Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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267.
L’ORAZIONE

«Meravigliosa è la tua alleanza, per questo le sono fedele. La tua parola nel rivelarsi illumina, dona saggezza ai semplici. Apro anelante la bocca, perché desidero i tuoi comandamenti» (Sal 119/118,129-131).

1° È l’elevazione della mente a Dio; e più strettamente, è domandare quanto ci occorre al Signore. La prima comprende specialmente l’orazione mentale: la seconda specialmente l’orazione vocale.94
Nella preghiera l’anima nostra si eleva su le cose temporali, entra in comunicazione con il Signore, considera le cose divine ed eterne. Considerando Dio come ultimo fine, e riconoscendo la nostra debolezza, si chiedono le grazie necessarie per la salvezza. L’orazione è una funzione della vita spirituale, come sarebbero la respirazione e la nutrizione per la vita del corpo.
Lo Spirito Santo in esso comunica la vitalità soprannaturale all’anima umana, per cui, non solo vivrà, ma potrà operare in ordine alla vita eterna.
La pratica della virtù, della vita cristiana e dei doveri quotidiani, i risultati delle iniziative, la gioia nel sacrificio, dipendono dal dinamismo spirituale, frutto della preghiera. Chi prega si attiva, fiorisce, fruttifica come un albero che sta lungo la corrente delle acque.

2° Noi, per il peccato, siamo morti rispetto alla vita spirituale: «Quando eravamo morti nei peccati» (Ef 2,5), «e voi eravate morti nei vostri delitti» (Ef 2,1). Sono le preghiere sempre esaudite dei Sacramenti, che specialmente ci ridanno la vita. «Ma Dio, che è ricco in misericordia, ci ha fatto vivere in Cristo. È per sua grazia che voi siete stati salvati mediante la fede e ciò non viene da noi, ma è dono di Dio» (Ef 2,4-8).
Ora la grazia di Dio è, insieme, luce alla mente, conforto alla volontà, gioia al cuore; ci inclina a credere, ci muove al pentimento, ci | fa desiderare e sperare il Paradiso. Eccita all’amore di Dio. E questa grazia, per lo Spirito Santo, ci soccorre secondo i doveri, i bisogni, le circostanze particolari.
Ma che cosa induce lo Spirito ad operare in noi e produrre tanti frutti spirituali? La preghiera. Adoperandola si eccita nello Spirito Santo questa attività spirituale: ogni volta che vogliamo eccitarci basta ricorrere ad essa. La forza e l’attività spirituale, le virtù, le opere di zelo, la santificazione, dipendono, quindi, da noi. Ne avremo tanto quanto preghiamo; ed il potere di pregare si ottiene sempre.

3° La volontà può essere buona; ma la carne può sentire l’infermità. Gesù la sentiva nel Getsemani. Pregò; e quale forza ne penetrò tutto l’essere! «Alzatevi, andiamo; è vicino il traditore» (Mt 26,46). Anche gli Apostoli sentirono la loro infermità; non seguirono l’avviso del Maestro «Vigilate e pregate» (Mt 26,41), e caddero miseramente.

Esame. –
Do la debita importanza alla preghiera? Come si spiegano tante mie debolezze? Infedeltà, peccati? Da mancanza di preghiera, o di cooperazione?

Proposito. –
Oggi in ogni piccola difficoltà, ricorrerò al Signore recitando una breve preghiera.

Preghiera. – Ogni giorno, o Signore, io mi incontro in circostanze, tentazioni, difficoltà, | pericoli. Sempre nuove grazie mi occorrono, e solo col gran mezzo della preghiera posso ottenerle. Alla lampada occorre l’olio per ardere; ai polmoni occorre l’aria per respirare; al corpo occorre il nutrimento per operare. Nello stesso modo, all’anima per l’attività spirituale occorrono grazie di ogni momento: queste si ottengono con la preghiera.
Infondetemi adunque, o Signore, lo spirito di grazia e di orazione.
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94 «L’orazione. 1. È: “elevatio mentis in Deum”; o “petitio decentium a Deo”. La prima definizione si riferisce specialmente all’orazione mentale; la seconda all’orazione vocale. Si divide in: mentale, dove predomina la mente; vocale, dove predomina la parola; vitale, dove predominano le opere; abituale, vi è lo stato o spirito di orazione» (DF, pp. 78-79).