Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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273.
VOCAZIONI

«Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio» (1Tm 3,8-10).

1° La vocazione è la Divina Volontà che destina alcuni allo stato religioso od al Sacerdozio. Dio provvede queste anime predestinate di particolari doni e grazie; onde abbiano le attitudini sufficienti ai doveri, uffici e vita che dovranno abbracciare. Non è da pensare che il Signore, ordinariamente intervenga con rivelazioni. Ma il Signore dà intelligenza, salute, inclinazioni, desideri che preparano il giovanetto; poi, per mezzo di varie circostanze, fatti, esempi, confessori, libri, amici, predicatori, sviluppa quei primi germi; infine una propensione, affezione, attrattiva, parte naturale e parte soprannaturale, matura la decisione nell’anima.
La vera vocazione si viene a conoscere: pensando, pregando, consigliandosi. Non un giorno, ma per tempo notevole e nei momenti di maggior raccoglimento, occorre pensarvi.
Pregare:
poiché il Signore tutto conosce ed è lui stesso che, non solo crea, ma destina gli uomini, chi ad una chi ad un’altra via.
Consigliarsi con persone disinteressate, specialmente con il Confessore od il Direttore Spirituale.

2° Ogni uomo è creatura di Dio, autore della vita. Egli come Padrone ha diritto di disporre di ciascuno. Ed infatti come ha fissato un posto ed un’orbita per il sole, per la luna ed ogni stella; tanto più destina un genere di vita per ciascun uomo. È dovere | sottomettersi alla Divina Volontà. Dovere grave osservare un particolare comandamento, per esempio, sentire la Messa festiva; ma quanto più grave uniformare tutta la vita al Divino Volere!
Aiutare e formare le vocazioni è per noi un dolce e meritorio dovere. È l’opera delle opere, diceva Pio X, il Papa santo. Infatti gli uomini nell’economia ordinaria della Redenzione si salvano per mezzo del ministero sacerdotale. Che se è gran cosa educare a vita cristiana i giovanetti, quanto maggior bene sarà formare gli stessi educatori! Anzi, i salvatori delle anime? Chi aiuta, sostiene, forma una vocazione, avrà speciale premio in Paradiso. Anzi: chi aiuta le vocazioni, avrà facilmente sulla terra grazie speciali a compiere i doveri del suo stato.

3° «La messe è molta; ma gli operai sono pochi: pregate dunque il Padrone della messe che mandi operai alla sua messe» (Mt 9,38; Lc 10,2): così ci avverte Gesù Cristo.
I Sacerdoti, specialmente parroci, si adoperino perché i giovanetti che danno segni di vocazione, siano allontanati dal male, siano formati a vera pietà, agli studi, ecc.; così dice il Diritto Canonico. Ma prima questa raccomandazione vale per i genitori; poi, si deve estendere ai maestri, istitutori, ecc. Quanto più presto si compirebbe l’evangelizzazione del mondo, se si pensasse alle vocazioni religiose, missionarie, ecclesiastiche! Se si spendesse, di fatiche e di borsa, con generosità.

Esame. –
Ho compresa la gravità di questo dovere: tutti i fedeli per tutti gli infedeli? Che cosa ho fatto sinora?

Proposito. –
Terrò sempre presente l’avviso del Maestro Divino: «La messe è molta; ma gli operai sono pochi: pregate dunque il Padrone della messe che mandi operai alla sua messe» (Mt 9,38; Lc 10,2).

Preghiera. – Divino Maestro, i Sacerdoti sono gli amici vostri: occupano un gran posto nel vostro cuore. Deh! siano tanti i chiamati; e trovino gli aiuti spirituali e materiali per corrispondere ai vostri altissimi desideri. Santificateli, accendeteli di zelo, consolateli con manipoli copiosi: voi, o Gesù, che li attendete in Cielo per la divina ricompensa.
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