Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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21.
IL GIUDIZIO PARTICOLARE - I50

«Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’empietà. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l’empio, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione» (Qo 3,16-17).

1° Subito dopo la morte il giudizio: «Post mortem iudicium» (Eb 9,27). È la sentenza con cui Dio giusto assegnerà all’anima definitivamente il premio o la pena eterna.51 L’anima si presenterà a Gesù Cristo che, a nome del Padre, compirà il giudizio. Gesù Cristo sarà una tremenda maestà per il peccatore; sarà un padre amoroso per l’anima fedele. Sarà giudice inesorabile: nessuna preghiera, nessuna lacrima lo placherà. Gesù Cristo sarà giudice sapientissimo, che conoscerà tutto il male, tutti i peccati e la malizia dei tristi;52 che conoscerà pure ogni merito ed ogni atto buono dei giusti.
Gesù Cristo sarà giudice onnipotente che eseguirà subito la sentenza: o sempre salvi in cielo; o sempre dannati nell’inferno.

2° Dipende da noi renderci propizio il Giudice divino, affinché accolga l’anima nostra come amico per invitarla al cielo. Benevolo nell’incontro con gli apostoli, che spesero e spendono la loro vita nel predicare il vangelo; con i martiri che fra i tormenti confessarono Gesù Cristo; con i confessori che imitano il Maestro nei suoi esempi; con i vergini che lo amarono con tutto il cuore; con i peccatori che nella penitenza hanno lavato le loro colpe. Ma quanto è terribile cadere peccatori nelle mani di Gesù Cristo giudice sdegnato: con chi ha rigettati i suoi inviti, ispirazioni, richiami, ostinandosi nel peccato; con i bestemmiatori del suo nome; i profanatori dei suoi sacramenti; i nemici della Chiesa, del Vicario suo e dei suoi ministri; con quanti diedero scandalo con la parola e con le opere; con chi fu violento contro il prossimo; oppressore dei deboli e degli innocenti, sorpreso dalla morte nel peccato.

3° O Crocifisso mio Maestro, io contemplo il vostro costato aperto, per ricevervi i peccatori penitenti. Se la mia vita disordinata mi dà orrore e spavento; il vostro cuore mi ispira fiducia. Io voglio placarvi e rendervi propizio, prima di incontrarvi giudice.

Esame. –
Se oggi comparissi innanzi al Giudice, quale sarebbe l’incontro? Sono innocente o peccatore? E, se peccatore, ho già cercato di placare la divina giustizia?

Proposito. –
Sono certo che ho peccato: voglio assicurarmi di avere ottenuto il perdono, perciò farò un buon esame di coscienza e mi ecciterò al dolore perfetto e, se mi è possibile, farò una buona confessione.

Preghiera. – Ricordo le parole di S. Ilario: Dopo la morte non vi è dilazione o ritardo: subito vi sarà la retribuzione o la pena eterna. Io esisto: e l’anima mia non sarà distrutta. Perciò: o mi assicuro un giudizio favorevole, oppure avrò una sentenza di condanna. Signore, ho peccato, ma sono pentito, datemi il vostro perdono. Abbiate pietà di me, o Signore, secondo la vostra bontà, cancellate il mio peccato.
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50 Cf DF, pp. 33-34.

51 Le riflessioni proposte in questa e nelle successive meditazioni sui Novissimi vanno interpretate alla luce degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e del magistero postconciliare, particolarmente delle encicliche Redemptor hominis, Redemptoris Mater, Dives in misericordia, Deus caritas est, ecc.

52 “Tristi”: plurale dell’arcaico “tristo”, cattivo, malvagio, ecc.