Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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29.
RISURREZIONE DELLA CARNE

«Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità» (1Cor 15,51-53).

1° Credo la risurrezione della carne. Già gli Ebrei avevano questa fede. Marta sorella di Lazzaro parlando del fratello defunto dice a Gesù: «So che egli risusciterà nell’ultimo giorno» (Gv 11,24).
Il Divino Maestro annunzia che vi saranno due risurrezioni: «Viene l’ora in cui tutti nel sepolcro udranno la voce del Figlio di Dio e ne usciranno; quelli che avranno operato il bene, per la risurrezione della vita, quelli che avranno fatto il male, per la risurrezione di condanna» (Gv 5,28). Questo corpo subirà l’umiliazione e lo sfacelo della morte nel sepolcro, ma un giorno si riunirà all’anima: di nuovo si formerà l’uomo. Come Gesù Cristo è morto e poi è risorto; così sarà di ognuno di noi. Ecco le parole del Concilio Lateranense IV: «Tutti gli uomini risorgeranno con i loro propri corpi che hanno attualmente, per ricevere quanto avranno meritato di premio o di castigo».74

2° Il vero amore al corpo consiste nel | trattarlo secondo la sua posizione durante la vita presente; e preparargli un bel premio per l’eternità.75
L’uomo è composto di anima ragionevole e di corpo organico. Anima e corpo operano assieme e possono meritare o demeritare. L’anima è la parte più nobile, ha l’ufficio di guidare il corpo nei suoi atti, di servirsi di esso nel bene, di vietargli il male. Il disordine dipende: dalla ribellione dell’anima a Dio, dall’incapacità della volontà a guidare il corpo, e dalla ribellione della parte sensitiva alla ragione ed alla morale cristiana.
Molti sono schiavi della carne e dei suoi desideri; accontentano le passioni; divengono schiavi dei sensi. Qualche volta sembra di trovarci di fronte non ad un uomo ma ad un bruto.
La Scrittura dice: «L’uomo animale non capisce le cose dello spirito di Dio» (2Cor 2,14). Perché? «La carne desidera cose contrarie allo spirito...» (Gal 5,17). Ma quale sarà la fine?
I Santi hanno frenato e guidato sapientemente il corpo come un buon figliuolo:76 gli hanno preparata una felicità eterna, una sublimazione ineffabile, quasi una spiritualizzazione: «Tutti allora risorgeremo, ma non tutti saremo mutati» (1Cor 15,51). I Santi mortificarono il corpo, lo affaticarono, gli negarono piaceri illeciti. Risorgeranno i loro corpi gloriosissimi. Ma che sarà dei golosi? Dei pigri? Dei lussuriosi?

3° Crocifisso Signore, voi siete il mio Maestro anche nel modo di amare veramente il | corpo. Mi avete insegnato con l’esempio e con le parole. Avete faticato e siete vissuto nella povertà fin dall’infanzia. Avete predicato: «Beati i mondi di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5,8).

Esame. –
Come ho assoggettato il mio corpo, specialmente in queste tre tendenze: pigrizia? golosità? lussuria?

Proposito. –
Voglio amare davvero il corpo, assoggettandolo alla volontà e mortificando i sensi.

Preghiera. – Mediterò le parole di S. Alfonso: «Felice chi in questa vita sa mortificare la sua carne, negandole i piaceri vietati, e frenandola anche nei gusti leciti, e maltrattandola come hanno fatto i Santi. Quanto se ne troverà contento!». San Pietro d’Alcantara, comparso dopo morte, disse a santa Teresa: «Oh, felice penitenza che mi fruttò tanta gloria».
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74 Concilio Lateranense IV, 11-13 novembre 1215, cap. I, La fede cattolica (DENZINGER-HÜNERMANN, Enchiridion Symbolorum, edizione bilingue, 1995, n. 801).

75 Cf DF, p. 16: «La vita nella sua essenza è: preparazione all’eternità... Preparazione: Della mente, essendo il Paradiso visione; della volontà, essendo il paradiso confermazione nel bene sommo, Dio; del cuore essendo il cielo gaudio; del corpo destinato alla risurrezione e alle doti gloriose e alla soddisfazione dei giusti suoi desideri».

76 Si legga, in proposito, il capitoletto “Il corpo, caro figliuolo” nell’opuscolo “Portate Dio nel vostro corpo” (SP, febbr.-marzo 1954, p. 8; cf ACV, pp. 245ss).