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CARITÀ - I
«E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1Gv 4,14-16).
1° La fede santifica la mente; la speranza santifica la volontà; la carità santifica il sentimento. La carità è virtù teologale infusa da Dio nell’anima; per essa noi amiamo Dio sopra ogni cosa e per se stesso, ed il prossimo per amor di Dio. L’amor di Dio e l’amore del prossimo sono una sola virtù: cioè amor di Dio in Sé, o nelle sue opere. Viene da Dio, tende a Dio, ci unisce a Dio. Dio è infinitamente grande, potente, buono, vero, bello: perciò infinitamente amabile. È uno, ma trino nelle Persone: è il Padre che genera da tutta l’eternità il Figlio e ci adotta per figli; è il Figlio, uguale al Padre, che con l’incarnazione diviene nostro fratello e Redentore; è lo Spirito Santo, mutuo amore del Padre e del Figlio, che effonde in noi la vita soprannaturale.
Amiamo il prossimo perché è immagine di Dio e perché Gesù Cristo ama tutti; perché in esso vi è la speranza di Dio30 od almeno si desidera che vi sia. Le anime semplici amano tanto il Signore; ed hanno grande merito in questa unione soprannaturale con Dio; per la mente, volontà, sentimento.
2° Il primo e più grande comandamento è: «Amerai il Signore con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze» (Mc 12,30). S. Francesco di Sales spiega: «È l’amore di Dio che deve prevalere su tutti i nostri amori, e regnare su tutte le nostre passioni. Questo Dio richiede da noi: che tra tutti i nostri amori il suo sia il più cordiale, signoreggi tutto il nostro cuore; il più affettuoso, che occupi tutta la nostra anima; il più generale, che adoperi tutte le nostre facoltà; il più nobile, che riempia tutta la nostra mente; il più fermo, che eserciti ogni nostra forza e vigore». E conchiude con un magnifico slancio di amore: «Sono vostro, o Signore, e non devo essere che vostro; vostra è l’anima mia, e non deve vivere che per voi; vostra è la mia volontà, e non deve amare che voi; vostro è il mio cuore, e non deve tendere che a voi. Io vi devo amare come primo principio, perché sono da voi; vi devo amare come mio fine e mio riposo, perché sono destinato a voi; vi devo amare più dell’essere mio, perché il mio essere sussiste per voi; vi devo amare più di me stesso, perché sono tutto in voi e per voi».
3° Ho compreso, mio Gesù, Maestro Divino: devo amare Dio come voi mi avete insegnato; come voi avete amato il Padre; cioè senza limiti e senza riserve. Lo comprendo considerando le vostre proteste del Getsemani: «Non sia fatta la mia, ma la tua volontà, o Padre» (Lc 22,42). Questa carità è comandata come fine: vivo per unirmi a Dio. Io la devo volere: devo tendere ad essa sempre di più; devo sforzarmi di raggiungerla, di perfezionarmi sempre di più; lassù potrò possederla compiutamente ed eternamente.
Esame. – Ho ben compreso che cosa sia la carità? Desidero di possederla? la chiedo costantemente al Signore? Contemplo la carità del Cuore di Gesù?
Proposito. – Avrò sempre di mira l’accrescimento della carità: sino al grado più perfetto: amar me stesso unicamente per Dio; perciò amar Dio esclusivamente per Dio.
Preghiera. – Atto di carità: Mio Dio, amo con tutto il cuore, sopra ogni cosa, voi, bene infinito e nostra eterna felicità, e per amor vostro amo il prossimo mio come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, fate che io vi ami sempre più.
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