Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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111.
GIUSTIZIA

«Essendo giusto, governi tutto con giustizia. Condannare chi non merita il castigo lo consideri incompatibile con la tua potenza. La tua forza infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti... Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di pentirsi» (Sap 12,15-19).

1° È una virtù morale e soprannaturale, che inclina la volontà a dare a tutti quanto è loro strettamente dovuto. La carità rende anche ciò che non è dovuto strettamente al prossimo. Dice Bossuet: «Quando nomino la giustizia, nomino nello stesso tempo il vincolo sacro dell’umana società; il freno necessario della licenza... Quando regna la giustizia, nei trattati si trova la fede, l’onestà negli affari, l’ordine nella politica; la terra è in pace, ed anche il cielo, per così dire, ci illumina lietamente e ci manda più dolci influssi».
La giustizia è generale, se si riferisce alla società od alle società in cui si vive; è particolare, se si riferisce ai diritti e ai doveri dei cittadini fra di loro. La prima ci obbliga a portare la nostra parte di pesi nella società, per i tanti benefici che da essa riceviamo. I servigi, le imposte, parte degli stessi beni ed anche della libertà si devono alla società, secondo i tempi e le circostanze. La seconda, regola i diritti e i doveri tra i sudditi in riguardo ai beni materiali, alla fama, alla libertà, ai beni del corpo e dell’anima.

2° La giustizia è principio di ordine e di | pace, sia nella vita individuale che sociale. Per essa vi è l’onestà negli affari, vien repressa la frode, sono difesi gli umili e i deboli, i sudditi obbediscono, i governanti distribuiscono equamente gli oneri e gli utili del vivere sociale.
Se poi tutti i doveri di giustizia si esercitano per Dio, secondo l’infusione della grazia, avranno valore soprannaturale e acquisteranno premio nella vita eterna. Quando si teme Dio, entra un rispetto delicato per tutto ciò che appartiene al prossimo. Ed ecco il soldato, il medico, il maestro, il magistrato, il cittadino, che sono cristiani buoni, saranno anche i più fedeli nei loro rispettivi uffici; i più esemplari e degni di fiducia nella società. Ed ecco che il cristiano compie nella vita individuale, sociale e politica i suoi doveri con un senso speciale di responsabilità e sempre in ordine a Dio ed all’eternità. E così facendo progredisce grandemente nello spirito e nella santità.

3° Rispetterò il diritto di proprietà, evitando i piccoli furti,56 i danneggiamenti, gli inganni, le speculazioni illecite. Mi asterrò dagli esagerati debiti, e sarò sollecito di pagare quelli contratti. Riparerò ogni male cagionato ad altri, e userò con riguardo ogni oggetto altrui e restituirò in tempo quello che venne dato in uso. Sarò specialmente delicato quando si tratta di elemosine e cose sacre. Rispetterò l’onore altrui evitando ogni calunnia, mormorazione, maldicenza, violazione di segreti; se in qualcosa ho mancato, cercherò di riparare sollecitamente.

Esame. –
Sono bene illuminato su questi obblighi di giustizia? Nel mio ufficio di professionista, padre, commerciante, sono senza macchia? Mi esamino, mi confesso, miglioro in questa parte tanto delicata?

Proposito. –
Mi fermerò nel mio esame sul punto che maggiormente mi riguarda.

Preghiera. – O Signore, che alle parole di Zaccheo illuminato dalla grazia «Ecco, o Signore, che io do la metà dei miei beni ai poveri; e, se ho defraudato alcuno, restituisco quattro volte tanto», rispondeste: «Oggi è entrata la salvezza in questa casa»,57 concedetemi di agire sempre con giustizia per amor vostro.
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56 A maggior ragione, ovviamente, i furti più consistenti.

57 Lc 19,8s.