Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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113.
TEMPERANZA

«Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste» (Gal 5,16-17).

1° La temperanza è la virtù che modera l’animo, e impedisce e mortifica le passioni, sottomettendole alla ragione.
La temperanza è ben descritta da S. Agostino: «L’uomo temperante ha una regola nelle cose di questa vita... cosicché di nulla è schiavo, nessuna cosa desidera per soddisfazione: ma di tutto usa a tempo non per il piacere, ma sempre modestamente». La temperanza modera tutte le passioni; e produce tante virtù nel cuore dell’uomo.

2° I frutti della temperanza sono:
La continenza: frena i movimenti del senso e i desideri sregolati del cibo e del bere; è virtù di anime che s’impongono un ordinato tenore di vita e vi si attengono fedelmente.
La mansuetudine: frena gli impeti dell’ira; perché l’uomo non si adiri se non quando, quanto e nella misura che è richiesto per evitare il peccato ed operare il bene.
La clemenza: mitiga le pene, porta ad un giusto compatimento, concilia il perdono.
L’umiltà: frena il soverchio desiderio della stima, della lode, della magnificenza. Modera pure la eccessiva e falsa stima di se stesso.
La modestia: compone i movimenti del corpo, modera i discorsi e le azioni; riduce nei limiti giusti le tendenze ambiziose nel vestire, nei pranzi, nell’abbigliamento.
La studiosità: regola il desiderio di sapere, perché non divenga passione; e frena la vana curiosità ed il desiderio di una scienza vana.
L’eutrapelìa: è la moderazione nei giochi, spassi, divertimenti. Qualche volta occorre mortificarsi anche in cose per sé lecite ed indifferenti per non seguire la sola voluttà.

3° O Gesù Maestro, modello perfetto di ogni virtù, liberatemi dagli eccessi delle mie passioni. Fate risplendere ai miei occhi costantemente la luce dei vostri esempi; e soccorretemi con la vostra grazia. Lo confesso: sono infermo, e molto ho mancato di intemperanza: con la gola, l’ira, la cupidigia, la curiosità, il soverchio riposo. Gesù Maestro, Via, Verità e Vita, abbiate pietà di me.

Esame. –
La temperanza è virtù cardinale: lo comprendo? Sono fra coloro che non hanno alcuna regola, e fanno quello che più piace, momento per momento? I buoni propositi sono utili: ma più è necessaria la preghiera per praticarli.

Proposito. –
Ristabilirò in me il regno | ordinato della volontà e della fede, sconvolto dal peccato.

Preghiera. – Venga, o Signore, il soccorso della vostra misericordia perché io viva da uomo e da cristiano. Che io possa vincere l’ira e la debolezza e praticare la vera mansuetudine. Che io possa vincere la golosità e praticare la mortificazione. Che io possa frenare la superbia e praticare la santa umiltà. Che io possa vincere l’ambizione e praticare la modestia cristiana. Che io possa vincere la vana curiosità ed amare santamente la vera scienza. Che io possa frenare la lingua e il disordine nell’operare, e vivere secondo una regola stabilita con il consiglio del Direttore spirituale.
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