Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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365.
COMMEMORAZIONE
DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
(2 novembre)

«Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua: Ieri a me e oggi a te. Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo; consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito» (Sir 38,22-23).

1° Il dogma della Comunione dei Santi mette in stretta comunicazione le tre parti dell’unica Chiesa di Gesù Cristo: la militante, la purgante, la trionfante. In questo giorno siamo invitati a ricordare la purgante: per essa giovano le preghiere della trionfante e della militante. Il Concilio Tridentino ha definito che «esiste il Purgatorio e che le anime colà trattenute possono venire soccorse dai suffragi dei fedeli, specialmente dalla S. Messa».
Vanno in Purgatorio le anime che, uscite da | questo mondo in grazia di Dio, hanno tuttavia ancora qualche debito con la divina giustizia. E cioè, hanno ancora qualche pena da scontare di peccati già perdonati quanto a colpa; o qualche peccato veniale, imperfezione volontaria, attaccamento, affetto terreno, o freddezza nel divino servizio.
Il cielo è luce purissima; nulla di fosco e inquinato entra in esso. Sulla terra Dio accetta le nostre penitenze; mentre pure possiamo approfittare delle sacre indulgenze. Ma nell’altra vita tutto si deve pagare con sufficiente patimento.

2° Nel Purgatorio le anime soffrono una pena detta del danno: sono private della visione di Dio. L’anima ha una naturale tendenza a Dio. È assetata di verità, di giustizia, di amore; e Dio è la stessa verità, la stessa giustizia, l’amore infinito. Ma essendo impura viene da Dio scacciata da sé. Lo stato di grazia, nell’elevazione all’ordine soprannaturale, aumenta questa sete dell’anima, che acquista desideri accesissimi; ma Dio la vede macchiata e la tiene lontana. L’anima stessa sente una mestizia e tristezza profondissima dei suoi peccati, d’aver disgustato un tal Dio, Padre così amante. Pensare che si è contribuito alle pene, alle agonie, alla corona di spine di Gesù sarà per l’anima uno strazio indicibile: così il dolore e l’amore assieme, getteranno nell’anima una melanconia opprimente. Un esempio l’abbiamo negli Ebrei, esuli a Babilonia che sospiravano Gerusalemme: «Sui fiumi di Babilonia là sedevamo piangendo al ricordo di | Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre...».232
È la pena dello spirito pensando: quanto poco bastava per liberarsi dal Purgatorio, se avessero voluto; e come la SS. Vergine, i Santi, molte anime forse meno fornite di doni sono già al Cielo... Penserà che con un po’ più di fervore, l’anima avrebbe potuto procurarsi la felice condizione di passare dal letto di morte al Cielo.
Pena del senso. La minima pena del Purgatorio è maggiore della pena anche massima della terra.

3° Signore di infinita giustizia, voi purgate quelle anime fra le fiamme di dolore e di amore. Ma sulla terra mi offrite tanti mezzi per compiere per tempo la mia purgazione; me ne date il tempo. Datemi spirito di penitenza e di mortificazione; ma specialmente datemi un amore così vivo che copra la moltitudine dei miei peccati. Datemi una santa premura di acquistare le sacre indulgenze.

Esame. –
Se morissi ora mi rimarrebbero ancora pene da soddisfare? Sarei ancora troppo freddo ed indifferente nell’amore di Dio e del prossimo? Avrei ancora imperfezioni ed attaccamenti terreni?

Proposito. –
È da pigri quella falsa rassegnazione di cadere in Purgatorio. Voglio evitarlo.

Preghiera. – O Dio, Creatore e Redentore | di tutti i fedeli; concedi alle anime dei tuoi servi e delle tue serve la remissione di tutti i peccati; affinché mediante queste nostre pie suppliche ottengano l’indulgenza che hanno sempre desiderato. O Dio, Signore di misericordia, dà alle anime dei tuoi servi e delle tue serve il luogo del refrigerio, la beatitudine del riposo, e lo splendore della luce.
O Dio, largitore del perdono ed autore dell’umana salvezza, noi supplichiamo la tua clemenza, affinché, per l’intercessione della Beata Vergine Maria e di tutti i tuoi Santi, tu conceda alle anime dei tuoi servi e delle tue serve che emigrarono da questa vita, di giungere alla partecipazione dell’eterna beatitudine.
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232 «Super flumina Babilonis illic sedimus et flevimus cum recordaremur Sion. In salicibus in medio eius suspendimus organa nostra...» (Sal 137/136,1-2).