Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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59.
IL PECCATO MORTALE - V

«Quando lo spirito immondo esce da un uomo, se ne va per luoghi aridi cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò alla mia abitazione, da cui sono uscito. E tornato la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa» (Mt 12,43-45).

1° Produce altre rovine nell’anima. È come una terribile grandinata sopra una vigna ricca di abbondanti grappoli, vicina a maturità.150
Crea l’abitudine. È una china su cui la | volontà facilmente scivola verso il male. Arriva a far nascere il bisogno; impone talora una specie di necessità. Il ripetuto uso della menzogna crea l’istinto perverso di mentire, falsare sempre; i ripetuti furti portano alla cleptomania, cioè al bisogno di rubare anche senza l’idea del lucro; gli atti secondi formano prestissimo un appetito151 quasi incontenibile per le cose vili. Povero essere avvelenato profondamente in tutte le potenze. Dice: questa sera sarà l’ultima volta! Ma ciò sarà per un giorno, o per una settimana; poi la sete sarà più ardente, più tirannica.

2° Quest’abitudine, che finisce col costringere, ha quattro effetti in riguardo al passato; che sono, a loro volta, cause per il futuro:
a) Cecità della mente. Non si comprende più: né la gravità del peccato, né il pericolo, né ciò che è sacro, né il proprio stato.
b) La durezza del cuore, che diviene indifferente a ciò che è santo, bello; prova solo più soddisfazione nelle miserabili cose della terra.
c) Debolezza della volontà: la forza di resistenza sarà minore, la caduta più pronta, più profonda, più vergognosa.
d) La carne prenderà il sopravvento, diverrà sempre più tirannica: la golosità, l’avarizia, la sensualità, la pigrizia. Questo infelice, se ancora conserva qualche coscienza del suo stato, se ancora misura la gravità delle sue sconfitte, quale vergogna, umiliazione e disperazione sentirà nella propria anima!

3° Ed allora, mio Dio, sollevo un velo per vedere le rovine di quest’anima, creata per Te, di poco inferiore agli angeli, destinata a vivere tra i beati del cielo. Comprendo la infelicità di questa esistenza abbandonata al vizio. Comprendo pure le rovine morali che dissemina. Comprendo anche la rovina fisica di tale essere.

Esame. –
Ho pietà dei poveri peccatori? Comprendo la loro difficoltà a pentirsi e a risorgere? Compatisco chi lotta e chi soffre? Prego per i peccatori? Sono zelante per la loro conversione?

Proposito. –
Ogni giorno farò qualche preghiera, reciterò almeno un’Ave Maria per la conversione dei peccatori.

Preghiera. – Ricordatevi, o Dio, che siamo fatti di fango! E che dal peccato originale abbiamo contratte tante inclinazioni al male. E ciò che più ci umilia si è che le nostre debolezze furono aggravate dai peccati nostri personali. Pietà di noi, o Signore. Convertite i poveri peccatori; date loro grazia di una buona confessione; date loro la perseveranza. Maria, refugium peccatorum, ora pro nobis.152
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150 Si intende la vendemmia.

151 Nell’accezione latina: desiderio molto forte.

152 «Maria, rifugio dei peccatori, prega per noi».