Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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321.
CORPUS DOMINI177

«...li nutrirei con fiore di frumento, li sazierei con miele di roccia» (Sal 81/80,17).

1° I fini per cui è istituita questa solennità sono quattro: Adorare Gesù presente in questo Sacramento; ringraziarlo di tutti i benefizi, specialmente dell’istituzione dell’Eucaristia; soddisfare e riparare tutte le dimenticanze, freddezze, ingratitudini, sacrilegi contro l’Eucaristia; pregare perché la Santa Messa, la Comunione, la Visita al SS. Sacramento siano in grande onore presso tutti gli uomini.
Gesù nel Vangelo promise questo Sacramento:
«In quel tempo, disse Gesù alle turbe dei Giudei: La mia carne è veramente cibo, il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vive in me e io in lui. Come il Padre che mandò me è vivo, e io vivo per il Padre, così chi mangia la mia carne vive per me. Questo è il pane che discende dal cielo. Non avverrà come per i padri vostri che mangiarono la manna e sono morti, perché chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv 6,56-59).
Nell’Epistola S. Paolo parla dell’Eucaristia e delle disposizioni per riceverla bene: «Fratelli: ho io stesso appreso dal Signore quello che a voi ho insegnato: il Signore Gesù, | nella stessa notte nella quale veniva consegnato ai nemici, prese il pane e, rendendo grazie, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che per voi sarà immolato: fate questo in memoria di me. Similmente dopo cena prese il calice dicendo: Questo calice è il nuovo patto del mio sangue; fate questo in memoria di me tutte le volte che ne berrete.
Infatti tutte le volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore fino a quando egli verrà. Chiunque, perciò, avrà mangiato questo pane e avrà bevuto questo calice indegnamente, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Dunque l’uomo esamini se stesso e poi mangi di quel pane e beva di quel calice: chi infatti mangerà e berrà indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non riconoscendo il corpo del Signore» (1Cor 11,23-29).

Esame. –
Tre sono i doveri eucaristici: la Messa, la Comunione, la Visita al SS. Sacramento. Come li compio? Con fedeltà? Con fervore? Con frutto?

Proposito
. – Oggi accompagnerò la Chiesa nel dare il grande onore al Sacramento, che è mistero di fede, di carità, di speranza.

Preghiera. – Loda, o Sion, il Salvatore, loda il tuo capo e il tuo pastore con inni e cantici.
Quanto puoi, tanto inneggia, perché è superiore a ogni elogio, né tu riuscirai a lodarlo a sufficienza.

Il pane vivo e vitale è il tema speciale di lode che oggi si propone.
Che esso nella mensa della sacra cena ai dodici fratelli sia stato distribuito non è cosa dubbia.
E la lode sia piena, sia sonora; giocondo e bello sia il giubilo della mente.
Poiché giorno solenne si celebra, nel quale per la prima volta fu istituito questo banchetto.
In questa mensa del nuovo Re, la Pasqua nuova della nuova Legge pone termine all’antica Pasqua.
Il nuovo rito allontana l’antico, la verità allontana l’ombra, la luce elimina la notte.
Quello che Cristo fece nella Cena; ordinò che venisse fatto in memoria di sé.
Noi, istruiti dalle sacre leggi, consacriamo nell’ostia di salute il pane e il vino.
Quello che non capisci, che non vedi, la fede pronta l’attesta al disopra dell’ordine naturale.
Sotto specie diverse, che sono solo segni e non sostanze, si celano realtà sublimi.
La carne è un cibo e il sangue bevanda; Cristo tuttavia rimane intero sotto l’una e l’altra specie.
Da chi lo riceve non viene troncato, spezzato, diviso: intatto viene ricevuto.
Lo riceve uno, lo ricevono mille: quanto ricevono questi, tanto quelli, né coll’essere ricevuto viene consumato.
Lo ricevono i buoni, lo ricevono i cattivi, tuttavia con differente sorte di vita o di morte.
Morte per i cattivi, vita per i buoni: vedi che | differente esito ha una medesima comunione!
Spezzato poi il Sacramento, non temere, ma ricordati che tanto si cela nel frammento quanto nel tutto.
Non avviene alcuna divisione; solo in apparenza è stato spezzato, per cui né lo stato né la grandezza di chi vi è nascosto è diminuita.
Ecco il pane degli Angeli, divenuto alimento dei viatori, il pane dei figli non è davvero da gettarsi ai cani.
Già è prefigurato quand’è immolato Isacco, sacrificato l’Agnello pasquale, donata ai nostri padri la manna.
Buon Pastore, pane vero, o Gesù, abbi pietà di noi: tu ne pasci, ne difendi; tu ne fa’ vedere il (sommo) bene nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e tutto puoi, che ci pasci qui, mortali, fa’ che siamo tuoi commensali, coeredi e compagni dei santi del cielo. Così sia. Alleluia.
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177 Oggi: SS. Corpo e Sangue di Cristo.