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IL CARATTERE: natura del buon carattere
«Meglio un povero di condotta integra che un ricco di costumi perversi. Lo zelo senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi inciampa. La stoltezza intralcia il cammino dell’uomo e poi egli si adira contro il Signore» (Pr 19,1-3).
1° Il buon carattere è un complesso di virtù sociali che si riducono alla carità, le cui caratteristiche sono descritte da S. Paolo: «La carità è paziente, è benefica; la carità non è astiosa; non è insolente, non si gonfia, non è ambiziosa, non cerca il proprio tornaconto; non si muove ad ira; non pensa male, non gode dell’ingiustizia; gode invece della verità; a tutto si accomoda, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,4-7).
Il buon carattere, sopporta tutto da tutti. Non disdegna di trattare con pezzenti, ignoranti, rustici, cattivi; né si offende innanzi a mancanza di rispetto, a sarcasmi, a dispetti, a dimenticanze, a noncuranze, a disprezzi. Scusa gli offensori, tratta con deferenza, si guarda da vendette e ripicchi; anzi benefica gli avversari: «Vince in bono malum».112 È costante nella sua via, sempre pieno di fiducia, si difende da sé, senza offendere alcuno.
2° La persona di buon carattere non cagiona ad altri alcun dolore. A questo scopo vigila su se stessa, sulle parole, sulle azioni. Osserva la decenza e la proprietà; rispetta il proprio posto; non permette posizioni penose. Non ha pose né sussiego; tutti possono avvicinarla; discreta ed educata nella corrispondenza. Le sue amicizie non sono molte, ma sono ben coltivate | e scelte. Non è invadente, prolissa, sdegnosa. È padrona degli atti e delle parole: bada a quale fine arrivano e quale effetto possono produrre. Con i superiori è rispettosa, ma non sa adulare; con gli eguali si stima l’ultima e ciò per convinzione; con gli inferiori è incoraggiante e pronta a difenderle; è l’avvocata degli assenti.
3° La persona di buon carattere si applica a procurare la felicità degli altri; è ingegnosa, preveniente, generosa. Vieta a se stessa di pensare male degli altri; e l’abitudine dei buoni pensieri e del sincero desiderio del bene altrui conferisce al suo atteggiamento vera bontà, costante franchezza, serenità abituale. Sa dire a tempo parole di conforto, prendere parte alle gioie altrui, indovinare e soccorrere le necessità umilianti. Non calcola quanto un servizio costa, né quanto guadagno temporale glie ne provenga, né quale persona lo chieda. È ilare, disinteressata, garbata nei suoi doni.
Esame. – Considero uno ad uno i segni del buon carattere, come li ha descritti S. Paolo, nel passo ora riportato. Che cosa mi risponde la coscienza su ognuno di essi?
Proposito. – Terrò sempre presente il difetto predominante del mio carattere per l’acquisto della carità sociale.
Preghiera. – Signore, quanto sono lontano da questo carattere ideale! Mi confonde ogni aspetto, ogni punto della mia meditazione. Eppure | voi, o Gesù, volete dei cristiani forgiati su questo modello. Che varrebbero le pratiche di pietà ed un esteriore religioso senza la carità e la virtù interiore? Una vernice di religiosità è ben diversa dal cristianesimo vissuto. Signore, che io mi conosca; mi penta per rifarmi; lavori per diventare un vero uomo.
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