Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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LA PENITENZA - VII

«Non siate come il cavallo e come il mulo privi d’intelligenza; si piega la loro fierezza con morso e briglie, se no, a te non si avvicinano. Molti saranno i dolori dell’empio, ma la grazia circonda chi confida nel Signore» (Sal 32/31,9-10).

1° Il penitente deve essere un docile ed umile figliuolo verso il padre dell’anima sua. Quattro sono gli uffici del confessore: ad essi corrispondono quattro doveri del penitente.
Il confessore è giudice che deve conoscere l’anima, le disposizioni, i peccati. Il penitente si apra a lui con candore; mostri le sue piaghe, debolezze, desideri, risoluzioni; consideri che, per non cadere inesorabilmente nelle mani del Giudice eterno, deve rimettere la salute dell’anima | al suo ministro. Per non vedersi pubblicati i peccati nel giudizio universale, è grande fortuna farli conoscere ad un uomo solo, amico, tenuto al segreto più assoluto.
Nessuno è buon giudice in causa propria.

Il confessore è padre che rappresenta la bontà del Cuore di Gesù. Il figliuol prodigo andò al padre con umiltà e con confidenza. Riconosceva il suo stato ed i suoi torti: «Ho peccato contro il Cielo e contro di te, non merito più il nome di figlio» (Lc 15,21). Conosceva, però, insieme, la bontà del padre e si rimetteva, si consegnava a lui perché disponesse come credeva; inginocchiato diceva: «Ritienimi come uno dei servi» (Lc 15,19). Nessuno ci ama come Dio: abbandoniamoci a lui, che ci parlerà per mezzo del suo ministro.
Il confessore è medico. Al medico si fanno conoscere i mali e le cause; da lui, poi si attendono i rimedi e le cure, e si accettano. Nascondere il proprio male al medico è insipienza, lo si deve anzi aiutare fornendogli tutti i dati utili alla diagnosi. Così il penitente faccia conoscere gli uffici, le abitudini, le deficienze, le tendenze. Per questo è importante tenere ordinariamente un confessore fisso. Inoltre si accettano i rimedi, anche se contrari ai propri desideri ed alle proprie convinzioni; risoluto di eseguire la cura prescritta con tutta fedeltà.

3° Il confessore è maestro. Egli è per il fedele la verità, la via, la vita. Perciò il penitente ne | ascolta le istruzioni; e tanto più volentieri in quanto sono secondo i particolari bisogni suoi. Una parola sola del confessore talvolta mette più luce in un’anima che una intera predica fatta alla comunità dei fedeli.
Il confessore insegna i mezzi pratici per evitare la colpa e percorrere con coraggio e gioia la via della perfezione.

Esame. –
Vado al confessore con le disposizioni di figlio docile? umile? pio? fiducioso?

Proposito.
– Nelle confessioni considererò il confessore non tanto sotto l’aspetto umano, quanto sotto l’aspetto soprannaturale. Tuttavia sceglierò il mio confessore fra tanti: che sia dotto, santo, prudente.

Preghiera. – Gesù Maestro, Pastore buono, io vi prego a dare santi confessori alle vostre anime. Siano confessori fatti secondo il vostro Cuore: istruiti come li vuole la Chiesa, e pazienti secondo i bisogni delle anime. Siano giudici integri, padri amorosi, medici saggi, maestri nella vita e nella parola.
Benedite il mio confessore: illuminatelo a conoscere i miei bisogni; fortificatelo a guidarmi con fermezza; mettetegli sulle labbra le parole che mi fanno del bene; consolatelo per le mie incorrispondenze; preparategli una bella corona in premio delle sue fatiche; e rendetemi docile alle sue cure, perché possa portarmi sempre più vicino a voi.
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