Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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107.
CARITÀ - V

«La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,9-12).

1° La carità perfetta è: soprannaturale, perché ci mostra Gesù Cristo nel prossimo, «in omnibus Christus»;39 universale, poiché non ha distinzioni né accettazione di persone; generosa, poiché non ha altro limite che l’impossibilità; attiva, perché si dimostra soprattutto nelle opere.
In primo luogo l’amore verso il prossimo schiva il male. Con la mente: evita i giudizi temerari, non condanna i fratelli per semplici apparenze, o per ragioni quasi futili, senza ben conoscerne le intenzioni; i sospetti mal fondati. Con i sentimenti: evita le antipatie e le morbose simpatie, ché, se acconsentite, sono spesso vere mancanze di | carità; esclude le rivalità, gli odi, le invidie che allontanano il cuore e sono spesso causa di parole ed opere che dispiacciono al Signore e tolgono la pace. Con le parole: evita le contese e le dispute aspre e superbe in cui ognuno vuol far trionfare il proprio parere ed umiliare il prossimo; così le discordie, le false relazioni, le critiche ingiuste, fonti di screzi e dissenzioni40 nella grande famiglia cristiana; ed ancora: le parole aspre, canzonatorie, sprezzanti che generano od acuiscono inimicizie.

2° Il Salvatore ebbe una parola ben forte contro gli scandalosi: «Guai a chi scandalizza uno dei semplici: sarebbe meglio si legasse al collo una macina e si sommergesse nel mare» (Lc 17,2). Lo scandalo può essere dato con discorsi contrari alla fede o ad altra virtù; con canzoni, con omissioni, con opere che siano occasione di danno spirituale alle anime. S. Paolo vuole che si evitino anche quelle parole ed opere che, sebbene indifferenti in sé, per l’ignoranza o per debolezza del fratello, possono diventare incentivi al male. Egli vuole che i più istruiti tengano conto degli scrupoli del prossimo: «Affinché la tua scienza non perda41 il fratello, per cui morì Cristo» (Rm 14,13).

3° Evitare le vendette in parole ed in opere perché: «Se voi perdonate agli uomini le offese loro, il vostro Padre Celeste perdonerà pure a voi; ma se voi non perdonate loro, il Padre | Celeste non perdonerà neppure a voi i vostri peccati» (Mt 6,14). Infatti noi lo preghiamo così: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Dice il Bossuet: «Il primo dono che si deve offrire a Dio è un cuore puro da ogni freddezza e da ogni inimicizia col fratello».
S. Paolo è esplicito: «Non tramonti il sole su la vostra collera» (Ef 4,26). È avviso di un santo: «Non state a pensare se il vostro avversario abbia più torto di voi, e debba farsi avanti per il primo: poiché Gesù Cristo fu invece il primo a mostrare il perdono e beneficare i crocifissori e i Giudei col pregare ad alta voce: Padre, perdona loro, poiché non sanno ciò che fanno (Lc 23,34)».

Esame. –
Conosco bene i peccati contrari alla carità? li detesto? Evito pensieri, sentimenti, parole, azioni contrarie a questa virtù?

Proposito. –
Vigilerò attentamente sapendo che le mancanze di carità trapassano il fratello e vanno a ferire il Cuore di Dio.

Preghiera. – Mio Dio, voi siete carità, e tutto quello che edifica la carità vi piace e costruisce la vostra presenza in noi. Tutto quello che lacera, offende la carità, allontana la vostra presenza in noi. Concedeteci la grazia di amare delicatamente. Che pensiamo bene di tutti, che giudichiamo bene di tutti; che parliamo bene di tutti; che facciamo del bene a tutti. Vi dobbiamo imitare in tutto; ma specialmente nell’amore.
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39 Col 3,11.

40 Dissensi.

41 Danneggi, rovini.