Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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242.
VISITA A GESÙ EUCARISTICO - I68

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io» (Gv 14,1-3).

1° Vi è Gesù e ti chiama: «Gesù è qui e ti chiama» (Gv 11,28). Dal secolo XIV la pia pratica della visita al SS.mo Sacramento è andata sempre più sviluppandosi: anche con le quarant’ore, i Congressi Eucaristici, lo zelo di S. Alfonso de’ Liguori, del Curato d’Ars, del B. Eymard.
Il Concilio di Baltimora II già esortava: soprattutto desideriamo che i fedeli vengano istruiti sopra i grandi beni che si ricavano dalle frequenti visite all’Ospite Divino del Tabernacolo. È quindi compito del pastore di anime | incoraggiare con la parola e con l’esempio a questo piissimo dovere.
Dice il Concilio di Trento che i fedeli secondo la pratica della Chiesa debbono a questo Sacramento massima divozione. Poiché esso fu istituito non solo perché lo adoriamo, ma anche perché ce ne cibiamo. Infatti vi è qui quello stesso Figlio di Dio del quale il Padre, introducendolo nel mondo disse: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. S. Alfonso scrive: «Staccandovi dalla conversazione degli uomini, trattenetevi ogni giorno per qualche tempo, almeno mezz’ora od un quarto d’ora, in qualche chiesa con Gesù Sacramentato. Gustate e vedete quanto dolce sia il Signore (Sal 34/33,9). Fatene esperienza; e vedrete il gran profitto che ne ricaverete». S. Giovanni Crisostomo dice: Adora et communica.

2° La visita al SS.mo Sacramento ci mette in comunicazione intima con Gesù Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita.69
È Via. Nella vita contempliamo gli esempi di Gesù Cristo nella sua vita a Betlemme, Nazaret, nelle contrade della Palestina, nella Passione, ed anche di più consideriamo le virtù che Gesù Cristo pratica nel Tabernacolo: umiltà, silenziosità, purezza, obbedienza, carità, ecc. Facciamo l’esame di coscienza; ricopiamo in noi i santissimi esempi, onde acquistiamo la sua fisionomia ed i suoi lineamenti spirituali. Specialmente supplichiamo perché il nostro cuore sia secondo il Cuore di Gesù.
È Verità. Egli istruisce l’anima, le infonde una fede sempre più viva e profonda, diviene la luce spirituale e come il principio di ogni ragionamento e di ogni pratica risoluzione. L’anima si forma una mentalità teologica, soprannaturale, divina; e, dicendo tutto in una parola, cristiana. Si fanno atti di fede verso Gesù Cristo: «E la fede supplisca al difetto dei sensi». Infatti qui è il «mistero di fede».
È Vita. L’anima deve vivere di Gesù Cristo. Egli distribuisce ovunque le sue grazie e le sue misericordie, ma in nessun luogo come qui, dice S. Alfonso. Ed aggiunge: «Dove mai le anime hanno fatto risoluzioni più belle che ai piedi del SS.mo Sacramento? E chi sa? Se ancora voi innanzi a questo Sacramento non prenderete un giorno la risoluzione di darvi interamente a Dio?». E questo Santo porta l’esempio di se stesso, del B. Susone, S. Margherita Alacoque, San Francesco Regis, S. Luigi Gonzaga; S. Venceslao Re, S. Maria Maddalena de’ Pazzi.

3° Signore, che io vi conosca! Conosca il gran Tesoro nascosto che siete voi stesso presente nei santi Tabernacoli. Attiratemi a voi. Che non abbia un giorno da sentire il rimprovero: Hospes eram et non visitastis me.70

Esame. –
Faccio io visite al SS.mo Sacramento? Per quale spazio di tempo? Con qual metodo?

Proposito. – «
Adoriamo in eterno il SS. | Sacramento». Sarà il tempo che più mi consolerà in morte quando riceverò il viatico.

Preghiera. – Gesù nella nascita si rese fratello, nell’Eucaristia cibo, nella morte mezzo di redenzione, nel regno premio per noi.
«O Salutare Ostia, che apri le porte del cielo, le armi nemiche ci opprimono, dacci
forza ed aiuto».
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68 In questa, e nella meditazione seguente, Don Alberione ci intrattiene in una delle “pratiche di pietà” a lui più care. Egli ha disposto, per i membri della Famiglia Paolina, la visita eucaristica quotidiana di un’ora, o un’ora e mezzo, come incontro personale con il Cristo eucaristico: «1. La Visita al Santissimo Sacramento è onorare l’Eucaristia come trono di grazia oltreché come Messa e Comunione. È l’anticamera del cielo; è il sospiro e la preparazione alla Visione celeste. È grazia, è luce, è conforto» (DF, p. 77).

69 Fin dagli anni ’30 Don Alberione aveva invitato a vivere l’ora di visita eucaristica secondo il metodo verità-via-vita. Molto illuminante quanto scriveva in DF, pp. 77-78: «1. Molti sono i metodi insegnati, fra cui più spesso quello dei quattro fini, delle orazioni comuni, ecc. Fra essi: quello che onora Gesù Maestro Verità, Via, Vita, lo si indica particolarmente. Si divide l’ora in tre spazi. 2. Importante perché gradito al Divin Maestro che pare avercelo insegnato con dichiararci: “Io sono la verità, via, vita”. Conforme a natura perché noi abbiamo intelligenza, volontà, cuore. Realizza a poco a poco nell’anima “amare il Signore, con la mente, con le forze, con il cuore”.

Aiuta assai lo studioso ad essere completo; utilizza tutto: studio, mezzi di grazia, doni naturali. È specialmente buono per il Paolino. 3. a) Io sono la verità: si riassume tutto ciò che si sa di studio, di istruzione religiosa, di Bibbia e si riferisce in lode e ringraziamento al Divin Maestro. b) Io sono la via: si meditano tutte le virtù evangeliche: teologali, morali, ecc. praticate da Gesù Cristo e si paragona la nostra con la vita di Gesù Cristo con lungo esame di coscienza per conchiudere con il dolore e la lode a Gesù Cristo. c) Io sono la vita: Gesù Cristo è grazia: e perciò si prega per i bisogni spirituali, naturali, per il prossimo, tutto il mondo, non dimenticando l’intercessione della Santissima Vergine, degli Angeli, dei Santi».

70 «Ero forestiero e non mi avete visitato» (cf Mt 25,43).