Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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348.
SAN GIUSEPPE
(19 marzo)

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,20-21).

1° S. Giuseppe fu l’uomo fedele alla sua missione.
Il Signore l’aveva destinato a compiere tre uffici nell’ordine della sua Provvidenza:
Doveva essere il custode verginale della Madre di Dio. Innanzi agli uomini egli copriva il mistero del concepimento verginale. Egli tutelava e difendeva Maria nei viaggi e nelle difficoltà, come a Betlemme, in Egitto, nello smarrimento di Gesù nel tempio. Egli nutriva la Famiglia Santa.
Doveva essere il Padre putativo, il custode, il nutrizio pure di Gesù. Da lui il Fanciullo venne salvato; sotto di lui, Gesù esercitava le virtù domestiche; con lui il Fanciullo lavorava, pregava, santificava la casa con le sue virtù domestiche.
Doveva apparire come il Padre: «Non è costui il Figlio del fabbro?»; doveva scomparire perché risplendesse nella sua grande luce Gesù; doveva poi essere il custode della grande famiglia cristiana, la Chiesa, nel corso dei secoli.

2° E S. Giuseppe corrispose in tutto per la sua docilità, che è umiltà. Egli desiderava solo di compiere il divino volere per assecondare in tutto il suo Dio. Questa era disposizione di amore e di umiltà: Dio poteva disporre di lui secondo i desideri e i disegni del suo amore. E quanto più un’anima si trova in queste disposizioni, tanto più viene adoperata da Dio in cose grandi, ed innalzata a molta perfezione: Dio abita ed opera in lei. Dio poté prepararlo a custodire i due suoi tesori: Gesù e Maria. Dio poté adoperarlo per tanti anni dall’Annunciazione alla nascita del Figliuolo di Dio, nel periodo della fanciullezza e giovinezza di Gesù. Dio poté adoperarlo nel creare e presentare al mondo il tipo del grande | silenzioso, del lavoratore modello, dell’anima più perfetta dopo la SS. Vergine.

3° S. Giuseppe è, infatti, chiamato l’uomo giusto. Con questa espressione lo Spirito Santo lo mostra come l’uomo ornato di tutte le virtù. Era giusto con Dio, poiché a Dio dava il culto, l’onore, l’obbedienza, il cuore, interamente. Fu giusto col prossimo, al quale dava rispetto nella stima, nelle sostanze, nell’onore; dava aiuto e soccorso nelle tante necessità; dava stima e onore. Fu giusto con se stesso: sottomettendo i sensi allo spirito, compiendo ogni dovere come sposo, come padre putativo, come operaio.

Esame. –
Ho compiuta la volontà di Dio secondo la mia vocazione in generale? E ogni giorno compio i doveri del mio stato? E mi rimetto in tutto alle quotidiane disposizioni del Signore?

Proposito. –
Ogni mattina dirò al Signore: Ecco il tuo servo ed il figlio della tua ancella, Maria: parla, ché egli ti ascolta.

Preghiera. – Volgete benigno lo sguardo su di me, o Giuseppe Santo. Rendetemi docile esecutore dei divini voleri; piegate la mia mente, il mio cuore, la mia volontà perché sempre possa dire il mio sì al Signore. Vorrei, o gran Santo, imitarvi! Vorrei che voi guardandomi trovaste in me un’anima del tutto sottomessa a Dio; come lo era il vostro Gesù, in ogni cosa.
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