Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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78.
LA GRAZIA È DISUGUALE
NELLE DIVERSE ANIME198

«Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore» (1Cor 15,41).

1° Per la divina grazia l’anima del cristiano è unita al suo Dio. Tale unione viene chiamata santità. Il grado di questa santità può essere molto diverso da un’anima all’altra. Avverte lo Spirito Santo: «Chi è giusto, lo divenga ancor più; chi è santo, si santifichi maggiormente» (Ap 22,11). Vi è chi possiede la grazia prima, e vi è chi possiede la seconda, la centesima, la millesima.199 Altro è lo stato di un uomo che appena meritò il perdono dei suoi peccati; altro quello | di S. Alfonso che giunse a 90 anni già consumato per la sua penitenza, predicazione, fatica.
Il grado di santità dipende dalla misura di effusione dello Spirito Santo e dalla cooperazione nostra. È di fede che la grazia può crescere mediante le opere buone. Inoltre: «Ciascuno riceve la grazia secondo la sua misura; secondo che lo Spirito Santo comparte ai singoli, secondo vuole200 e secondo le disposizioni e la cooperazione di ciascuno».201 Infatti dice S. Paolo: «A ciascuno viene data una grazia secondo la misura che Gesù Cristo stesso vuole usare».202

2° Nella Scrittura si legge: «La via dei giusti, come luce splendente procede e cresce fino allo splendore del meriggio» (Pr 6,18). La santificazione dipende da due elementi: la grazia e la cooperazione nostra; cooperazione che l’uomo dà liberamente. S. Pietro perciò raccomanda: «Crescete nella grazia e nella cognizione di Gesù Cristo» (2Pt 3,18). E S. Paolo: «Cresciamo per ogni parte in lui cioè in Cristo capo».203 In cielo molte sono le mansioni, e nel firmamento eterno una stella brilla più dell’altra. Ma questo dipende dal grado di grazia con cui le anime sono passate all’eternità.
Devo dunque supplicare lo Spirito Santo che discenda in me con grande effusione di grazia e d’amore. Inoltre devo lavorare con grande volontà per cooperare a Dio che mi vuole santo; ed essere docile agli inviti celesti.

3° Vieni, o Santo Spirito, riempi di te i | cuori dei fedeli, ed accendi in essi il celeste fuoco del tuo amore. Concedimi, o Gesù Maestro, la vera divozione; cioè la grazia di chiederti sempre ciò che ti piace, per compire in tutto la volontà del Padre Celeste. Vi è chi appena vive come un bambino; vi è invece chi corre, compie lavori pesanti, vi è il soldato forte ed eroico. Così è nella vita spirituale. Alcuni appena si mantengono vivi nella grazia, altri sono santi ed eroi in tante virtù.

Esame. –
La grazia discende nei cuori umili, come l’acqua si raccoglie nelle valli. Vi è in me un sentire basso e verace di me stesso? Coopero alla grazia? Ogni sera, ricordando le ore del giorno, posso allietarmi di trovarmi con grazia più abbondante del mattino?

Proposito
. – Mi imprimerò bene nel cuore: «Crescete nella grazia» (2Pt 3,18).

Preghiera. – Gesù Maestro, imprimete profondamente nel mio cuore l’insegnamento della vostra Chiesa. La Spirito Santo distribuisce la grazia secondo gli piace; e secondo le disposizioni e la cooperazione dell’anima. Mandate in me il vostro Spirito, datemi la buona volontà, poiché molta pace è data all’anima che la possiede.
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198 Nella seconda edizione (1952), il titolo è semplicemente: “LA GRAZIA È DISUGUALE”.

199 Per questo tema, cf DF, pp. 57-58: «La grazia può essere prima, seconda, millesima: dal buon ladrone all’altezza della Santissima Vergine vi è distanza immensa. In generale si può dire che dipende da due elementi: cioè opera nostra e grazia di Dio. Il nostro operare è la parte materiale; la grazia è l’anima che dà un essere o un valore soprannaturale all’opera».

200 Secondo vuole: cioè come vuole, o secondo la propria volontà.

201 Concilio di Trento, Decreto sulla giustificazione, 13 genn. 1547, cap. 7 (DENZINGER-HÜNERMANN, Enchiridion Symbolorum, edizione bilingue, 1995, n. 1529).

202 Ef 4,7.

203 Ef 4,15.