Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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247.
LA PENITENZA - IV

«Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto» (Ap 2,5).

1° Per la remissione dei peccati si richiedono: la contrizione o dolore cui va unito il proposito; l’accusa fatta con sincerità al Sacerdote; la soddisfazione come viene dal confessore imposta.
Il dolore è il dispiacere ed il pentimento del peccato commesso, congiunto al proponimento di non più peccare per l’avvenire. Il dolore è una vera afflizione, una tristezza, una mestizia interiore che nasce dalla considerazione dell’offesa fatta a Dio, ed un odio che si concepisce contro il peccato, considerandone la malizia e le sue conseguenze in noi, ritrattando la volontà; è anzi una volontà decisa di mai più commetterlo, adoperando tutti i mezzi necessari. S. Giovanni Crisostomo scrisse un libro sulla compunzione. S. Giustino scrive: «In quale modo gli impuri, se non piangono e detestano il loro peccato, possono sperare che il Signore li perdoni?». S. Cipriano promette il perdono a chi è pentito: «Se | fanno penitenza, accusando i loro falli e con lacrime e gemiti e pianti, mostrano l’interno dolore».

2° Il pentimento delle proprie colpe in ogni tempo ed in ogni luogo fu ritenuto necessario per ottenere il perdono e la grazia. Quando S. Pietro fu interrogato dagli Ebrei che cosa dovessero fare per venir perdonati, rispose: «Pentitevi e convertitevi».72 Gesù Cristo disse: «Se non farete penitenza, tutti perirete» (Lc 13,3).
Per il peccato l’uomo volta le spalle a Dio, Sommo Bene ed eterna felicità, per cercare umana e terrena soddisfazione. Ecco il figliuol prodigo che parte dalla casa paterna per scapricciarsi liberamente. Grande torto a Dio. Per mezzo del pentimento questo figliuolo ritorna e pronuncia il suo «Ho peccato! Non merito di venire ancora considerato come figlio; accettatemi almeno come servo»... Col dolore si voltano le spalle alle creature e si ricerca Dio, unica gioia ed eterno bene.
La giustizia lo esige, perché il male vuole una riparazione; la sapienza vieta di perdonare chi non è pentito per non dare maggiore ansa al peccato; la santità di Dio non permette che a lui si unisca quanto è macchiato. Dio ripugna assolutamente dal peccato.73

3° Trafiggi, o Signore, col santo timore del peccato il mio cuore, onde io cominci ad odiare quello che finora ho amato; e cominci ad amare quanto finora ho odiato. Il dolore è frutto della | vostra grazia e della considerazione della malizia del peccato. Illuminatemi ed usatemi la vostra misericordia.

Esame
. – Per ottenere il perdono, la prima ed assolutamente sempre necessaria disposizione è il dolore. L’ho io abitualmente? Lo porto alla confessione sempre?

Preghiera. – Signore, datemi un dolore perfetto delle mie colpe; che nasca da un perfetto amore a voi, Sommo Bene ed eterna felicità.
Atto di dolore: Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati, e li odio e detesto come offesa della vostra Maestà infinita, cagione della morte del vostro Divin Figliuolo Gesù e mia spirituale rovina. Non voglio più commetterne in avvenire e propongo di fuggirne le occasioni. Signore, misericordia, perdonatemi.
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72 Cf At 2,38.

73 Più corretto: A Dio ripugna assolutamente il peccato.