio non ci mancherà, il paradiso non mancherà a nessuno, e il paradiso è il possesso di Dio per tutti coloro che saranno stati fedeli.
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«Et vitam aeternam accipietis»12, riceverete la corona. Pietro e Paolo ci incoraggiano con parole quasi eguali. Pietro dice: «Immarcescibilem coronam accipietis: riceverete una corona che non marcisce, che non è fatta di fiori che disseccano»13; e Paolo dice: «Illi ut coronam corruptibilem14 accipiant, nos vero incorruptam»15. Quelli che combattono nel mondo e che si fanno strada nel mondo ricevono una ricompensa che termina: sul letto di morte tutto è chiuso. Quelli che seguono Gesù Cristo riceveranno una corona la quale può tardare, ma è eterna, non caduca, non corruttibile. Sempre l'occhio fisso al paradiso e avanti!
Oggi, riconoscenti al Signore, sentendo tutta la nostra gratitudine per i quattro grandi benefici che ho ricordato, rivolgiamoci a Maria. Ogni grazia discende da lei. Oh, la Regina degli Apostoli, quanti apostoli ha suscitato e quanto li assiste questi apostoli nella loro formazione e nel loro lavoro apostolico! Cantiamo a Maria, e quindi tutti insieme adesso solennemente ripetiamo, con rinnovato fervore, il cantico di ringraziamento alla nostra Madre celeste. Oh, est Maria16: e ci darà ancora tante vocazioni e voi fatevi mezzi docili nelle sue mani per invitarle e formarle. Maria vi assisterà tutti nella formazione, e Maria ci assisterà nell'apostolato. Avanti sempre, finché canteremo l'eterno Magnificat in paradiso.
Benedictio Dei omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus Sancti descendat super vos et maneat semper17.
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* Meditazione del Primo Maestro registrata, (A6/an 1b; ac 2b: segnatura archivistica di riferimento), tenuta nella cripta del santuario Regina Apostolorum alla Famiglia Paolina. Sulla cassetta della registrazione è scritto: 30 giugno, il testo della trascrizione indica come data il 29 giugno. Esiste pure una trascrizione precedente, fogli 5.

1 Il sacerdote paolino Labedz Joseph M. Aloysius, nato il 13.6.1924 a Lekawica(Polonia), ordinato il 28 giugno 1953 nella cattedrale di Czestochowa, morto il 2.1.1967 a Czestochowa.

2 Le Suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle) furono erette in Congregazione didiritto diocesano con Decreto firmato dal Card. Giuseppe Pizzardo in data: Albano, 23 giugno 1953 (cf RA, 7-8 [1953] 1-2).

3 Originale: e all'ideologie.

4 Cf Credo niceno-costantinopolitano: «Per noi uomini e per la nostra salvezza».

5 Cf Gv 21, 17: «Pasci le mie pecorelle».

6 Cf At 13, 2.

7 Cf Mc 16, 15.

8 Tre Fontane: località a sud di Roma, lungo la via Ostiense, presso la zona delle Acque Salvie.

9 Vaticano: uno dei sette colli su cui sorge Roma. Su di esso vi erano gli Horti Neroniani ove molti cristiani subirono il martirio.

10 In Roma, lunedì, 29 giugno 1953, don Desiderio Costa, vicario generale, benedice la vestizione di tredici studenti di quinta ginnasiale. È presente anche Don Alberione che fa la predica e posa nella foto con don Pasquero, superiore e don Carolla, maestro. Cf Diario di D. Umberto Muzzin, 29 giugno 1953, lunedì.

11 Cf Mt 19, 29.

12 «E riceverete la vita eterna».

13 Cf 1Pt 5, 4.

14 Originale: marcescibilem.

15 Cf 1Cor 9, 25: «Essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile».

16 “È [veramente presente] Maria!”.

17 La benedizione di Dio onnipotente, del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.