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HO UDITO LA TUA PREGHIERA194
«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce» (Sal 23/22,1-2).
1° Nella Liturgia di questa domenica la Chiesa insegna che il Signore offre il suo aiuto a chi lo domanda con fiducia.
Il tratto di Vangelo è il seguente:
«In quel tempo, partitosi di nuovo dai confini di Tiro, Gesù, per la via di Sidone, tornò verso il mare della Galilea, attraversando il territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto, | e lo supplicavano che gli imponesse le mani. Ed egli, trattolo, in disparte dalla folla, gli mise le mani nelle orecchie e con la saliva gli toccò la lingua, e poi, guardando il cielo, sospirò e disse: Effetta, cioè apriti. E subito gli si aprirono gli orecchi e gli si sciolse il nodo della lingua e parlava speditamente. E Gesù ordinò loro di non parlarne ad alcuno; ma quanto più loro lo vietava, tanto più ne parlavano, e ne stupivano oltremodo, esclamando: Egli ha fatto bene ogni cosa: fa che sentano i sordi e parlino i muti» (Mc 7,31-37).
2° «In Dio ha sperato il mio cuore e sono stato aiutato; è rifiorita la mia carne...» (Sal 28/27,7), dice il Graduale.195 E l’Offertorio (Sal 30/29,2-3) aggiunge: «O Signore, esalterò te, perché mi hai accolto; e non hai permesso che i miei nemici ridessero di me, io ti ho invocato e tu mi hai guarito».
L’Ufficio divino parla in questi giorni di Ezechia: egli pose la sua confidenza nel Signore: e non vi fu alcun re uguale a lui. Quando Sennacherib, re d’Assiria, voleva impadronirsi di Gerusalemme, Ezechia salì al tempio ed innalzò al Signore preghiere pure e sante. Allora il profeta Isaia disse ad Ezechia di non temere; poiché Dio avrebbe difeso il suo regno. L’Angelo del Signore colpì di peste 185.000 uomini assiri: il rimanente dell’esercito fuggì atterrito. Ezechia cadde anche gravemente ammalato ed Isaia gli annunziò la morte. Ma Ezechia pregò fervorosamente. Ed ecco il Signore gli mandò di nuovo il profeta | ad annunziargli la guarigione: «Ho udita la tua preghiera e viste le tue lacrime: ed ecco che ti guarisco e fra tre giorni salirai al tempio del Signore» (2Re 20,5). Infatti egli guarì e regnò ancora quindici anni.
Nel Vangelo il sordomuto prega per mezzo dei suoi amici e per mezzo della sua presenza e del suo aspetto. I poveri, stando innanzi ai ricchi con gli abiti laceri e con atteggiamento supplichevole, dicono tutto il loro bisogno e tutta la loro speranza. Gesù toccando le orecchie del sordomuto e la lingua con un po’ della sua saliva, lo risanò. Egli parlava rettamente. Il popolo era fuori di sé per l’ammirazione e l’entusiasmo verso Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti.
3° Beato colui che invoca Gesù e spera nel suo aiuto. Dio ascolta chi lo prega, donando più che gli viene domandato. Il Signore dando con larghezza non si priva di qualche cosa: Egli gioisce nel dare; soddisfa ad un bisogno del suo essere: la bontà è di sua natura diffusiva. Chiedere molte grazie e chiedere grandi grazie dà onore e piacere a Dio.
Le nostre preghiere non sono mai inutili: «In verità, in verità vi dico: qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio egli ve la darà» (Gv 14,13). Tre sono le condizioni:
a) Chiedere in stato di grazia e chiedere per noi; la preghiera per gli altri e quella dei peccatori non sono così sicure. Ma chi è in peccato preghi per mettersi in grazia di Dio.
b) Domandare cose utili, od almeno, non nocive alla nostra salute eterna.
c) Pregare con umiltà, confidenza, perseveranza.
Esame. – La mia preghiera ha le debite condizioni?
Proposito. – Ricorderò la massima di S. Alfonso de’ Liguori: «Chi prega si salva; chi non prega si danna».
Preghiera. – Onnipotente ed eterno Iddio, che per l’abbondanza della tua pietà, sopravanzi i meriti e i desideri di coloro che T’invocano; effondi sopra di noi la tua misericordia, affine di perdonare ciò che la coscienza teme; e, di più, concedere ciò che la preghiera non osa sperare. Per Nostro Signore Gesù Cristo.
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