Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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162.
ZELO DI GESÙ - III

«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).

1° Il buon esempio è forma di apostolato doveroso per tutti i cristiani. Esso è come un soavissimo odore di Cristo, che si spande tutto attorno, umilmente, come il profumo della viola. Esso è come il sale, che si scioglie e diffonde nella massa preservando e dando sapore e rendendo facile il vivere cristiano. Esso è un lievito che fa fermentare tutta una grande quantità di pasta.
Basta la continuata presenza di una persona pia e retta in una famiglia, associazione, parrocchia. Specialmente doveroso ed efficace è l’esempio di chi guida ed insegna: maestri, genitori, superiori, membri d’Azione Cattolica, sacerdoti, persone dotte, altolocate e distinte216 per merito e posizione sociale.
È un dovere, un’ambizione, un atto di superbia? Gesù Cristo lo vuole come mezzo di apostolato: «Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).

2° Gesù operò con tale santità e perfezione che il suo esempio è guida, precetto, norma per i cristiani. Questo fine era nella sua mente, nell’esercizio delle virtù private e pubbliche, individuali e sociali. Voleva esplicitamente esercitare un apostolato. Al cenacolo lavò i piedi ai suoi apostoli; baciandoli umilmente. Ripreso il suo | posto ed il suo atteggiamento di Maestro, disse loro: «Sapete quello che vi ho fatto?» (Gv 13,12). Egli non voleva parlare del fatto materiale; ben lo conoscevano; lo si capisce dalla protesta di Pietro. Intendeva, invece, far capire lo spirito e l’intenzione con cui aveva operato e lo spiega: «Vi ho dato l’esempio, affinché anche voi facciate come ho fatto io» (Gv 13,15). E questa intenzione non si riferisce solo all’episodio della lavanda dei piedi; ma a tutti i suoi tratti, fatti e modi di vivere. Egli venne per mostrare quale vita gli uomini dovevano condurre; per piacere a Dio, camminare verso il cielo, glorificare il Padre Celeste.

3° Gli uomini sono figli di Dio; devono imitare il loro Padre Celeste: «Imitate Dio come figli carissimi» (Ef 5,1). Ma gli uomini trovavano questo troppo difficile; Dio è in cielo, puro spirito; gli uomini sono su la terra e composti anche di corpo. Venne Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto uomo; fatto in tutto simile a noi, eccetto che nel male; in tutto egli si presentò come imitabile: la via tenuta da lui termina con l’ultimo passo, l’ascensione. Seguiamolo: come lo ha seguito S. Paolo con fedeltà ed amore; e poi rivolto ai fedeli li incitava: «Imitate me, come io imito Gesù Cristo» (1Cor 11,1).

Esame. –
Conosco e stimo l’apostolato dell’esempio? Ne sento l’obbligo? La mia vita è umilmente esemplare?

Proposito. –
Considererò: ogni mia azione | ha su chi mi ricorda un riflesso in bene od in male.

Preghiera. – Maestro Divino, le vostre virtù sono sublimi ed eroiche; voi vi siete fatto amabile maestro. Ho compreso ora la vostra missione: prima fare, poi parlare. Trentatré anni di apostolato dell’esempio: tre anni di apostolato della parola. Se non capissi l’eloquenza di questo fatto sarei di troppo dura cervice. Voglio prima di tutto e soprattutto e sempre edificare il prossimo con vita esemplare.
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216 Nella prima edizione l’aggettivo era “destinate”, forse per errore di trascrizione.