Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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172.
LA PASSIONE - II

«Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo» (Gv 10,17-18).

1° Gesù Cristo patì volontariamente. La sua non fu una semplice rassegnazione come può essere in noi. Egli prese un corpo per poter soffrire e morire; giacché come Dio non poteva né patire né morire. Noi sentiamo dei dolori, perché siamo deboli; egli assaporò il dolore perché lo volle. La sua anima godeva sempre la beatitudine eterna; ma Gesù trovò una mirabile maniera di sentire insieme spasimi nel suo spirito e nel suo corpo. Dice S. Agostino: sono veri i suoi dolori, ma perché nella sua potenza li volle sentire. Con la sua potenza scelse il tempo e l’acerbità delle sue membra. Avevano i Nazareni tentato di precipitarlo dal monte sul quale era costituita la loro cittadina; ma egli non voleva morire sfracellato; perciò passò in mezzo di loro e se ne andò. I Giudei avrebbero voluto lapidarlo perché si era detto Dio; ma Gesù non voleva ancora morire, né voleva la lapidazione; perciò si allontanò, e le pietre caddero dalle mani dei nemici.
Venuta l’ora stabilita, sapendo che Giuda lo avrebbe atteso con gli sgherri nel Getsemani, egli vi si portò; quando il drappello arrivò, Gesù disse agli Apostoli: «È vicino il traditore, alzatevi, andiamogli incontro» (Mc 14,42).

2° Voleva il genere di morte più umiliante. Per mostrare che il consegnarsi in mano ai suoi nemici era volontario, nel Getsemani interrogò i soldati: Chi cercate? Risposero: Gesù di Nazaret. Sono io. A tale parola essi caddero stramazzoni a terra;251 né si poterono rialzare che dietro il suo consenso. Dice S. Agostino che con l’atterrarli mostra il suo potere; col permettere che si rialzassero mostra la sua libera volontà di andare a morire.
Se egli avesse voluto liberarsi, gli bastava chiedere al Padre schiere di Angeli; così dichiarò a Pietro che lo voleva difendere con la spada. Anzi, bastava che adoperasse il suo potere taumaturgo: egli poteva non solo liberarsi da la morte, ma ancora risuscitare gli altri e risuscitare Se stesso. Dopo tre giorni nel sepolcro, egli, morto, si liberò bene dalla pietra e dai soldati che lo custodivano, lasciandoli esterrefatti.
Gesù si consegnò nelle mani dei nemici: accettò il segnale con il bacio di Giuda e dichiarò: Questa è l’ora vostra e la potestà delle tenebre.252

3° Gesù aveva sospirato quest’ora dall’istante dell’Incarnazione; offrendosi vittima. In tutta la vita tenne presente questa sua missione: «Con un battesimo debbo essere battezzato e come sono angustiato fino a che non si compia» (Lc 12,50). Egli prova quasi una smania di giungere al momento di questo battesimo di sangue. A Pietro che non voleva sentirne parlare, severamente rispose: «Va’ via, satana! Tu mi sei di | scandalo» (Mt 16,23). Dovette attendere l’ora sua; ma quando questa arrivò fu pronto: «Alzatevi, andiamo!» (Mt 26,46).

Esame. –
Accetto, nella mia missione e nell’ufficio, le pene che devono accompagnarla? Le desidero? Mi preparo con la preghiera? Entro nelle intime disposizioni di Gesù?

Proposito. –
Mediterò: «Cristo ha patito per voi lasciandovi l’esempio, perché lo seguiate» (1Pt 2,21).

Preghiera. – O Gesù, voi dovevate fare i martiri, perciò vi siete fatto capo dei martiri, come vi siete fatto capo degli Apostoli, dei vergini, dei confessori. Vedete come io vi seguo riluttante, zoppicando, triste, quasi ribelle alla croce! Per questo spesso non corrispondo a tutta la mia vocazione; mi spavento del patire. «O passione di Cristo, confortami». Per la vostra volontaria e divina accettazione del dolore, sostenetemi. Guardatemi e soccorretemi misericordiosamente.
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251 Gv 18,6. “Caddero stramazzoni”: caddero pesantemente.

252 Lc 22,53.